L'acconto TASI nelle principali città

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2015-05-17

La prima rata in scadenza a giugno

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Il Corriere della Sera pubblica l’ammontare dell’acconto TASI nelle principali città: la prima rata va in scadenza il 16 giugno. L’eventuale conguaglio andrà effettuato con la scadenza di dicembre. Per il calcolo si è considerato un appartamento con il valore catastale equivalente a quello di un immobile A/3 di 100 mq. Per le detrazioni è stata ipotizzata la presenza di un figlio convivente.

acconto tasi grandi città
La tabella sull’acconto TASI nelle grandi città (Corriere della Sera, 17 maggio 2015)

Il quotidiano ricorda che il metodo di pagamento è ancora un’incognita:

I problemi dei contribuenti intanto però sono altri. Prima di tutto come pagare. Se qualcuno aveva pensato di cavarsela aspettando a casa il bollettino precompilato del Comune, è meglio che si attrezzi. Questo obbligo da parte dei municipi non c’è. Lo ha chiarito definitivamente l’Ifel, la fondazione dell’Anci (Associazione dei Comuni), spiegando che solo «una lettura superficiale della legge di Stabilità 2014» ha portato a questo convincimento. Ma che «in realtà, non solo tale obbligo non emerge dalla normativa vigente, ma esso è nella pratica inattuabile». Questo perché non esiste «l’esatta conoscenza dei soggetti passivi» e perché «l’invio di modelli precompilati è incompatibile con la data di pagamento dell’acconto e confligge con la scadenza della dichiarazione Tasi, fissata dalla legge al 30 giugno dell’anno successivo a quello di riferimento».
Quindi cosa si doveva intendere nella legge di Stabilità con l’espressione «i Comuni assicurano la massima semplificazione degli adempimenti dei contribuenti rendendo disponibili i modelli di pagamento preventivamente compilati su loro richiesta, ovvero procedendo autonomamente all’invio degli stessi modelli»? L’Ifel risponde che la legge rinviava a uno o più decreti direttoriali «ad oggi ancora non emanati» il compito di stabilire le modalità di versamento della Tasi, anche prevedendo l’invio di modelli «preventivamente precompilati» da parte dei Comuni. Niente decreti, niente bollettini. «I Comuni —sostiene Ifel — devono comunque assicurare servizi di assistenza al contribuente comprensivi della compilazione dei bollettini di pagamento, su richiesta del contribuente stesso». Quindi, alle perse, si può tentare di chiedere aiuto.

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