L'orrore delle primarie del PD in Campania

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-02-26

Candidati che si ritirano, parlamentari che lasciano il partito e si autosospendono, l’ombra degli accordi con personaggi dall’oscuro passato: la regione per il partito resta un tabù. E la figuraccia con Caldoro è dietro l’angolo

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Un eurodeputato dalemiano che lascia il PD, un altro che si autosospende fino a giugno e un deputato che ritira la propria candidatura. Con le notizie su Massimo Paolucci, Guglielmo Fraccaro e Gennaro Migliore si chiude oggi un giorno nero per il Partito Democratico in Campania, che lo getta nel caos a tre giorni dalla competizione che dovrebbe scegliere lo sfidante di Stefano Caldoro. Rimangono in corsa Andrea Cozzolino, Vincenzo De Luca e Marco Di Lello, mentre anche il candidato dell’IDV Aniello Di Nardo lascia la competizione.
 
L’ORRORE DELLE PRIMARIE PD IN CAMPANIA
Ad accendere le polveri l’eurodeputato Massimo Paolucci, dalemiano, che si è dimesso dal partito lanciando ad alcuni dei 5 candidati accuse di presunte intese con politici tuttora considerati cosentiniani e di accordi con esponenti campani della destra. E diventa sempre più consistente l’incubo di 4 anni fa: l’annullamento delle primarie per le amministrative a Napoli del 2011. Una competizione, allora, tutta interna al Pd condita da accuse e veleni per i dubbi sui votanti; seguita dal passo indietro di chi era risultato vincitore, Andrea Cozzolino e dal commissariamento del partito con l’arrivo di Andrea Orlando. Le conseguenze furono nefaste per il Pd che perse clamorosamente contro il Pdl e il movimento arancione dell’attuale sindaco de Magistris. Il tutto a due anni dalla sconfitta in Provincia di Napoli e a 12 mesi da quella in Regione Campania con l’avvento di Caldoro. Le accuse di Paolucci sono durissime. L’eurodeputato non fa alcun nome (sono 5 i candidati in corsa: Cozzolino, De Luca e Migliore del Pd, il socialista Di Lello e il dipietrista Di Nardo) ma i riferimenti sono facilmente interpretabili. Si riferisce ad esempio a foto che ritraggono Vincenzo De Luca con il consigliere regionale Carlo Aveta (ex An, poi Destra di Storace, oggi nel gruppo misto) e Andrea Cozzolino con alcuni politici considerati “cosentiniani”.

Ho sempre pensato, e continuo a pensare che il Pd sia la nostra casa naturale, lo storico approdo delle diverse esperienze e culture del centrosinistra italiano. Ho difeso questa tesi anche quando il mio dissenso su alcune scelte compiute da Renzi era molto forte. Quel che non posso tollerare è vedere il mio partito trasformarsi geneticamente. Quel che non posso sopportare è l’ipocrisia, la doppia morale. Tutti, a Napoli e a Roma sanno che le nostre prossime primarie saranno un grande revival di Forza Italia.
Tutti vedono le fotografie riportate dai giornali. Tanti, navigando sulla rete, hanno “scoperto” fotografie imbarazzanti. Tanti sanno che le nostre prossime primarie saranno un replay peggiore di quelle svolte nel 2011. Tanti sanno che si va incontro a un disastro annunciato. Tantisanno che sotto gli occhi di tutti si stanno spendendo montagne di soldi. Tanti sanno che sotto i nostri occhi si definiscono accordi con interi settori del centrodestra, con i protagonisti della stagione cosentiniana.

Subito dopo arriva l’addio di Gennaro Migliore, l’ex SEL nel frattempo diventato come per magia il candidato renziano alla Regione. La decisione è maturata nella giornata di ieri, dopo le tensioni registrate nel partito campano ed è divenuta definitiva questa mattina, dopo un colloquio con il presidente del Consiglio Matteo Renzi. La lettera di motivazioni di Migliore è quntomeno contraddittoria:

La mia scelta di scendere in campo, dopo essere stato indicato da un ampio schieramento del Pd come candidato unitario, nasceva dalla profonda fiducia in questo istituto della democrazia. E dalla speranza di poter rappresentare una candidatura di rinnovamento per il governo della regione. Nella situazione attuale, entrambe le condizioni sono venute meno.
Sono convinto che le primarie in futuro dovranno essere regolate per legge, così come auspicato da molti, a partire da Raffaele Cantone. Perciò mi impegno a presentare una proposta in tal senso in Parlamento. Per quanto riguarda quelle di domenica prossima auspico e confido nel massimo di partecipazione e nella totale trasparenza, impedendo ogni interferenza di noti rappresentanti della destra.
 


