Così lo Stato fa soldi con le leggi antifumo

di Sara Ferramola

Pubblicato il 2016-02-04

L’Italia si adegua agli altri paesi europei con le nuove leggi sul tabacco. Un sommario confronto con le legislazioni europee e americane. E cosa cambia rispetto agli altri. Soprattutto una cosa: le multe sono più alte

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Dal 2 febbraio anche l’Italia si adegua all’Europa per le leggi sul fumo. Ormai in tutta l’area sono previsti divieti che mettono in difficoltà i fumatori. Le nuove regole sono inserite all’interno del Decreto Legislativo tabacchi realizzato appositamente per conformarsi alle direttive del Parlamento Europeo. Pacchetti con immagini che faranno rabbrividire chiunque, ma soprattutto restrizioni sulle vendite e divieti di fumo anche negli spazi aperti. Un prolungamento della legge del 2003 la quale introduceva il divieto di fumo negli spazi chiusi.
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Le nuove norme sul fumo in Italia

Le nuove norme dicono no anche al fumo nella propria auto se in presenza di donne incinte e minori di 18 anni. Tutto ciò ripreso dal Regno Unito che ha varato la stessa legge il 1 ottobre scorso e prevede la sanzione di soltanto 50 sterline, equivalenti 68 euro. Qui il guidatore ha la responsabilità totale anche se a fumare è un passeggero. Escluse soltanto le cabriolet con il tettino completamente aperto. Tutelare la salute di altri, in particolare quelle di donne in dolce attesa e i minori, è lo scopo principale della legge. A proposito di minori, verranno eliminati dal commercio le confezioni di sigarette da dieci, perchè pare incitino i giovani a iniziare a fumare. Le sanzioni per la vendita di sigarette a tali soggetti possono variare da 500 a 3 mila euro, oltre a correre il rischio di sospensione dell’attività per due settimane. Sanzioni care fino a 300 euro i fumatori colti a buttare mozziconi di sigaretta per terra. La nuova normativa va oltre: non si potrà fumare neanche al di fuori degli ospedali. In generale il 50 per cento delle multe sarà versato all’entrata del bilancio dello Stato per essere riassegnato ad un apposito fondo, presso lo stato di previsione del ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare mentre l’altro 50 per cento sarà destinato ai comuni che avranno somministrato le multe e potrà essere utilizzato per campagne di sensibilizzazione sul tema. Ma come funziona negli altri paesi? In Francia, ad esempio, l’avvio della legislazione antitabacco risale al 1976 con la legge Veil. La normativa Evin del 1991 fissava un divieto di fumare negli spazi collettivi. Nel 2003, infine, era stato introdotto il divieto di vendere sigarette ai minori, mentre in Italia entrava in vigore la legge Sirchia che vietava le sigarette in qualsiasi locale al chiuso. La Francia è stato l’ultimo Paese dell’Unione a tutelare i diritti dei non fumatori. La legge che sanzionava il fumo nei locali chiusi è entrata in azione, prima dal febbraio 2007, che esonerava bar, ristoranti discoteche, che verranno inclusi l’anno seguente, al 1 gennaio 2008: la sanzione prevista per chi colto a fumare in questi locali è di 8 euro, la stessa cifra dell’Inghilterra; i responsabili del locale in cui avviene la violazione della norma saranno sottoposti a una multa di 135 euro. Più che i cittadini sono stati i tabaccai a non reagire bene, i quali hanno anche indetto scoperi negli anni seguenti. Sembra però che, nel corso del tempo, la legge sia stata dimenticata da alcuni: si sono riviste sigarette in bar e ristoranti. In Toulouse molti istituti sono tolleranti verso le sigarette.

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Le leggi anti-fumo negli USA (Fonte: CDC)

…E negli altri paesi

Negli USA lo stato più restrittivo è la California, con regole anti-fumo particolarmente severe: è illegale anche fumare in spiaggia. E’ stato il primo stato che nel 1994 ha vietato la sigaretta sui posti di lavoro e nel ’98 in tutti i locali. Col passare degli anni le leggi sono diventate sempre più restrittive: addio alla sigaretta quindi anche durante tutte le manifestazioni pubbliche all’aperto, dagli stadi del football ai ai mercatini di quartiere. Ma esenti dal provvedimento chi fuma marijuana per uso medico regolarmente prescritta da ricetta medica. A Bangor, nello stato del Maine, invece chi viene trovato a fumare in auto con a bordo un bambino rischia 50 dollari di multa. Secondo uno studio condotto dal CDC – -, al 31 dicembre 2010, in aggiunta ai 26 stati con leggi antifumo. otto stati hanno approvato leggi meno restrittive permettendo la sigarette in aree apposite con ventilazione. Infine, sette stati non hanno restrizioni al fumo in tutto lo stato in vigore per cantieri privati, i ristoranti o bar, mentre nessuno Stato meridionale ha una legge senza fumo di stato globale a tutti gli effetti. Ciò significa che negli Stati Uniti sono aumentati negli ultimi anni il numero di stati con leggi antifumo complete che vietano il fumo in tutte le aree interne di cantieri, ristoranti e bar, e l’aumento del numero di Stati Uniti residenti protetti da tali leggi. Alla data del 31 dicembre 2010 26 stati hanno adottato leggi antifumo, e quasi la metà (47,8%) dei residenti negli Stati Uniti sono coperti dallo stato completo senza fumo locale. Nonostante questi progressi, di circa 88 milioni di fumatori di età compresa tra ≥ 3 anni negli Stati Uniti sono esposti a SHS, come determinato dai livelli di nicotina sierica (un marcatore biologico per l’esposizione SHS) misurata come parte del National Health and Nutrition Examination Survey 2007–2.008 (6)”. I risultati di studi condotti in Inghilterra mostrano benefici per la salute. Tra questi studio ha riportato che un numero significativamente maggiore di fumatori in Inghilterra ha fatto un tentativo di smettere a causa di legislazione non-fumatori.

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I danni del fumo (fonte: Focus)

Ma i risultati?

Le reazioni alle leggi restrittive sul fumo sono stati diversi. in tutti gli stati. In Francia la legge sembra essere dimenticata. In Inghilterra c’è stato un approccio paternalistico nello spingere una politica anti-fumo. A differenza con l’alcol o ‘cibo spazzatura’ il governo non prevede limiti per un livello “sicuro” del fumo e invece incoraggia i fumatori a rinunciare del tutto. Questa sembra essere l’intenzione da parte di tutti i paesi. Le campagne di sensibilizzazione non bastano a convincere i cittadini a non fumare, quindi si passa alle maniere forti. L’Europa sembra stia seguendo l’andamento che hanno avuto gli USA a riguardo. Noi italiani siamo stati tra i primi, nel 2003, a vietare il fumo nei locali chiusi, poi ci hanno seguito gli altri con limitazioni più forti. Da oggi i più restrittivi saremo noi, avvicinandosi quasi alla California, con sanzioni molto più gravose economicamente rispetto agli altri, soprattutto gli europei. Per l’ansia di fare ciò che Bruxelles dice. L’Inghilterra sembra farla da padrona nel vecchio continente: le nostre leggi si adattano perfettamente. L’unica differenza è sulle multe: facendo la proporzione sterlina-euro, i francesi hanno incorporato nella legislazione le stesse cifre quanto a sanzioni in caso di violazioni delle leggi. Le nostre sono molto più alte.

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