Le scadenze fiscali a novembre

di dipocheparole

Pubblicato il 2016-11-06

Novembre, il mese delle tasse. Lo sanno bene le imprese, i lavoratori dipendenti (attraverso il loro datore) e i possessori di altri redditi che entro il 30 dovranno versare all’Erario 55,3 miliardi di euro tra Iva, acconti Irpef, addizionali Irpef, Irap, Ires e ritenute di imposta. Facendo il ‘conto’ di novembre, la Cgia di Mestre …

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Novembre, il mese delle tasse. Lo sanno bene le imprese, i lavoratori dipendenti (attraverso il loro datore) e i possessori di altri redditi che entro il 30 dovranno versare all’Erario 55,3 miliardi di euro tra Iva, acconti Irpef, addizionali Irpef, Irap, Ires e ritenute di imposta. Facendo il ‘conto’ di novembre, la Cgia di Mestre ricorda che il gettito tributario (imposte, tasse e tributi) supera i 490 mld l’anno, che andranno al Fisco rispettando una serie di scadenze fiscali che si concentrano prevalentemente tra novembre e dicembre, e tra giugno e luglio. L’imposta più impegnativa da onorare a novembre è l’acconto Ires, in capo alle società di capitali (Spa, Srl, Coop, etc.) che pagheranno 14,6 mld. Lavoratori autonomi e imprese verseranno 12,8 mld di Iva. I collaboratori e i lavoratori dipendenti, attraverso i rispettivi datori di lavoro, verseranno ritenute per 11,5 mld. L’acconto Irap costerà alle aziende 6 mld, mentre le ritenute Irpef dei lavoratori autonomi e l’addizionale regionale Irpef “peserà” in entrambi i casi 1 mld.

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Le scadenze del fisco a novembre (Il Giornale, 6 novembre 2016)

“Oltre all’eccessivo peso fiscale – segnala Paolo Zabeo, coordinatore Cgia – sul mondo delle imprese insiste un eccessivo numero di adempimenti burocratici che ostacola il lavoro di chi fa impresa. Secondo i dati pubblicati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, la burocrazia costa al sistema delle Pmi italiane quasi 31 mld all’anno”. Con troppe tasse e una burocrazia che non accenna a diminuire, la Cgia fa notare che anche i costi indiretti legati al pagamento delle imposte costituiscono un grosso problema. “A causa di un sistema fiscale ancora troppo frammentato – prosegue Zabeo – nel nostro Paese sono necessari 30 giorni lavorativi per pagare le tasse. In altre parole, tra le code agli sportelli, il tempo perso per recarsi dal commercialista, per compilare moduli, registri e schede, le imprese italiane impiegano 240 ore all’anno per onorare gli impegni con il fisco. Nell’eurozona solo gli sloveni subiscono un disagio superiore al nostro”. Se in Slovenia sono necessari 31 giorni di tempo per pagare le imposte, in Italia e in Portogallo i giorni scendono a 30. Tale soglia si abbassa a 27 in Germania, a 19 in Spagna, a 17 in Francia e a 10 in Irlanda. La media dell’area euro è di 19 giorni. Nell’analisi, osserva la Cgia, non sono stati conteggiati i contributi previdenziali che dovranno essere versati entro il 16 novembre.

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