Massimo Ciancimino e la bufala del signor Franco

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2014-10-22

Fine di un’indagine paradossale. Con disgrazia

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Si chiama Franco M., è titolare del bar Toma’s in piazza Euclide a Roma ed è il signor Franco. Ovvero, il misterioso personaggio evocato da Massimo Ciancimino per spiegare e provare la mediazione tra Stato e Mafia attraverso gli appunti del padre, e poi identificato dallo stesso Ciancimino in Gianni De Gennaro, ex capo della Polizia, era in realtà un commerciante romano che nulla sapeva della presunta trattativa ed è stato tirato in ballo da Ciancimino attraverso una serie di documenti falsificati con stampanti laser e metodi più artigianali. Repubblica di oggi, in un articolo a firma di Attilio Bolzoni, riepiloga tutta la storia della bufala.

In sostanza Massimo Ciancimino ha pronunciato per la prima volta quel nome — dopo un tormentone di almeno due anni dove prometteva carte e «rivelazioni», ritrattava e prometteva ancora — collegandolo al «signor Franco» e alle oscure attività del padre Vito. Per sorreggere le sue parole ha consegnato a i pm un foglio con scritto il nome«De Gennaro», giurando e spergiurando che l’aveva avuto dalle mani del genitore. Le perizie l’hanno smentito clamorosamente: il foglio portato da Ciancimino con il nome dell’ex capo della polizia è stato «trasposto e poi incollato, previa riduzione grafica» e infine sfornato da una fotocopiatrice laser di ultimissima generazione. Ai tempi di don Vito non esistevano quelle macchine.

Insomma, era tutta una bufala, come si dice da queste parti:

Chi ha spinto “Massimuccio”a falsificare grossolanamente il documento? S’indaga.Anche perché — investigandosulla calunnia nei confronti diDe Gennaro — si è scoperto chi èil vero “signor Franco”, un uomocontattato dal piccolo Cianciminosolo per tentare di ottenere ilrilascio di un passaporto. Se inun primo momento “Massimuccio”non aveva voluto mai pronunciareil nome di De Gennaro(«Per paura»), poi ha parlato diun suo interessamento per favorirlonella vicenda passaportima senza ancora indicarlo comeil “signor Franco”. L’ha fatto dopo.Ma dopo si è capito anche cheun “signor Franco” in realtà siera adoperato per quei passaporti,uno che si chiama davveroFranco, Franco M., titolare delbar Toma’s in piazza Euclide aRoma. Alla fine questo “signorFranco”, richiamato in mezzo atranelli mafiosi e grandi segretidi Stato, è uno che non ha nullache fare con apparati e cospirazioni.

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