Luca Ricolfi e la verità sulla disoccupazione

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2014-11-30

I numeri chiari del disastro italiano, al di là della propaganda del governo

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Mentre il governo Renzi invia comunicati stampa per mediare il risultato dei dati Istat e il suo premier confronta i dati di aprile per dire che i posti di lavoro sono aumentati di 150mila unità, Luca Ricolfi e la Fondazione Hume sulla Stampa mettono a confronto i dati sulla disoccupazione al di là del 1977: il numero che ritorna sempre per confrontare i dati è quello dell’inizio delle serie storiche dell’Istat sulla disoccupazione, che porta spesso a dire che la disoccupazione è “record dal 1977”. In realtà il record c’è perché quello è il primo anno che si mette a confronto nelle serie storiche. Ma è possibile anche confrontare, anche senza lo stesso rigore statistico, i numeri con quelli degli altri periodi di crisi dell’occupazione. Questo è ciò che fa il professore, che spiega:

Mai, nella storia d’Italia, il tasso di disoccupazione è stato ai livelli di oggi. Altro ché 1977. La disoccupazione era più bassa di oggi anche nel periodo 1959-1976, per cui abbiamo una serie storica Istat. Era più bassa anche negli anni della ricostruzione, dal 1946 al 1958. Ed era più bassa durante il fascismo, persino negli anni dopo la crisi del 1929. Quanto al periodo che va dall’unità d’Italia all’epoca giolittiana, è difficile fare paragoni con l’oggi, se non altro perché è proprio allora che prende lentamente forma il concetto moderno di disoccupazione, ma basta un’occhiata ai censimenti e agli studi che li hanno analizzati (splendidi quelli di Manfredi Alberti, borsista Istat) per rendersi conto che, comunque si definisca il fenomeno, siamo sempre abbondantemente al di sotto dei livelli attuali.

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La disoccupazione a confronto nella UE (La Stampa, 30 novembre 2014)

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La disoccupazione mai così alta in Italia (La Stampa, 30 novembre 2014)

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