L'avviso di garanzia per Filippo Nogarin

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2016-05-07

Il sindaco di Livorno annuncia sul suo profilo Facebook di essere indagato per la vicenda AAMPS: il reato ipotizzato dovrebbe essere l’abuso d’ufficio. Cosa dicevano lui e Grillo qualche tempo fa sulla vicenda?

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Filippo Nogarin, sindaco di Livorno, annuncia sulla sua pagina Facebook di aver ricevuto un avviso di garanzia per la richiesta di concordato per l’AAMPS di Livorno. Il reato dovrebbe essere l’abuso di ufficio già contestato all’assessore Gianni Lemmetti.

Come già avevo previsto in questi giorni, stamattina ho ricevuto un avviso di garanzia legato alla richiesta di concordato per l’Aamps di Livorno del tutto identico a quello dell’assessore Lemmetti.
Non conosco ancora quale sia la contestazione specifica che la procura muove nei miei confronti.
Sono fermamente certo di aver sempre agito per il bene dell’azienda e dei livornesi, provando a salvare una situazione disastrosa lasciataci in eredità dal Pd, ma sin d’ora posso ribadire che nel MoVimento 5 Stelle non si aspetta certo una sentenza per dimettersi, perché noi non siamo legati ad alcuna poltrona.
Se già durante le indagini preliminari dovesse emergere una condotta contraria ai principi del MoVimento 5 Stelle sono pronto a dimettermi.
È evidente che ci siano ancora indagini in corso, tra l’altro promosse da noi stessi, visto che siamo stati noi a portare i libri in tribunale chiedendo ai magistrati di passarle ai raggi X.
Speriamo di poter accedere agli atti il prima possibile per capire la condotta che ci viene contestata.
Abbiamo bisogno di capire se si tratti di un atto dovuto o meno, visto che sul caso Aamps riteniamo di aver sempre e solo agito nell’interesse dei cittadini di Livorno, per riparare alle malefatte del Pd.
Un fronte in cui, tra l’altro, parrebbe cominciare a vedersi un po’ di luce dopo anni e anni di buio pesto: il piano, ancora in corso di redazione, salvaguarderebbe i livelli occupazionali e soddisferebbe per buona parte i creditori.

Nella medesima inchiesta è finito anche il predecessore di Nogarin, l’ex sindaco Pd Alessandro Cosimi a cui è stato nelle scorse settimane recapitato l’avviso di garanzia. L’azienda dei rifiuti è una partecipata al 100 per cento dal Comune, ma gravata da una pesante situazione debitoria: proprio l’amministrazione Cinquestelle ha avviato alla procedura di concordato preventivo.

L’avviso di garanzia per Filippo Nogarin

Il concordato preventivo è stato chiesto proprio dall’amministrazione Nogarin, che prima aveva promesso che avrebbe risanato AAMPS e poi, quando si è resa conto delle difficoltà dell’impresa, ha deciso di adire al concordato preventivo in continuità aziendale. All’epoca l’annuncio del concordato si accompagnò alla defenestrazione di consiglieri M5S appositamente diffidati per le critiche alla gestione Nogarin. Il quale sul blog di Grillo annunciava che si stava voltando finalmente pagina rispetto alla gestione precedente.

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Il post di Nogarin sul sito di Beppe Grillo

Nel marzo scorso il tribunale accolse la richiesta di concordato preventivo:

Sono quattro le pagine del tribunale fallimentare di Livorno firmate dai giudici Luigi Nannipieri, Gianmarco Marinai e Franco Pastorelli, con le quali si dà avvio alla procedura concorsuale della società dei rifiuti in forte crisi e con un debito di milioni di euro. “Rilevato – scrivono i giudici – che l’istante (dunque Aamps) ha provveduto a presentare, secondo quanto richiesto dall’articolo 161 sesto comma la domanda di concordato e i bilianci degli ultimi tre anni”. Ritenuto che – si legge ancora – sulla base delle considerazioni svolte e della documentazione prodotta, il concordato preventivo sia ammissibile”. Nel documento si elencano anche le ragione per cui Aamps possa accedere alla procedura concorsuale, facendo chiarezza anche sulla natura della società, partecipata al 100% dal Comune. Scrivono i giudici: “Ad oggi non sussistono sufficienti elementi per poter qualificare Aamps come ente pubblico”.

