Massimo Bossetti, Yara e la storia delle immagini pedopornografiche nel Pc

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2014-08-24

Sui titoli non c’era spazio, ma si tratta di ricerche su Google effettuate da un computer condiviso

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Tra ieri e oggi, dopo la notizia data da Repubblica, potete leggere su moltissimi giornali che sono state ritrovate “immagini pedofile” o cose del genere nel computer di Massimo Bossetti, principale sospettato dell’omicidio di Yara Gambirasio. La verità però è un’altra, ed è spiegata tra le righe degli articoli (si vede che nei titoli non c’era spazio…):

“Gli investigatori che li stanno ancora esaminando si sono imbattuti in alcune parole chiave come “tredicenni” e “sesso” che sarebbero state digitate sul motore di ricerca Google. Almeno 5 volte anche se solo l’ultima, a maggio scorso un mese prima del suo arresto, sarebbe databile con certezza. Sentito in carcere 10 giorni fa dal magistrato di Bergamo Letizia Ruggeri il muratore aveva spiegato: «Se me lo dite sarà vero ma non ho mai guardato materiale pedopornografico. Se avrò digitato quelle parole l’avrò fatto ma per altri motivi, uno dei miei figli ha 13 anni…».

In più, come risulta dalle indagini, “il computer fisso risulta poi essere usato, un assemblaggio di parti appartenute ad altri proprietari. In famiglia altre persone, compreso il figlio adolescente, potrebbero avere usato il computer”.

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