Luigi Di Maio ci spiega la sua strategia per la Brexit

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2016-10-17

Sul Times oggi Luigi Di Maio ci spiega la Brexit a modo suo: gli inglesi vogliono chiudere le frontiere? Va bene. Vogliono continuare a vendere la loro merce in Europa come quando erano nella UE? Va bene. Cosa otterremo in cambio? Maggiore sovranità, ma solo per i britannici. Per il resto svendiamo pure la UE.

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Sul Times di oggi l’astro nascente della politica italiana Luigi Di Maio racconta la sua strategia per la Brexit. Secondo il Vicepresidente della Camera la Brexit è una decisione del popolo britannico e “non abbiamo alcun desiderio di punirli per questo”. Mentre il governo May non ha ancora deciso cosa chiedere alla UE Di Maio è già pronto ad offrire tutto quello che vogliono e senza chiedere nulla in cambio. Questo è quello che succede quando un partito euroscettico va in Europa per “cambiarla da dentro”.

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Oppure tutti i paesi UE potrebbero “riprendersi la sovranità” come il Regno Unito e tenere quei centomila italiani in Italia

Ecco come Luigi Di Maio condurrebbe le trattative con l’UK (se potesse)

Di Maio che ha parlato di “rancori” all’interno dell’Unione Europea e di “volontà di punire i Britannici per scoraggiare altri paesi dal lasciare l’Unione” sostiene che “non dobbiamo fare la guerra al Regno Unito” in fase di negoziati (ovviamente se e quando ci saranno). Il Portavoce a Cinque Stelle tocca anche il tema caro ai leavers dichiarando che gli stati “devono avere il diritto di regolare i flussi migratori altrimenti non sarebbero più stati sovrani” mentre per quanto riguarda le conseguenze economiche della Brexit Di Maio auspica che i “singoli stati membri possano continuare ad avere fiorenti relazioni economiche con il Regno Unito”. Stranamente Di Maio si guarda bene dallo spiegare che queste potranno esserci se e solo se la Primo Ministro Theresa May deciderà di negoziare degli accordi con l’Unione Europea e che attualmente il governo britannico sembra poco intenzionato a volersi imbarcare in trattative separate con i 27 stati membri della UE per raggiungere accordi commerciali distinti. Lo stesso vale per la necessità di controllare l’afflusso di migranti: il Regno Unito non vuole solo limitare l’ingresso di clandestini (lasciandoli all’interno di quel disastro che è il campo soprannominato “La Giungla” di Calais) ma vuole anche impedire la libera circolazione dei cittadini e dei lavoratori europei, ovvero anche dei cittadini italiani. Non si capisce come mai un rappresentate politico italiano debba “tifare” per decisioni che danneggerebbero la libertà dei nostri connazionali. Inoltre Di Maio quando parla di “rancore” nei confronti dei britannici a causa della Brexit dimentica che proprio a causa del risultato del voto del referendum del 23 giugno sono stati bruciati in borsa diversi miliardi di euro. Ma i Cinque Stelle in politica estera sono così: stanno sempre dalla parte di coloro che come primo obiettivo non hanno gli interessi italiani, che sia Putin o la May (o Farage) fa poca differenza, l’importante è essere contro a prescindere e giocare per l’altra squadra. È interessante infine notare che quello che Di Maio vorrebbe per il Regno Unito o cozza con i principi fondamentali dell’Unione Europea (libertà di circolazione delle persone) o era già nelle possibilità del Regno Unito in quanto paese membro della UE (libertà di circolazione delle merci). È evidente che al vicepresidente della Camera interessano più gli affari (tra cui quelli della “lobby dei banchieri della City”) che le libertà dei cittadini della UE. Se Luigi Di Maio avesse l’incarico di condurre le trattative con il Regno Unito il risultato sarebbe che la UE accetterebbe tutte le proposte della May senza ottenere nulla in cambio. Secondo voi chi ci guadagnerebbe, gli italiani o i britannici?
 

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