L'elogio del Sole 24 Ore ai 5 Stelle

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2016-03-23

Lina Palmerini e la differenza tra M5S e Lega: parole e intenzioni simili a quelle di Renzi

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Lina Palmerini sul Sole 24 Ore elogia oggi il MoVimento 5 Stelle per la posizione tenuta ieri sugli attentati di Bruxelles, contrapponendoli al populismo sguaiato della Lega. Secondo la commentatrice del quotidiano di Confindustria i grillini hanno utilizzato un lessico moderato e istituzionale che già traspariva nell’intervista rilasciata ieri al Corriere da Luigi Di Maio:

Si sentivano i soliti toni del giovane leader leghista che proponeva una «caccia» casa per casa e la chiusura dei confini mentre dal Movimento si metteva sul tavolo la necessità di una «intelligence interconnessa tra Paesi europei» e Luigi Di Maio scriveva di «seguire con apprensione gli sviluppi e di essere vicino alle famiglie». Parole e linguaggio – quelli dei grillini – del tutto simili ai leader europei, incluso Renzi. Insomma, un salto verso un lessico “istituzionale” che invece resta ben lontano dal leader leghista. Certo, forse il fatto che proprio oggi Luigi Di Maio – il candidato premier più quotato dei 5 Stelle – incontri gli ambasciatori europei ha condizionato anche le dichiarazioni di ieri.
Ma appare più probabile che proprio i toni di ieri sommati alla scelta di incontrare i rappresentati diplomatici dei Paesi dell’Unione stia determinando un cambiamento profondo dei 5 Stelle che la prova-terrorismo potrebbe accelerare. Nel senso che l’impatto degli attentati sull’opinione pubblica, il fatto che il fondamentalismo stia diventando una realtà con cui convivere, mette i partiti di fronte a un bivio. O spostarsi sempre più verso le ali estreme accentuando i toni del populismo oppure acquisire un profilo più governativo e istituzionale proponendo soluzioni credibili.

attentato bruxelles 1
La Palmerini dice che il M5S ha una prova di maturità da passare per candidarsi a guidare il paese: proprio quella che ha passato Di Maio escludendo l’intenzione di uscire dall’Europa ed elogiando Cameron nonostante i grillini a Strasburgo siano alleati del suo acerrimo nemico Nigel Farage:

Ecco, il Movimento sembra imboccare questo secondo bivio come se il terrorismo fosse una prova di maturità per candidarsi a guidare il Paese. Era questa l’impressione anche dalle risposte usate da Di Maio nell’intervista al Corriere, parole misurate in cui si esclude l’intenzione del Movimento di uscire dall’Europa, così come si nega quello che era sempre stato un punto del programma: il referendum di uscita dall’euro. Il fatto poi che ieri il parlamentare grillino Sibilia abbia menzionato la necessità di una intelligence europea conferma la volontà di tenersi dentro il perimetro dell’Unione anche se da una posizione “movimentista” e di cambiamento. Un po’ come Renzi.
Una virata – almeno per ora – piuttosto netta dei 5 Stelle anche perché Di Maio dice di ammirare il premier inglese Cameron – «è il migliore» – che è schierato sulla permanenza in Europa della Gran Bretagna nonché avversario politico di quel Nigel Farage con cui i 5 Stelle convivono nel gruppo parlamentare di Strasburgo.

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