L'intervista di Stefano Vignaroli sulla Stampa

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2016-08-03

Dopo un silenzio durato quasi due settimane, Stefano Vignaroli decide finalmente di parlare con la Stampa per dare la sua versione dei fatti sul ruolo che ha avuto nello scontro tra AMA e Comune di Roma, di cui ieri Daniele Fortini durante l’audizione in Commissione Ecomafie ha dato ampia rendicontazione. Le risposte di Vignaroli sono, …

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Dopo un silenzio durato quasi due settimane, Stefano Vignaroli decide finalmente di parlare con la Stampa per dare la sua versione dei fatti sul ruolo che ha avuto nello scontro tra AMA e Comune di Roma, di cui ieri Daniele Fortini durante l’audizione in Commissione Ecomafie ha dato ampia rendicontazione. Le risposte di Vignaroli sono, come da tradizione M5S, molto evasive e assai incomplete. Vediamone qualcuna. All’inizio si parla del conflitto d’interessi della Muraro e dei contenziosi che ha aperti con l’azienda:

Aveva un contenzioso con Ama di 200 mila euro?
«Ha detto che è storia vecchia. Non chiede più soldi».

Qui si apprende che quindi la Muraro aveva dei contenziosi, nonostante l’assessora non ne abbia fatto il minimo cenno nel post sul blog di Grillo. Che abbia deciso di rinunciarvi lo si apprendiamo adesso, in attesa della comunicazione ufficiale del ritiro delle chiamate in giudizio. Finora la circostanza, che è prova di conflitto d’interessi (visto che l’assessora dalla nomina si trova a vigilare su una sua controparte in giudizio), non era stata mai toccata nelle migliaia di post dedicati dal M5S alla comunicazione della vicenda. Come mai?

Non è che è avvelenata con l’ad di Ama Fortini perché con lui si è conclusa la consulenza?
«Fu Fortini a firmare per un rinnovo. Immagino la ritenesse all’altezza».

Qui Vignaroli dimentica di segnalare che Fortini propose alla Muraro di fare un concorso per entrare in AMA come dirigente, che la Muraro rifiutò. Probabilmente perché un dirigente ha esclusiva di lavoro e guadagna meno di un consulente. Dimentica anche che il rinnovo venne fatto a marzo e per sei mesi perché quella di avere un consulente per dodici anni era un’anomalia.
stefano vignaroli paola muraro

Perché Muraro ha insistito tanto sul tritovagliatore di Rocca Cencia, proprietà di Cerroni, su cui Fortini ha opposto resistenza perché sotto indagine?
«Lì ci siamo capiti male. È stato un errore mediatico».
Il blitz in streaming in Ama?
«Non lo streaming in sé. Ma durante l’incontro Muraro chiedeva a Fortini per quale motivo non volesse usare Rocca Cencia. Voleva per iscritto le sue ragioni. Noi siamo contro il tritovagliatore».
Però è passato il contrario: Muraro sembrava sostenerlo.
«Infatti è stato un errore mediatico perché non si è capito. Ma ho documenti, che vedrete al momento opportuno, che dimostrano come Fortini volesse rivolgersi a Cerroni».

In questo tris di domande si nota un interessante tentativo di arrampicata sugli specchi. Che la Muraro abbia indicato nel tritovagliatore di Rocca Cencia la soluzione all’emergenza rifiuti è un fatto, e a testimoniarlo non c’è solo il blitz in AMA ma anche quello con la sindaca a Rocca Cencia: «Questo è l’impianto multimateriale di Rocca Cencia: fa tre-quattro tonnellate invece delle 200 previste, questo impianto è stato inaugurato ufficialmente ma è stata un’inaugurazione beffa per tutta la città, queste cose vanno denunciate», disse all’epoca la Muraro. Un errore mediatico si può fare una volta, non due. Ed è evidente che la Muraro stesse spingendo per usare il tritovagliatore. Quindi è una balla sostenere il contrario, come fa Vignaroli, a meno che con quel “noi” non si riferisse al M5S. Il quale però a questo punto ha scelto un’assessora che non segue le sue direttive… Riguardo il fatto che Fortini volesse rivolgersi “a Cerroni”, la frase è importante perché testimonia, al netto dei distinguo pelosi sulla Porcarelli SRL, che il M5S è ben consapevole del fatto che rivolgersi al Colari significa rivolgersi a Cerroni. Infine, lo stesso Fortini ha confermato ieri in audizione che ha consigliato di rivolgersi al Colari, sì, ma non di utilizzare il tritovagliatore.

Perché fare un incontro segreto con la Colari di Cerroni ?
«Non era segreto. Il primo incontro lo abbiamo fatto alla sede Ama. Il secondo nell’ufficio del mio collaboratore e forse qui abbiamo peccato di ingenuità. Non sapevamo dove andare. Muraro non aveva ancora un ufficio. Non voglio passare per uno che fa inciuci con Cerroni. C’era un’emergenza. Più della metà dei rifiuti di Roma passano da lui. Fortini lo sa. Non è che arrivi e in due giorni cambi questa situazione».

Qui invece Vignaroli, semplicemente, dice assurdità. Un incontro pubblico è annunciato dalle parti, effettuato in un luogo pubblico, in cui le parti si recano ben sapendo che, ad esempio, troveranno giornalisti alle porte. Vignaroli ha convocato l’incontro non in Campidoglio, non nella sede del comitato elettorale del M5S dove la Raggi incontrò qualche tempo fa Fortini, ma nello studio privato di un suo collaboratore parlamentare a Gianicolense senza farlo sapere a nessuno. E finché quell’incontro non è finito sui giornali, Vignaroli non ha mai detto pubblicamente, in una comunicazione a lui riconducibile, di averlo fatto. Ne ha parlato soltanto quando il Comune ha ufficializzato l’accordo sul suo sito internet, nel gruppo facebook Quartiere Massimina, rispondendo a una conversazione aperta da un altro sul tema. Questo perché l’incontro era segreto.  È chiaro ed evidente a tutti che la scelta del M5S è stata pragmatica, è chiaro ed evidente a tutti che c’era un’emergenza e il M5S si è comportato così per una necessità istituzionale. Ma continuare a dire che Cristo è morto di freddo non aiuterà l’onorevole a togliersi d’imbarazzo.

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