La vera storia della tassa sugli ascensori

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2016-02-18

Si è scatenato ieri l’allarme per una nuova tassa introdotta dal Governo, ma il Ministero precisa in una nota che si tratta solo di controlli di manutenzione ordinaria per garantire maggiore sicurezza degli impianti

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Quest’estate era toccato ai condizionatori, ora invece tocca agli ascensori essere al centro dell’ennesima bufala. Il ragionamento è questo: il Governo ha tolto la Tasi ma ha aggiunto la cosiddetta “tassa sugli ascensori” che ai condòmini costerà – denunciava ieri Confedilizia – più della Tasi stessa. Secondo Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia, gli interventi di verifica sulla sicurezza degli ascensori previsti dal Ministero dello Sviluppo Economico non sono altro che un pretesto per far spendere più soldi alle famiglie. Inoltre continuava ieri Spaziani Testa, quello della sicurezza sarebbe solo un pretesto «perché cela interessi di alcune categorie che intendono lucrare a spese di condòmini e proprietari di casa»
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La replica del Ministero: nessuna tassa e solo controlli ordinari

La proposta di DpR avanzata dal Mise è contestuale al recepimento della Direttiva 2014/33/UE che prevede l’armonizzazione delle legislazioni degli Stati membri relative agli ascensori e ai componenti di sicurezza per ascensori. Una nota del Ministero dello Sviluppo Economico però precisa che questa tassa non esiste, e non esistono nemmeno verifiche straordinarie bensì “controlli di sicurezza da svolgersi nell’ambito della prima verifica ordinaria utile“. Come è noto infatti gli ascensori devono essere sottoposti a manutenzione ogni sei mesi e ogni due anni alla verifica sanitaria dell’Asl o dell’Arpa. Quello che il decreto approntato dal Ministero prevede è maggiore attenzione per gli ascensori installati prima del 1999 che dovranno essere controllati non solo in riferimento alla normativa vigente all’epoca dell’installazione ma anche secondo i requisiti di sicurezza attuali come ad esempio la precisione della fermata e il livellamento fra cabina dell’ascensore e piano, ovvero per la protezione dai rischi di schiacciamento delle porte motorizzate. Stando alla nota del MISE però questi controlli possono essere eseguiti durante gli interventi di manutenzione ordinaria. Si tratta quindi di prestare maggiore attenzione agli impianti più vecchi. Interventi di verifica di questo tipo non dovrebbero – prosegue la nota del Ministero, determinare spese eccessive e impattare sul bilancio di condòmini e proprietari di casa. Inoltre questo genere di controlli «beneficia delle detrazioni fiscali previste per gli interventi di manutenzione straordinaria degli edifici, per cui l’onere che resta a carico dei proprietari sicuramente non vanifica il vantaggio derivante dalle riduzioni delle imposte sulla casa». Secondo Assoascensori sono all’incirca 700mila gli ascensori installati in Italia prima del 1999 ovvero quelli che non sono dotati delle tecnologie atte a garantire il livello di sicurezza minimo previsto dagli standard europei. Sono impianti che effettuano quotidianamente quasi 100milioni di corse. Sempre secondo l’associazione di categoria dei manutentori e installatori di ascensori il parco di impianti italiano è il più grande e tra i più vecchi d’Europa, con circa il 40% degli impianti con più di trent’anni mentre almeno il 60% sarebbe in funzione da più di vent’anni. Alla nota del Ministero Confedilizia ha replicato ribadendo «l’appello al Presidente Renzi affinché disponga l’eliminazione dalla bozza di provvedimento di questo «corpo estraneo», con il quale si vorrebbero imporre ai proprietari di casa spese assolutamente non necessarie e certamente onerose per la maggior parte delle famiglie italiane».
 

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