LA GRANDE FUGA DALLE PRIMARIE PD IN CAMPANIA
A quel punto durante la giornata arriva un’altra defezione. Con una lunga lettera aperta, il deputato del Pd Guglielmo Vaccaro annuncia la sua autosospensione dal partito in disaccordo con la scelta dei vertici di far celebrare le primarie per la scelta del candidato governatore in Campania. «Per chi ha la mia storia e la mia formazione – scrive Vaccaro, tra i principali sostenitori della necessità di convergere su un candidato unitario individuato nel presidente del Cnr Gino Nicolais – l’idea che si debba essere costretti, da strategie nazionali che si sono rivelate sballate, a decidere chi sostenere tra persone (i due candidati iscritti al Pd) che non sanno cosa sia il rispetto della parola, degli impegni e dei propri doveri pubblici, è impensabile. In tanti anni di attività politica, per me iniziata come rappresentante degli studenti all’università, non ho mai provato un sentimento di distanza così enorme tra la mia passione politica e le possibilità concrete di lavoro e di impegno al servizio della mia terra come quello che sto vivendo in questi giorni a seguito delle incredibili vicende in cui si è venuto a trovare il Partito democratico campano». Vaccaro individua nei vertici locali del partito i responsabili della gestione del caso primarie: «Una Segreteria Regionale incapace – osserva – ha condotto in un vicolo cieco un partito sordo ad ogni monito della società regionale. Le primarie per la scelta del competitore di Stefano Caldoro si celebreranno con un duello finale tra un amministratore condannato ed un impresentabile, come ci ha ricordato Roberto Saviano qualche mese fa. Due persone che conosco bene e dalle quali non comprerei una macchina usata, per dirla all’americana. Non so chi prevarrà, so però chi ha già perso: il Pd di Renzi ed il Pd delle persone che vogliono un cambiamento. Questo massacro di ogni e qualsiasi aspirazione al cambiamento nella nostra Regione non può trovarmi complice silente». Di qui la decisione di autosospendersi: «Come sapete – ricorda – in questi lunghissimi mesi, avevo lavorato a proposte alternative, quella di Angelica Saggese che d’intesa con il livello nazionale ha ceduto il passo a Gennaro Migliore ed infine la possibilità di valorizzare la disponibilità di Gino Nicolais. Tre persone capaci e perbene. Ma per motivi che un giorno Renzi dovrà spiegare e che io, fin da oggi, riesco ad immaginare si è scelto di trascurare tutto ciò. Dopo troppi rinvii e tanti errori, domenica prossima ci sarà una lotta a colpi bassi tra due personaggi che hanno vissuto una vita intera solo ed esclusivamente di politica politicante, massacrando continuamente i principi ed i valori della convivenza civile. Personalità che non hanno mai offerto esempi cui ispirare i comportamenti delle nuove generazioni. E’ il momento di dire basta, è ora – sottolinea Vaccaro – di prendere un po’ di tempo per riflettere seriamente sul senso dell’impegno politico in questa regione ed in questo partito. Inizia una fase di riflessione lunga e libera che per serietà deve essere accompagnata da un’autosospensione dal Partito Democratico».
vincenzo de luca
DIECI PICCOLI CANDIDATI
Alla fine del rodeo, dei tanti piccoli candidati rimangono in piedi soltanto De Luca e Cozzolino, oltre a Di Lello. De Luca presenta in serata il programma a Salerno: «La mia non è una candidatura di partito, mi rivolgo a tutte le persone perbene», dice. Cozzolino chiude la campagna domani a Ercolano per ricordare, nel Comune dove ci sono state ombre di infiltrazioni sul voto per le primarie comunali, «che sono sempre stato e sempre sarò in prima linea nella lotta alla camorra e alla criminalità organizzata». Domani la segretaria regionale Assunta Tartaglione presenterà ufficialmente i candidati, mentre il presidente del Pd regionale Stefano Graziano lancia un appello ai candidati affinché “chi vincerà, abbia il sostegno di tutti”. Ma le prospettive di sospetti e ricorsi post-voto sono già dietro l’angolo come dimostrano le parole da Roma del vice presidente della Commissione Antimafia Claudio Fava: «Le primarie in Campania rischiano di riproporre una pagina opaca per tutta la politica italiana. Le molte denunce di queste ore, assieme al disimpegno di alcuni parlamentari e al ritiro di Gennaro Migliore, rendono forte e legittima la preoccupazione che il voto non sia impermeabile a infiltrazioni e sollecitazioni estranee al centrosinistra». Per l’ex segretario del Pd Pier Luigi Bersani le tensioni di questi giorni «non sono una novità. Ho sempre detto che le primarie andavano messe in sicurezza ma quando sollevai il tema partì una campagna che diceva che ero un burocrate, che non volevo le primarie. Adesso molti di quegli stessi vogliono annullare le primarie. No, bisogna farle e farle bene».
 

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