Luigi Di Maio, cosa c'è dietro la missione istituzionale a Londra

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2016-04-20

Alcuni parlamentari PD accusano il Di Maio di fare campagna elettorale a spese della Camera, ma la sua è una missione istituzionale. E se invece fosse una polemica tutta interna al Movimento per la conquista della leadership?

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Luigi Di Maio è il Vice-Presidente della Camera dei Deputati. Questo è un fatto. In quanto tale Luigi Di Maio non ha diritto a poter utilizzare i voli di Stato se non in casi eccezionali, ovvero in quelle situazioni in cui non è possibile “provvedere ai trasferimenti con voli di linea“.  Questo è un altro fatto. Due giorni fa il deputato Cinque Stelle Alessandro Di Battista ha detto che il Vice-Presidente della Camera Di Maio andrà a Londra “in qualità di esponente della seconda forza politica del Paese, per altro in netta crescita. Va con il suo ruolo: è importante per noi del M5s“. Non sembra quindi, stando a quanto ha detto Di Battista – delle cui parole nessuno ha motivo di dubitare – che Luigi Di Maio andrà a Londra però una missione istituzionale della Camera dei Deputati.
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Luigi Di Maio va all’estero per studiare

Per rispondere alle polemiche della deputata Dem Silvia Fregolent che ieri ha chiesto chiarimenti alla Presidenza della Camera in merito al tour elettorale di Di Maio a spese della Camera, l’esponente della seconda forza politica del Paese ha fatto sapere che non utilizzerà un volo di Stato per andare a Londra ma un semplice volo di linea in classe economy. Bella forza, verrebbe da dire, visto che non è che Di Maio ha rinunciato al servizio offerto dall’Aeronautica Militare perché semplicemente in questa situazione non ne ha il diritto. Nella sua dichiarazione su Facebook Di Maio fa anche sapere che si tratta di una missione istituzionale, smentendo così il collega e compagno di partito. La missione istituzionale in oggetto sarebbe quella del Comitato di vigilanza sul’attività di comunicazione della Camera del quale, guarda caso, Di Maio è Presidente. E dopo la tappa a Londra, di un giorno e mezzo (precisa Di Maio), il tour europeo toccherà anche Parigi (9 e 10 maggio) e Berlino (12 e 13 maggio). Di Maio ci tiene a far sapere che per questo viaggio spenderà il meno possibile, ma la verità è che a pagare, visto che si tratta di una missione istituzionale, sarà la Camera dei Deputati e quindi tutti i cittadini italiani. Il viaggio però non, sostengono in molti e né Di Maio né Di Battista hanno smentito, l’inizio delle grandi manovre grilline in vista dell’appuntamento elettorale del 2017. Insomma la sensazione che il Vice Presidente della Camera stia sfruttando il suo ruolo e la sua posizione per fare gli interessi del suo partito durante quello che dovrebbe un “viaggio istituzionale” c’è eccome. Anche se la missione era stata annunciata via email ai colleghi della Commissione già il 5 aprile e a Londra Di Maio non sarà da solo ma assieme al deputato di Fratelli D’Italia Edmondo Cirielli (a Parigi invece ci andrà con il PD Sergio Boccadutri). Per Rizzetto, Fregolent e Malpezzi ci sono pochi dubbi che il viaggio abbia soprattutto lo scopo di accreditare sullo scenario internazionale quello che sembra essere il leader in pectore del Movimento e futuro candidato Premier dei Cinque Stelle. Poi che la missione abbia lo scopo ufficiale di “studiare i meccanismi di controllo del Parlamento sul Governo” all’interno di un’indagine conoscitiva iniziata dalla Commissione un anno fa – come ha spiegato lo stesso Di Maio – è fuori di dubbio ma sembra un trucchetto (anche se nei fatti è tutto legittimo) da vecchia politica. Su questo però i parlamentari PD hanno poco di cui lamentarsi perché le missioni internazionali sono uno dei modi con cui si fa politica per il proprio partito. Inutile negare che – dal partito degli onesti – certi trucchetti uno non se li aspetterebbe. Oppure, si potrebbe malignamente pensare, il buon Dibba con quella sua dichiarazione birichina dal sen sfuggita che rivela intenzioni nascoste e malcelate ambizioni ha voluto tarpare le ali al suo compagno di partito. Forse nel Movimento non tutti sono così d’accordo sulla figura di Di Maio come leader e candidato premier ed allora la polemica sui viaggi istituzionali di Di Maio assumerebbe una connotazione diversa, rivelando una diversità di posizioni che fino a poco fa sarebbe stato difficile immaginare tra i componenti del Direttorio grillino.

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