La lettera di Fassina sul percorso comune per superare l'euro

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2014-11-14

Pubblicata sul Corriere della Sera in risposta a Polito

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Stefano Fassina scrive una lettera di risposta al Corriere della Sera dopo l’editoriale di Antonio Polito che lo chiamava in causa ieri insieme a Gianni Cuperlo come i fautori di una proposta per uscire dall’euro che viene dal Partito Democratico, dopo l’euroscetticismo di Lega e MoVimento 5 Stelle.

Caro Direttore, in merito all’editoriale di Antonio Polito vorrei chiarire il passaggio decisivo sull’euro.Primo punto: l’euro-zona è suuna rotta insostenibile. Dopo quasi 7 anni, è ancora 3 punti percentuali di Pil al disotto del 2007, il debito pubblico medio nell’area è aumentato di 30 punti percentuali e siamo in uno scenario di deflazione.Secondo punto: oggi, non vi sono le condizioni politiche per correggere la rotta del Titanic Europa. I protagonisti economici epolitici dell’euro-zona, soprattutto le opinioni pubbliche, sono sempre più divergenti e indisponibili all’integrazione politica necessaria. Di fronte a tale quadro, dopo aver elencato le correzioni da perseguire, è populista scrivere che l’unica strada possibile per evitare il naufragio è il superamento cooperativo dell’euro?

Della sua formula, con tutte le perplessità che suscita, abbiamo parlato qui.

Superamento cooperativo non è una litote, come sostiene Polito, per indicare«l’uscita dall’euro». Quest’ultima è un’espressione che non ho mai usato perché la nostra uscita unilaterale equivarrebbe al collasso dell’unione monetaria. Inoltre, non mitizzo l’Italia della lira e delle svalutazioni competitive. Superamento cooperativo è un altro paradigma culturale ep olitico. È il riconoscimento di una discussione in corso, anche in Germania. È il tentativo di salvare, attraverso il negoziato multilaterale, l’Europa possibile e evitare che le destre nazionaliste e xenofobe cavalchino le sofferenze economiche e sociali e le paure delle classi medie impoverite e catturino la domanda di partecipazione democratica effettiva. L’europeismo della sinistra rimane solido, ma esce dall’imbambolamento retorico.

Insieme a Cuperlo, Fassina rappresenta il fronte democratico per uscire dall’euro.

Abbiamo puntato a ricostruire la sovranità democratica in una dimensione di integrazione sovranazionale. Purtroppo, la strada è bloccata. Consapevoli dell’arretramento storico di un sogno, dobbiamo provare a ricostruire la sovranità democratica nella subottimale dimensione nazionale. Nello status quo, l’alternativa non è un doloroso e lento miglioramento, ma il naufragio.

 

Leggi sull’argomento: L’Italia che vuole uscire dall’euro

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