Maria Elena Boschi, i partigiani e il referendum

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-05-22

Maria Elena Boschi a In 1/2 Ora dice la sua su un argomento pericoloso: “L’Anpi sicuramente come direttivo nazionale ha preso una linea, poi ci sono molti partigiani, quelli veri, che voteranno “sì” alla riforma”

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“L’Anpi sicuramente come direttivo nazionale ha preso una linea, poi ci sono molti partigiani, quelli veri, che voteranno “sì” alla riforma”. Lo afferma il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi a “In mezz’ora” citando il 97enne partigiano “Diavolo” che ha annunciato che voterà “SI” al referendum. “Anche nel’Anpi molti voteranno “sì” come anche molti nel M5S”, aggiunge.
ANPI referendum casa pound no - 1
 

Maria Elena Boschi, i partigiani e il referendum 

È vero che l’ANPI si è espressa a favore del No al referendum sulla riforma del Senato e della legge elettorale dopo una riunione del Comitato Nazionale del 21 gennaio. Riunione dalla quale è scaturita la linea dell’ANPI in merito alla questione referendaria e dove viene ribadito che «l’ANPI esclude la collocazione della battaglia referendaria nel recinto di un qualsiasi schieramento politico, nonché ogni altra opzione politica che non sia quella, appunto, della salvaguardia della Costituzione». Si capisce così – qualora ce ne fosse bisogno – che l’ANPI non sta con Casa Pound sul Referendum allo stesso modo in cui il Governo che lavora per riportare a casa i Marò (giusto per citarne una) non sta con i fascisti del terzo millennio. Per tacere del fatto che è difficile credere che quelli di Casa Pound votino No per difendere una Costituzione che è nata dopo la vittoria sul nazifascismo. Più recente è la lettera inviata dal presidente Carlo Smuraglia ai presidenti dei comitati provinciali dell’Associazione dove si ragiona su quanto sia vincolante la decisione presa il 21 gennaio. Costituisce un obbligo per tutti gli iscritti all’ANPI a votare No? In linea di principio, spiega Smuraglia, dovrebbe essere così ma

abbiamo sempre affermato che la nostra è un Associazione pluralista, per cui è lecito anche avere opinioni diverse. Altra cosa, però, sono i comportamenti. È certo che ognuno può pensarla come vuole; ed è altrettanto certo, che quando si voterà, ognuno sarà libero di votare secondo coscienza. Si può andare più in là di questo? C’è da ritenere di no, perché altrimenti ne andrebbe della stessa immagine dell’ANPI. Ovviamente, non sarà “punito” nessuno per aver disobbedito,ma è lecito chiedere, pretendere, comportamenti che non danneggino l’ANPI e che cerchino di conciliare il dovere di rispettare le decisioni, con la libertà di opinione.

L’ANPI “sta con” il No al Referendum, ma non con tutto il fronte del No o tutti Comitati del No, semmai solo con quelli che ANPI sta organizzando insieme all’ARCI. A dirla tutta non è nemmeno vero dire che tutti gli iscritti all’ANPI voteranno No, visto che tra i centoventimila iscritti più di qualcuno è iscritto al PD e ha intenzione di votare Sì.
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Il resto della Boschi

“Non e’ una riforma del governo, e’ di tutta la comunita’ dei cittadini italiani”, ha sottolineato la Boschi in merito alla raccolta delle firme per i comitati del Sì, e ha aggiunto: “Avevamo sempre detto che su una riforma cosi’ importante avremmo chiesto il referendum, anche quando la maggioranza era piu’ ampia. Ora e’ obbligatorio, ma anche quando i numeri erano piu’ ampi avevamo detto che non avremmo raggiunto il quorum, il referendum sarebbe stata una scelta politica”. Per la Boschi “non e’ irrituale” che il governo faccia una campagna cosi’ attiva per il si’, “era gia’ accaduto nel 2001”, sottolinea la ministra. “Se il programma di cambiamento non dovesse essere quello voluto dai cittadini come facciamo a restare? Non e’ un problema di destini personali, ma di stabilita’ del paese, si avrebbero per anni governi di larghe intese, di inciuci”, ha proseguito la ministra. “Abbiamo già detto che se il referendum dovesse andare male non proseguiremmo il nostro progetto politico, lo farebbero altri”, ha sottolineato la Boschi. Che infine ha ricordato come lei e Renzi siano pronti all’addio in caso di sconfitta: “Si’, ovviamente è un lavoro che abbiamo fatto insieme e ci assumiamo la responsabilità insieme”.

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