«Lo smog alto toglie in media dieci mesi di vita»

di Lorelei

Pubblicato il 2015-12-28

Francesco Forastiere, epidemiologo ed esperto di inquinamento atmosferico che ha diretto lo studio «Viias» del ministero della Salute – dove si parla di 35mila morti premature per effetto dell’inquinamento in Italia – rilascia un’intervista alla Stampa per spiegare cosa succede a causa dell’alto livello delle polveri sottili o micropolveri: «Sì. Stiamo parlando di dieci mesi …

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Francesco Forastiere, epidemiologo ed esperto di inquinamento atmosferico che ha diretto lo studio «Viias» del ministero della Salute – dove si parla di 35mila morti premature per effetto dell’inquinamento in Italia – rilascia un’intervista alla Stampa per spiegare cosa succede a causa dell’alto livello delle polveri sottili o micropolveri:

«Sì. Stiamo parlando di dieci mesi di vita in meno. In media i cittadini italiani muoiono dieci mesi prima per l’inquinamento. Dieci mesi che diventano 14 al Nord e 6 al Sud».
Chi abita in una grande città è penalizzato?
«Ci sono differenze importanti tra grandi centri e centri più piccoli, ma dipende molto dalla situazione geografica. La differenza tra Roma e Viterbo è importante, mentre nella Pianura padana l’inquinamento è più diffuso».
Ovvero?
«I mesi di vita “perduti” a Roma sono 12, e soltanto 6 a Viterbo. In Val Padana, invece, non c’è grande differenza tra Milano e Monza: in tutti e due i casi i mesi di vita sottratti sono 14».
Quali sono le patologie, di che malattie stiamo parlando?
«Primo, malattie cardio e cerebrovascolari, ovvero infarto, scompenso cardiaco, aritmie e ictus. Secondo, le malattie respiratorie, come bronchite cronica e asma bronchiale. Infine il tumore, a partire dai polmoni».

targhe alterne smog
Smog, le targhe alterne e gli altri provvedimenti nelle città

Forastiere spiega anche perché c’è discrasia tra i limiti di Pm10 dell’OMS e quelli dell’Europa:

Perché l’Oms fissa limiti di Pm10 molto più severi rispetto ai valori stabiliti da Bruxelles?
«Ci sono state resistenze di alcuni Paesi. È come se il medico prescrivesse di non fumare più, ma la legge dicesse che in fondo va bene anche fumare dieci sigarette».
Da circa un mese nelle grandi metropoli (e non solo) si superano molto i «blandi» limiti europei. Quali sono le conseguenze?
«Si aggravano le condizioni di salute delle persone: chi già ha una malattia cardiaca o respiratoria può star peggio». Si possono misurare gli effetti dell’emergenza in corso? «Aumenteranno i decessi. Ci sono studi molto precisi: se l’inquinamento da Pm10 arriva a 60 mg/mc, la mortalità aumenta dell’1%. Un esempio: a Torino si registrano 27 decessi al giorno, in media. Se le Pm10 arrivano a 60, c’è un “quarto di decesso” in più al giorno, e così via. A Roma invece è “mezzo decesso”: ipotizzando un’emergenza di venti giorni, sempre a Roma con Pm10 a quota 70 conteremo venti decessi in più al giorno, trenta a 80, e così via».

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