Luigi Di Maio, lo smemorato

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2016-12-19

Il leader dei 5 Stelle sostiene di aver sempre chiesto la cacciata di Marra. Le parole pubbliche di Di Maio certificanno invece che il politico M5S, probabilmente in nome della trasparenza quanno ce pare, diceva il contrario di quello che pensava. Come un democristiano qualsiasi

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Mi ricordo, sì, io mi ricordo. «Marra se ne doveva andare e, con cortesia, glielo dissi in faccia», ricorda Luigi Di Maio sul blog di Beppe Grillo in un post in cui si difende da attacchi che ufficialmente non esistono, visto che non vengono spiegati né segnalati. Chi attacca pòro Di Maio? I soliti giornali, quei cattivoni che segnalavano le case di Marra alla sindaca la quale se ne fregava? In realtà a prendersela con lui sono soprattutto i compagni di partito, i quali, chissà perché, ricordano diversamente riguardo la posizione del vicepresidente della Camera su Raffaele Marra.

Luigi Di Maio, lo smemorato 

Chi ha ragione? «Durante l’incontro con Marra, di cui anche Davide Casaleggio e Beppe Grillo erano al corrente, svolto nel mio ufficio a Montecitorio con tanto di registrazione all’ingresso, gli riportai che il Movimento non aveva fiducia in lui e che quindi non era il caso che facesse parte del Gabinetto del Sindaco. Ho aggiunto anche che essendo dirigente assunto per concorso non potevamo certo licenziarlo. Lui ci tenne a spiegarmi che le cose che si dicevano sul suo conto non erano vere. Ma il suo racconto non cambiò il mio e il nostro orientamento: non aveva la fiducia del Movimento 5 Stelle, per questo non era opportuno che stesse nel gabinetto del Sindaco. Questo incontro è servito a rendere chiaro, anche se non ce n’era bisogno, come tutto il Movimento ha sempre chiesto l’allontanamento di Marra e che non ci sia mai stata sponda da parte di alcuno», sostiene Di Maio. L’incontro è andato in scena il 6 luglio scorso. Il 29 giugno il mini-direttorio aveva chiesto a Raggi l’allontanamento di Marra. Lei resisteva e il 2 luglio l’ex finanziere diventava vice-capo di gabinetto. E qui ricorda Ilario Lombardo sulla Stampa:

Il giorno prima, l’1 luglio, Di Maio risponde all’Ansa a una domanda sull’imminente nomina di Marra: «Chi in questi anni ha dimostrato buona volontà, competenze e storia personale all’interno della macchina amministrativa, ci venga a dare una mano». Non proprio le parole che ti aspetti da chi vuole allontanare una persona sgradita. Inoltre, le stesse parole e lo stesso concetto verranno ribadite da Di Maio il 7 luglio a Tel Aviv, davanti all’ambasciata italiana in Israele, ai cronisti di alcune testate tra le quali La Stampa.
La data è importante, perché è il giorno in cui a Roma veniva proclamata e presentata la giunta Raggi, ed è l’indomani dell’incontro tra Marra e Di Maio. Nell’articolo del Fatto di settembre, Travaglio riporta una frase detta da Marra al deputato grillino durante l’incontro del 6: «Se non l’avrò convinta ho qui pronta la mia lettera di dimissioni». Le dimissioni non arrivano: vuol dire che Di Maio si è convinto?

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La mail inviata da Taverna a Di Maio (Il Messaggero)

Quando il 12 luglio il mini-direttorio romano viene cancellato e finisce il bluff degli eletti che dovrebbero controllare Virginia, chi ha vinto nel M5S? Sembra evidente che è la Raggi ad aver ottenuto una vittoria politica mentre Marra è ancora là (eh già). C’è di più. E lo ricorda Annalisa Cuzzocrea su Repubblica:

Ad agosto, i giornali si riempiono delle ricostruzioni sul ”raggio magico”. Di Maio si infuria, prova a smentire l’irritazione di Grillo, dice di Marra: «Stiamo parlando di un incensurato!». Poi inciampa sul caso Muraro, quando dichiara di non sapere dell’indagine a carico dell’assessora ai Rifiuti nonostante avesse ricevuto mail e sms dettagliati. Chiarisce con Grillo, che lo perdona pubblicamente nella piazza di Nettuno. E smette di occuparsi di Roma.

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Le correnti M5S (Il Messaggero, 19 dicembre 2016)

La dimenticanza, sai, è come il vento…

Insomma, se c’è la parola di Di Maio a sostenere che privatamente lui ha chiesto di rimuovere Marra, la parola pubblica di Di Maio certifica invece che il politico M5S, probabilmente in nome della trasparenza quanno ce pare, principio imparato dalla sindaca Raggi, diceva il contrario di quello che pensava. Come un democristiano qualsiasi. E proprio con lui ce l’hanno nel M5S, evidentemente perché non si sono accorti della strenua opposizione (nascosta) che Di Maio ha fatto a Marra.

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Il deputato Matteo Mantero critica i leader televisivi M5S: con chi ce l’avrà?

Nessuno quindi all’interno del M5S si è accorto dell’intransigenza di Di Maio. Coincidenze?
EDIT ORE 10: Luigi Di Maio annuncia querela nei confronti di chi ha parlato della storia di Marra:
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Ad occhio, sembra che Di Maio ce l’abbia in particolar modo con Repubblica:
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Leggi sull’argomento: La brutta fine del Raggio Magico

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