Perché è meglio non votare Marchini sindaco di Roma

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2016-05-10

Qualcuno, anche a sinistra, avrebbe potuto pensare che sarebbe stata una buona idea, per fare un dispetto a Salvini & Meloni, votare Alfio Marchini al primo turno delle elezioni per spingere i moderati del centrodestra a discapito degli estremisti. O di votarlo perché la sua proposta avrebbe rappresentato un argine alla deriva populista. Beh, se …

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Qualcuno, anche a sinistra, avrebbe potuto pensare che sarebbe stata una buona idea, per fare un dispetto a Salvini & Meloni, votare Alfio Marchini al primo turno delle elezioni per spingere i moderati del centrodestra a discapito degli estremisti. O di votarlo perché la sua proposta avrebbe rappresentato un argine alla deriva populista. Beh, se l’avete pensato avete sbagliato. Alfio Marchini non è infatti all’altezza di fare il sindaco di Roma e lo prova la dichiarazione sulle Unioni Civili che ha rilasciato durante un forum dell’agenzia di stampa ANSA:

“Non ho nulla contro il riconoscimento dei diritti civili, ma non è compito del sindaco fare queste cose per cui non celebrerò unioni gay se dovessi vincere le elezioni”.

alfio marchini
Marchini è evidentemente inadatto a fare il sindaco di Roma perché, impreparato com’è, non si rende conto che compito del sindaco non è decidere quali leggi dello Stato fare applicare e quali no durante il suo mandato da primo cittadino. Una persona a conoscenza anche soltanto delle norme elementari in materia di amministrazione dovrebbe infatti sapere che questo non è possibile, come spiegato qui da Angelo Schillaci dell’Università la Sapienza di Roma:

L’unione civile è istituto diverso dal matrimonio, e la forma della sua celebrazione è autonomamente disciplinata dal comma 2 del disegno di legge. È probabile che la norma non sia stata estesa per questa ragione. Inoltre, l’articolo che stabilisce le sanzioni, il 138 del codice civile, si riferisce anche alle pubblicazioni di matrimonio che per le unioni civili non sono previste“. Di fatto, è possibile che qualche sindaco o ufficiale di stato civile, a legge approvata, invochi l’obiezione di coscienza per non celebrare l’unione tra due persone dello stesso sesso.
“L’attuale testo, ai commi 2 e 3 dell’articolo 1 – continua Schillaci – prevede che sia l’ufficiale di stato civile a celebrare l’unione e a provvedere ‘alla registrazione degli atti di unione civile’. Questo implica che è dovere dell’ufficiale svolgere questo compito. Nel caso in cui un ufficiale di stato civile dovesse rifiutarsi, dunque, potrebbero porsi le basi per un’accusa di omissione e rifiuto di atto d’ufficio“. Stiamo parlando, per essere precisi, di un reato codificato dal codice penale nell’art. 328.

Ora, è evidente che per essere sindaci bisogna avere conoscenze anche elementari di questioni giuridiche, così come è altrettanto evidente che Marchini ne sia sprovvisto. E di avere un sindaco nei guai con la legge per la propria ignoranza Roma non ha davvero bisogno. Ecco perché è meglio votare chi le leggi le conosce o per lo meno non inventa strane obiezioni di coscienza per raccattare quattro voti dai fascisti. Marchini ha dimostrato di non conoscerle. Avanti il prossimo. E peccato per il cane.

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