L'Imu agricola e il pasticcio dei comuni montani

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-03-26

Una classificazione a prima vista bizzarra e i ricorsi al TAR

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La nuova versione dell’IMU agricola rischia di finire in un bel pasticcio. La tassa che porta 280 milioni di gettito nelle casse dello Stato, necessari a coprire la misura degli 80 euro in busta paga, sarà oggetto di ricorsi e class action già annunciati da vari partiti politici. Ma la questione giudiziaria più spinosa è quella che pende al TAR e, ci racconta il Corriere della Sera, prende il via dalla classificazione dei comuni che devono pagarla:
 

Per i comuni montani è prevista l’esenzione totale del versamento dell’Imu agricola. I proprietari dei terreni, insomma, non pagano alcunché. Nei comuni parzialmente montani l’esenzione esiste, ma solo per i coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli professionali. Negli altri comuni chi possiedeun terreno agricolo deve, invece,pagare la relativa imposta.Tutto chiaro, se non fosse che a stabilire il carattere montanodi un comune è la catalogazione dell’Istat che presta il fianco al ricorso dell’Anci Lazio. Tanto che ieri l’Istituto statistico, per effetto di un’ordinanza del Tar, ha dovuto depositare una relazione per argomentare e chiarire quali siano i criteri utilizzati per classificare i comuni montani e non montani. La controversia è alimentata da una semplice ragione: il criterio non è altimetrico. I comuni, cioè, non sono ordinati in base all’altezza sul livello del mare. Motivo per cui Gesualdo (Avellino), posto a 670 metri di altitudine, secondo l’elenco dell’Istat,non è montano. Lo sono, al contrario, i comuni sardi di Domusnovas e Tratalias sebbene, rispettivamente, a trenta e, addirittura, zero metri sul livello del mare. Stando così le cose, dunque, sono esentati.

IMU AGRICOLA
Non si tratta di sviste isolate.La lettura dell’intero elenco Istat restituisce una classificazione bizzarra:

Monte Argentario(Grosseto), località balneare a 5 metri sul livello del mare, è un comune montano. A dispetto del nome però non lo sono, comuni come Montefiascone (Viterbo) e Montemiletto (Avellino) arroccati a 600 metri di altitudine. L’etimologia, del resto, non ha suggerito alcunché ai classificatori. Piedimonte Matese (Caserta), malgrado si intuisca collocato ai piedi di una montagna, è un comune montano, mentre Piedimonte Etneo è considerato parzialmente montano. C’è poi il caso dei Castelli Romani oggetto di un’interrogazione parlamentare dei 5 Stelle. I comuni di San Cesareo (312 mt) e Colonna(343 mt) sono considerati montani, mentre Rocca di Papa(680 mt) e, soprattutto, Rocca Priora (768 metri di altitudine e sede della comunità montana) nell’elenco Istat risultano parzialmente montani. Proprio come il comune di Roma. Abbastanza per spingere l’Anci Lazio e una serie di sindaci a non mollare la presa davanti al Tar. Enrico Michetti, l’avvocato che assiste l’Anci, è netto: «Se la relazione dell’istituto di statistica è insoddisfacente, nei prossimi giorni chiederemo al Tar la sospensiva immediata o, peggio, ricorreremo al Consiglio di Stato».

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