L'Unità insiste a tentare di far cacciare Massimo Giannini

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2016-02-01

Dopo la marcia indietro di Michele Anzaldi l’Unità intervista oggi l’avvocato Corrado Guglielmucci, magistrato del lavoro di lungo corso, presidente onorario della Corte di Cassazione. L’intervista è di Mario Lavia, ex Europa come l’attuale portavoce del premier Filippo Sensi e l‘attuale consulente di Delrio Stefano Menichini. Lo stesso Lavia che qualche giorno fa, in coppia con …

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Dopo la marcia indietro di Michele Anzaldi l’Unità intervista oggi l’avvocato Corrado Guglielmucci, magistrato del lavoro di lungo corso, presidente onorario della Corte di Cassazione. L’intervista è di Mario Lavia, ex Europa come l’attuale portavoce del premier Filippo Sensi e l‘attuale consulente di Delrio Stefano Menichini. Lo stesso Lavia che qualche giorno fa, in coppia con Maria Teresa Meli sul Corriere, ci raccontava del complotto di D’Alema dietro la candidatura di Massimo Bray a Roma nonostante l’ex ministro avesse smentito di volersi candidare al di fuori del PD (come loro sostenevano) e nonostante oggi abbia detto definitivamente “no, grazie” alle primarie a Roma.
giannini unità
La battuta di Giannini, ricordiamolo, era questa: «Mi sembra abbastanza evidente che qui il problema non è il rispetto della legge, anche perché una legge esiste ma è all’acqua di rosa. C’è una questione di opportunità politica, non sto dicendo altro. Il fatto l’abbiamo raccontato, delle connessioni… diciamo… qualche rapporto incestuoso in questa vicenda c’è… ripeto: nessuna legge violata». Il giurista è inflessibile nello spiegarci con severità perché rischiano la Rai, Giannini e il direttore responsabile…

Giannini ha consumato una violazione al diritto fondamentale della dignità della persona umana tanto che secondo me la Boschi e suo padre potrebbero benissimo rivalersi in sede penale e civile. Peraltro fra i compiti fondamentali della Rai c’è quello di insegnare agli italiani l’uso di un corretto linguaggio, soprattutto nelle circostanze che siano oggetto anche di accesi contrasti. La violazione di questo non secondario obbligo di un conduttore Rai non può non incidere negativamente e pesantemente sul predetto patto di fiducia.
Giannini non può appellarsi al sacrosanto diritto di critica?
Secondo la Cassazione la critica non può mai trasmodare in espressioni offensive “ad hominem”.
Quindi la Rai doveva intervenire?
Certo, dalla mattina dopo. Il fatto che non siano intervenuti configura una grave responsabilità. In teoria, ai sensi dell’articolo 2183 del codice civile, potrebbero essere revocati.
Anche il direttore?
Sì, il direttore responsabile risponde per omesso controllo.

…nonostante né il ministro Boschi né il padre abbiano ancora annunciato una querela o chiesto una rettifica a Ballarò. Eppure rischia tutta questa gente, pensate. D’altro canto era stato lo stesso Anzaldi a dire al Corriere: «C’è un problema con Rai3 e con il Tg3, sì, ed è un problema grande, ufficiale. Purtroppo non hanno seguito il percorso del Partito democratico: non si sono accorti che è stato eletto un nuovo segretario, Matteo Renzi, il quale poi è diventato anche premier. Niente, non se ne sono proprio accorti! E così il Pd viene regolarmente maltrattato e l’attività del governo criticata come nemmeno ai tempi di Berlusconi». Allinearsi o morire: non male come segnale, no?

La frase di Giannini su Bancaetruria e il… di next-quotidiano

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