Marine Le Pen: «Non importa, sai, c'avevo judo»

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-01-09

La leader del Front National non parteciperà alla marcia repubblicana di domenica. Intanto rilancia la pena di morte. In attesa di portare a casa il risultato alle elezioni

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Come nella canzone di Elio e le Storie Tese, Marine Le Pen fa sapere che non le importa di partecipare alla grande marcia repubblicana di domenica dopo che gli organizzatori hanno fatto sapere che la sua presenza non era gradita in quanto divisiva. Ieri però si è fatta viva con un tweet, proponendo: «Voglio offrire ai francesi un referendum sulla pena di morte. Personalmente, penso che questa possibilità debba esistere». Inutile dire che chiedere la pena di morte mentre la Francia è sconvolta da un attentato è una mossa più che da sciacallo, da scarabeo stercoraro.
 
MARINE LE PEN C’AVEVA JUDO
Nel tardo pomeriggio di ieri, la dama nera aveva annullato all’ultimo minuto una conferenza stampa convocata per questa mattina, con il dichiarato obiettivo di osservare il silenzio in questa giornata di lutto nazionale, in seguito all’attentato contro la sede del settimanale Charlie Hebdo. Ma non e’ stato un silenzio reale. A Parigi, Le Pen ha pure denunciato «l’assenza di mezzi dell’intelligence. Ci sono ottime professionalità, ma in queste condizioni nessuno può fare miracoli». Anche qui, difficile non notare che la Le Pen sta semplicemente cercando di arruffianarsi i poliziotti e le forze dell’ordine, chiara base elettorale che non vede l’ora di sentirsi dire che bisogna dare loro più fondi. La strategia della Le Pen è chiara: promettere la luna ben sapendo che nessuno pretenderà di andarci quando sarà il momento. E se qualcuno lo pretenderà, gli si spiegherà che si può fare tutto, ma le priorità sono altre. Un po’ come la Lega ha portato per il naso i cittadini del Nord per anni, promettendo l’indipendenza e raccogliendo diamanti in cassaforte mentre mandava figli, cugini e nipoti a essere mantenuti con il finanziamento pubblico. In questo tragico inizio d’anno, la candidata all’Eliseo per il voto presidenziale del 2017 ha poi denunciato “l’esclusione” del Front National dalla grande marcia repubblicana di domenica, deplorando che il premier, Manuel Valls, non l’abbia invitata ufficialmente, mentre lo ha fatto con la destra neogollista. Nel Ps, alcune voci si sono effettivamente opposte alla presenza dell’estrema destra nel corteo di domenica, in cui tutte le forze del Paese sono chiamate a manifestare “l’unita’ nazionale” davanti alla barbarie. Ma si tratta di posizioni isolate che non costituiscono una posizione ufficiale del governo.
marine le pen
L’ESCLUSIONE DALLA MARCIA
“E’ caduta la maschera, escludendoci dalla manifestazione, socialisti e neogollisti dimostrano il loro carattere settario, in un momento cosi’ difficile per il nostro Paese diventano simbolo di divisione, mossi da basse manovre elettorali”, ha comunque polemizzato Le Pen, ricordando di rappresentare “il 25% dei francesi” dopo il successo del Fronte alle scorse elezioni europee. E ancora: “E’ una vergogna”. Invitata domani all’Eliseo come tanti altri responsabili politici, Le Pen – che boicottera’ il corteo di domenica senza un invito ufficiale – ha quindi espresso un forte messaggio di preoccupazione sul “livello di infiltrazione dell’Islam radicale nel nostro territorio e sui mezzi che devono essere messi in campo per proteggere i nostri connazionali”. Per lei, il “fondamentalismo islamico”, causa “migliaia di morti ogni giorni ai quattro angoli del pianeta”. Intanto, dalla Gran Bretagna, un altro leader emergente della galassia euroscettica, Nigel Farage – che ha sempre rifiutato l’alleanza con il Fn – e’ finito a sua volta al centro delle polemiche dichiarando che la causa della strage di Parigi e’ da ricercare nella politica di “multiculturalismo” portata avanti da Parigi e Londra e nella mancanza di adeguati controlli all’immigrazione. ”Non e’ il giorno per fare commenti politici o discussioni”, gli ha risposto il premier, David Cameron. Mentre il vicepremier Nick Clegg si e’ detto ”allibito” da queste dichiarazioni. Da parte sua, il segretario della Lega, Matteo Salvini – stretto alleato della Le Pen a Strasburgo – si è detto “culturalmente contrario alla pena di morte”, pur ritenendo che l’Islam sia “pericoloso”.

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