Il libro nero delle bustarelle ai politici romani

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2014-12-04

30mila euro al mese di flussi di cassa in nero per le regalie in cambio degli appalti. Così, allegramente, la politica romana svendeva una città ai criminali in cambio di case e rasature di prati

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Un libro di colore nero, manco a farlo apposta. Lì venivano appuntati i pagamenti ai politici romani effettuati da Salvatore Buzzi, a capo del sistema di cooperative con protagonista la Cooperativa 29 giugno che distribuiva mazzette in cambio di appalti. E un flusso d’affari sconcertante: 30mila euro al mese di cassa per il libro paga, più 120mila una tantum e la rasatura del prato di casa, come è stato concesso a uno degli indagati. Il sistema Roma che si era costruito all’ombra di Mafia Capitale durante il mandato di Alemanno e che aveva infiltrato anche la giunta Marino è tutto qui, nero su bianco, in questa lista di nomi con cifre accanto che i carabinieri hanno trovato durante le perquisizioni e che potrebbe costituire la prova finale per l’associazione a delinquere.

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La mappa dei pagamenti (La Repubblica, 4 dicembre 2014)

IL LIBRO NERO DELLE BUSTARELLE AI POLITICI ROMANI
Dentro il libro c’è di tutto: numeri che si riferiscono alle cifre di denaro regalate, appalti con il risultato finale e flussi di denaro mensili e una tantum registrati con accanto i cognomi dei destinatati. Per Franco Panzironi, all’epoca amministratore delegato di AMA, arrivavano 15mila euro al mese più 120mila una tantum per aver aiutato nell’aggiudicamento di una gara da 5 milioni di euro. A Panzironi è stato rasato anche il prato di casa come ulteriore regalino. Cinquemila euro al mese anche per Luca Odevaine, l’ex segretario di Veltroni che aveva aiutato la cooperativa al tavolo sull’accoglienza di immigrati. Millecinquecento euro al mese anche per Mario Schinà, e mille per Enrico Figurelli per aver fatto da tramite con Mirko Coratti, ex presidente dimissionario dell’Assemblea Capitolina. E ancora:

Claudio Turella, funzionario del Servizio Giardini del comune, ne voleva 100.000 per aver scorporato l’Iva dagli 800.000 euro assegnati per pulire la città dopo la nevicata delfebbraio 2012. «100.000 li mortacci…— si arrabbia Buzzi — sull’emergenza neve 40.000 euro(alludendo al fatto che avevano pattuito poi quella cifra,ndr) …15 gliene mancano… Oh ma c’è la difficoltà a trova’ i soldi…». Gliene darà solo 25.000. Eugenio Patanè, consigliere regionale Pd, stando a quanto riferiscono gli indagati ne chiedeva anche di più. «Patanè voleva 120.000 a lordo — dice Buzzi intercettato nel suo ufficio il 16 maggio scorso — siccome lo incontro martedì, una parte dei soldi gliela incomincerei a da’…».E più tardi, quel giorno, ammetterà: «Gli abbiamo dato 10.000 euro per… per carinerie, e finisce lì, non gli diamo più una lira». La banda Carminati riesce a corrompere anche “in trasferta”, nel comune di Sant’Oreste: al funzionario Marco Placidi 10.000 euro. E ancora: 40.000 in bonifici che il consorzio di Buzzi elargisce alla fondazione di Alemanno(Nuova Italia), i 15.000che gira al suo mandatario elettorale,altri 30.000 per la Fondazione Alcide De Gasperi, di cui Angelino Alfano è presidente.

Poi c’è Angelo Scozzafava, direttore del dipartimento Promozione dei Servizi Sociali del Campidoglio. I pubblici ministeri sottolineano come «le indagini hanno evidenziato l’ipotesi di una remunerazione della sua attività funzionale da parte del gruppo criminale con la promessa dell’assegnazione di un appartamento in una cooperativa». E l’appartamento arriva, alla fine, perché ci si mette a lavorare De Ninno per conto di Buzzi e alla fine ne trovano uno da 130mila euro che viene intestato a una delle cooperative che fanno parte della holding.

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Mafia Capitale, intercettazioni (Corriere della Sera, 4 dicembre 2014)

LA BANDA ALEMANNO

E poi c’è la Banda Alemanno.

Nella sua ordinanza il giudice evidenzia come «le erogazioni di utilità verso Alemanno» siano sempre successive a una decisione favorevole all’organizzazione. Oltre a un «pagamento di 75.000 euro per cene elettorali» si ricostruisce che cosa avviene durante la sua permanenza in Campidoglio. «Il 22 novembre 2012 Buzzi inviava un sms ad Antonio Lucarelli (capo della segreteria del sindaco ndr), Luca Gramazio e Gianni Alemanno: “Problema risolto per il nuovo campo grazie”, ricevendo in risposta da Alemanno il seguente messaggio: “Ok”». Il 27 novembre Buzzi prenota due tavoli da 5 mila euro l’uno «per una cena elettorale in favore di Alemanno, per il giorno 6 dicembre». Quello stesso 6 dicembre «a pochi giorni dall’approvazione dell’assestamento di bilancio 2012-2014, dai conti correnti delle società riconducibili a Buzzi, venivano effettuati ulteriori bonifici per complessivi 30.000 euro in favore della “Fondazione Nuova Italia”. E il17 aprile 2013 risulta effettuato un bonifico di 15 mila euro in favore di Fabrizio Pescatori, mandatario elettorale di Alemanno».

Leggi sull’argomento: Così Mafia Capitale si è presa il PD di Roma

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