Il M5S contro Repubblica per Davide Casaleggio

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-05-08

Grillini infuriati per i virgolettati attribuiti al figlio del fondatore: «Il vero rischio adesso è perdere le elezioni»

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“Il Movimento 5 Stelle ha inviato al quotidiano La Repubblica una diffida con richiesta d’immediata rettifica in relazione all’articolo ‘L’imbarazzo del M5S e Casaleggio Jr avverte ‘il vero rischio adesso e’ perdere le elezioni'”. Lo rende noto il gruppo comunicazione del Movimento 5 Stelle che annuncia anche che “segnalerà la condotta del giornalista all’Ordine del giornalisti”. “Il M5S precisa che tutte le affermazioni riportate in forma di virgolettato ed attribuibili dal giornalista a Davide Casaleggio ed al vice Presidente della Camera dei deputati Luigi Di Maio sono totalmente false ed infondate, in quanto si tratta di parole mai pronunciate dai diretti interessati” si legge nel testo di rettifica inviato a La Repubblica con richiesta di pubblicazione.

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L’articolo di Repubblica su Di Maio e Casaleggio che ha fatto arrabbiare il M5S


Il M5S contro Repubblica per Davide Casaleggio

“Tali affermazioni sono state, dunque, evidentemente costruite ad arte solo ed esclusivamente per dare rilevanza ad una notizia inesistente. Si precisa, inoltre, che non vi è stata né alcuna consultazione tra il vice Presidente della Camera Luigi Di Maio e Davide Casaleggio circa la questione di Livorno relativa al sindaco Nogarin, né alcuna strategia messa in atto dal deputato Di Maio. La questione di Livorno, infatti, è stata già ampiamente e pubblicamente chiarita dallo stesso primo cittadino” conclude la nota di rettifica inviata a La Repubblica. Nell’articolo, a firma di Tommaso Ciriaco, si riportava un virgolettato di Davide Casaleggio con alcuni non meglio specificati “fedelissimi”:

«Se Nogarin si dimette, perdiamo voti – ammette pragmaticamente Davide Casaleggio con i pochi fedelissimi che riescono a contattarlo nel bel mezzo della bufera – ma se non si dimette rischiamo di perdere le elezioni…». Ecco i tormenti del Movimento Cinque Stelle, colpito al cuore dallo scandalo di Livorno. Perché un conto è sostenere a caldo il sindaco, come fa Beppe Grillo. Altra cosa è reggere un’intera campagna elettorale, bombardati dall’accusa di «garantismo a giorni alterni».
Mollare il sindaco per salvare le amministrative, dunque, oppure mandare al macero anni di intransigente giustizialismo? Tocca a Luigi Di Maio cercare la via d’uscita da questo tunnel, rompendo l’equazione «avviso di garanzia uguale dimissioni». Il compromesso diventa una fiducia a tempo a Nogarin, in nome di una svolta elaborata dal vicepresidente della Camera alla vigilia della bufera: «E’ chiaro che dopo la vicenda di Quarto abbiamo aperto una riflessione al nostro interno – confidava solo pochi giorni fa alla Camera – Siamo a un passo dal conquistare Roma, vicini al governo del Paese. Diciamo che esiste una questione di garantismo che dobbiamo affrontare. L’obiettivo è trovare le soluzioni migliori, caso per caso».

Successivamente, sempre nel pezzo, si parlava anche del “reggente” Di Maio:

Anche Di Maio, naturalmente, conosce bene i rischi di una guerra di logoramento, testata sulla propria pelle in occasione dello scandalo di Quarto. Anche allora si tentò di salvare Rosa Capuozzo, salvo poi sacrificarla con un provvedimento d’espulsione. Stavolta, se possibile, è anche peggio: dopo Parma, Livorno è la città più popolosa governata dai cinquestelle. Quella con maggior peso politico. Per questo, il reggente mette in cantiere anche un’exit strategy, da mettere in atto se la pressione mediatica e politica dovesse farsi talmente insostenibile da mettere a repentaglio la corsa delle amministrative. Prevede le dimissioni concordate di Nogarin, considerato un “soldato” nel Movimento. Perché va bene la svolta garantista, ma le elezioni sono pur sempre le elezioni.

Leggi sull’argomento: Per cosa è indagato Filippo Nogarin a Livorno

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