Il motivo? “Nel caso in cui si escludesse l’applicabilità della legge fallimentare – si legge ancora – sarebbe totalmente frustrato il sistema di pubblicità legale del registro delle imprese, che suscita nei terzi un legittimo affidamento all’assoggettabilità delle società al regime dell’imprenditore commerciale. Inoltre, si violerebbero clamorosamente i principi di concorrenza e di parità di trattamento tra imprese, e soprattutto si lascerebbe ai creditori la possibilità di azioni esecutive individuali che potrebbero impedire di fatto la prosecuzione dell’attività economica e la conservazione dei valori aziendali”.

Intanto Marco Valiani, consigliere ex 5 Stelle e nemico giurato di Nogarin, su Facebook convoca per domani alle 11 una manifestazione per chiedere le dimissioni del sindaco: «Eh già, come dicevo da tempo… circa un mese fa, anche luilí indagato. Ora i promotori, gli esaltatori, i precursori della parola ONESTÀ cosa devono fare? Nessun dubbio da parte mia, io che mantengo CERTI PRINCIPI, nessun dubbio… DIMISSIONI IMMEDIATE O SIETE SOLO QUAQUARAQUÁ. Domattina ore 11 sotto il comune». A gennaio sono stati espulsi Giuseppe Grillotti, Alessandro Mazzacca e Sandra Pecoretti dopo la faccenda legata al concordato preventivo su AAMPS. Sempre a Livorno all’inizio della legislatura di Nogarin era stato cacciato Valiani, a quanto pare per un disaccordo sulla nomina di alcuni assessori.

I reati contestati nella vicenda AAMPS

L’avviso di garanzia arrivato oggi al sindaco M5s di Livorno Filippo Nogarin, è l’ultimo di una lunga serie, che nelle scorse settimane hanno raggiunto anche l’ex sindaco Pd Alessandro Cosimi, alcuni membri della giunta della precedente amministrazione, ed amministratori dell’Aamps, l’azienda dei rifiuti partecipata al 100 per cento del Comune che si sono succeduti nel tempo ai vertici della società. L’Aamps, gravata da una pesante situazione debitoria, è ora ammessa al concordato preventivo come richiesto dal sindaco Nogarin. Il 18 aprile scorso lo stesso avviso di garanzia aveva raggiunto l’assessore al bilancio della giunta Nogarin, Gianni Lemmetti. I reati contestati dalla procura livornese agli indagati (più di una decina) coinvolti dell’indagine della guardia di finanza su Aamps abbracciano un arco temporale che va dal 2012 al 2016: vanno dalla malversazione ai danni dello Stato (nel 2013 per l’utilizzo indebito di finanziamenti rilasciati dalla Regione a Aamps, 1 milione di euro) all’abuso di ufficio connesso a false fatturazioni (1,6 milioni emesse da Aamps al Comune e pagate dal Comune stesso nel 2012). Poi le ipotesi di falso in bilancio per gli esercizi 2012, 2013 e 2014, approvato a fine 2015, (gli ultimi due bilanci approvati dal Comune nonostante il parere negativo dei sindaci revisori) tutti per importi di svariati milioni di euro. In questo caso le alterazioni in bilancio riguardano essenzialmente la contabilizzazione di crediti inesigibili. Inoltre si contesta la bancarotta fraudolenta societaria (nell’arco temporale 2012-2014) e la bancarotta e l’abuso di ufficio anche per l’assunzione dei 33 precari (che risale 2016). Infine si contesta l’abuso di ufficio per la revoca del penultimo cda ancora per il 2016. Nell’ambito dell’indagine c’e’ poi il reato di induzione indebita a dare o promettere utilità ‎che riguarda un accordo transattivo tra Aamps e un contribuente per un credito di 400mila a fronte del quale l’azienda ha incassato 126mila euro.

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