Le cartelle di Equitalia (non) recapitate in agosto

di dipocheparole

Pubblicato il 2015-08-26

Dopo Roma disagi anche a Milano e Napoli per recuperare gli avvisi recapitati ad agosto e non ritirati dai contribuenti

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Il Messaggero racconta oggi la storia delle cartelle e degli avvisi di Equitalia non recapitati in agosto per le ferie, che ora i cittadini devono andare a ritirare all’ufficio postale:

Per capire è necessario ricostruire la catena di trasmissione che va dall’ente impositore al cittadino moroso. O supposto tale. Chi vanta un credito (di regola l’Agenzia delle entrate o la polizia municipale) affida il compito di riscuotere ad Equitalia che,a sua volta, incarica Poste Italiane di recapitare l’atto, tramite raccomandata, presso il domicilio del debitore. Se non lo trova in casa e non individua una persona di sua fiducia alla quale consegnare l’incartamento, la legge impone una nuova visita (nell’arco di 10 giorni) e solo dopo questo ulteriore tentativo andato a vuoto il postino (dopo aver lasciato l’avviso di giacenza) deposita l’atto presso la casa municipale. A chiusura dell’iter è prevista una raccomandata con ricevuta di ritorno che avvisa il contribuente del tentativo di notifica, del deposito dell’atto e dell’affissione alla sua porta dell’avviso di deposito. Ai fini della notifica è valida la data del ritiro dell’atto da parte del contribuente e se questo non avviene la notifica si considera completata per affissione alla scadenza dei dieci giorni da quando la raccomandata è stata inviata.

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Ma è qui che accade il fattaccio:

Il contribuente ha poi 60 giorni di tempo dalla notifica della cartella per pagare, rateizzare o eventualmente fare ricorso. Insomma,in teoria le cose filano lisce come l’olio. Ma nella pratica, ad esempio, per problemi di carenza di organico, non sempre l’obbligo della doppia visita del postino viene rispettato. Con il risultato, in particolare in estate con la gente di ritorno dal mare o dai monti, che i contribuenti a caccia di informazioni si concentrano tutti insieme negli stessi giorni. La domanda è: non sarebbe meglio diradare l’attività di consegna degli atti durante i mesi estivi? In linea teorica sì. Invece i fatti dimostrano che l’attività non si ferma. «L’affollamento presso gli uffici comunali per il ritiro delle cartelle-ha fatto sapere Poste Italiane in una nota – è stato determinato dai volumi da notificare e, conseguentemente, dalla elevata probabilità da parte dei portalettere di non riuscire a consegnare tali invii in un periodo di vacanze estive a causa dell’assenza dei destinatari.

Insomma, il postino non suona due volte nonostante la legge. E il cittadino ci rimette.

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