L'importante è non decidere

di Carlo Cipiciani

Pubblicato il 2014-09-17

Decidere? No, grazie. Ma non siete stanchi di vivere in un Paese che non riesce a decidere su qualsiasi argomento? Dibattitti, talk show, tweet e retweew, chicchiere: al bar, in parlamento, sui giornali, nel web. Basta che non si metta un punto e si resti fermi alla partenza. Fatela finita. Dall’elezione di giudici costituzionali in …

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Decidere? No, grazie. Ma non siete stanchi di vivere in un Paese che non riesce a decidere su qualsiasi argomento? Dibattitti, talk show, tweet e retweew, chicchiere: al bar, in parlamento, sui giornali, nel web. Basta che non si metta un punto e si resti fermi alla partenza.
Non-decidere
Fatela finita. Dall’elezione di giudici costituzionali in Parlamento, alle riforme di carta, mai attuate, raramente approvate e spesso addirittura non presentate dai Governi, a semplici riunioni interminabili di condominio in cui molti di noi partecipano per (non) decidere il colore delle recinzioni o delle persiane, basta. E basta anche con la storia di sparare subito addosso a chi prova (o, semplicemente, dice di provare) a fare qualcosa, anche rischiando di sbagliare, applaudendo invece chi sta fermo, innamorati perdutamente dell’immobilismo senza fine. Rischi di autoritarismo? Ma per piacere! Una democrazia è fatta di meccanisimi di controllo, ma alla fine c’é chi si prende la reponsabilità di decidere.
Tra cultori del benaltrismo, amanti della discussione fine a se stessa e supporter di un rinvio (spesso peloso) delle decisioni alla volta successiva, l’Italia sta annegando nell’inconcludenza senza confini. Senza capire che, alla lunga, tirare a campare significa tirare le cuoia. E chissà che verrà dopo; o, se preferite, what comes neXt.

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