L'Economist e l'Italia sull'orlo del burrone

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-07-08

Secondo il settimanale saremo i prossimi a cadere dopo il Regno Unito. E critica le regole del bail in

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Un torpedone tricolore pericolosamente in bilico, con la scritta ‘Banca’ sulla fiancata, pronto a precipitare nel burrone. E il titolo: ‘The Italian Job. Europe’s next crisis‘. E’ la nuova copertina dell’Economist, che dedica la sua apertura alla crisi delle banche italiane. La front page del settimanale britannico fa una chiara allusione alla Brexit e mostra un’auto con la bandiera britannica gia’ piombata inesorabilmente nel vuoto. Poco sopra il torpedone Italia, in precario equilibrio, ad un passo dal seguire la stessa sorte.

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L’Economist e l’Italia sull’orlo del burrone (8 luglio 2016)

Secondo l’Economist il premier Matteo Renzi ha sostanzialmente ragione quando chiede l’intervento dell’Europa sulle banche italiane: “Le pressioni del mercato sulle banche italiane non diminuiranno finché la fiducia non verrà ristabilita e ciò non succederà senza fondi pubblici. Se le regole sul bail-in verranno applicate con rigidità in Italia, le proteste dei risparmiatori mineranno la fiducia e apriranno le porte del potere ai movimento Cinque Stelle”. Per l’Economist, “la risposta giusta è autorizzare il governo italiano a finanziare i meccanismi di difesa delle sue banche vulnerabili con capitali pubblici che siano sufficienti per placare i timori di una crisi sistemica”.

L’Economist e l’Italia sull’orlo del burrone


L’Italia, aggiunge il settimanale britannico, “ha comunque bisogno urgentemente di fare piazza pulita nel settore bancario. Con i capitali che fuggono e un fondo di salvataggio finanziato dalle banche stesse già ampiamente esaurito, ciò necessiterà una iniezione di denaro pubblico”, cosa proibita dalle nuove regole dell’eurozona se le perdite non riguardano anche gli azionisti. L’Economist giudica “buone” le nuove regole sul bail-in, ma ricorda la particolarità del caso italiano, dove oltre 200 miliardi di titoli bancari sono in mano a piccoli investitori, non ad investitori istituzionali che conoscono i rischi, come nella maggior parte dei Paesi europei. “Obbligare gli italiani comuni ad accollarsi di nuovo le perdite danneggerebbe pesantemente il premier Matteo Renzi, facendo svanire la sua speranza di vincere il referendum sulle riforme costituzionali in autunno. Renzi vuole che le regole siano applicate con flessibilità”, conclude il settimanale.

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