La vera storia del reddito di cittadinanza locale a Livorno

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2016-01-05

Un ex grillino accusa Di Maio di raccontare bufale sul reddito di cittadinanza locale a Livorno. Chi ha ragione? EDIT: Con una replica dell’assessore Ina Dhimgjini in calce all’articolo

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A Livorno i Cinque Stelle non dormono sogni tranquilli, la loro spina nel fianco non sono i consiglieri d’opposizione ma quelli del MoVimento recentemente espulsi dal Partito di Beppe Grillo. Come se non bastassero le dure critiche dei tre cacciati il mese scorso ecco che arrivano quelle di Marco Valiani, espulso dal MoVimento all’indomani delle elezioni amministrative per aver criticato le scelte di Nogarin riguardo la nomina di alcuni assessori. Da allora Valiani è un battitore libero e ha costituito un gruppo autonomo: Livorno Bene Comune. Da quel momento Valiani ha sempre criticato le scelte dell’Amministrazione Comunale mettendo in luce quelli che – a suo dire – sono i tradimenti della fiducia concessa a Nogarin dai livornesi. Ma questa volta l’ex-pentastellato se la prende direttamente con il Vice-presidente della Camera Luigi Di Maio.
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Filippo Nogarin, un Renzi a 5 Stelle?

Qualche giorno fa per inagurare bene l’anno nuovo Di Maio aveva pubblicato uno dei suoi consueti post di pubblicità alle buone azioni fatte dal MoVimento durante l’anno passato e soprattutto alle buone pratiche dell’azione di governo dei 5 Stelle definiti i “pilastri di un nuovo modo di intendere la politica, la società, la vita“. Tra questi pilastri Di Maio annovera il Reddito di Cittadinanza Comunale di Livorno, tramite il quale il Comune punta a sostenere chi si trova in difficoltà. Si tratta di un beneficio da 500 euro per sei mesi (in via sperimentale) erogato a tutti i cittadini (italiani e non) residenti del comune di Livorno da almeno cinque anni con un redditto ISEE non superiore ai 6.530 euro e un’età compresa tra i 35 anni e l’età pensionabile. A disposizione di questa iniziativa ci sono però solo 300.000 euro, come ha spiegato l’assessore al sociale Ina Dhimgjini. Quanti livornesi ne beneficeranno? Tenendo conto che a ciascuna persona andranno 3.000 euro l’anno è facile capire che a beneficiarne saranno al massimo cento persone.
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Valiani però contesta questi toni trionfalistici e in un post su Facebook spiega che «Nogarin ha varato elemosina per sei mesi a 100 persone basate su isee, e sappiamo che tale reddito non corrisponda a realtà, tagliando le sociale card che davano respiro a molte più famiglie e senza attuare alcun provvedimento in favore dei lavoratori, anzi…». Ed in effetti c’è anche la questione delle Social Card, poco meno di un anno fa il Comune aveva deciso di tagliare i contribuiti ai meno abbienti (si parla di un contributo economico tra i quaranta e i cento euro al mese per 480 livornesi). Ora come per magia quei soldi, tagliati dal bilancio al sociale un anno fa, ritornano con un altro nome e per una platea di aventi diritto molto più ristretta. Difficile non pensare che si tratti di un’operazione di mera propaganda visto che la spesa per le Social Card ammontava a 326.000 euro annui. Oggi quei soldi che a gennaio 2015 non si riuscivano a trovare tornano ma con un altro nome, molto più ammiccante e vicino agli ideali dei nuovi pilastri dell’azione di governo a 5 Stelle, magari all’insegna di una ritrovata #umanità (cit.). Niente di nuovo sotto il sole e le amministrazioni di tutti i colori politici hanno spesso adottato la tattica di chiudere (o smettere) di erogare un servizio per poi riproporlo qualche tempo dopo come una loro geniale invenzione. Ma i 5 Stelle sono diversi, no?
Edit: L’assessore Ina Dhimgjini, in relazione all’articolo, ci chiama per replicare: “Non è assolutamente veritiera la notizia per la quale si afferma che per creare il reddito di cittadinanza comunale a Livorno – aspetto che non può essere strumentalizzato – sono state estinte le social card. Ricordo come assessore di questo comune che in tutto l’arco del 2015 i contributi ai meno abbienti – ivi incluse le social card che poi sono state internalizzate (con eliminazione di convenzioni e affidamenti dei servizi) e sostituite come erogazione diretta da parte del Comune – sono stati erogati così come le borse lavoro e tutta una serie di fondamentali servizi alla persona che l’amministrazione comunale, proprio perché sensibile sul fronte sociale, ha provveduto a garantire.
Tra l’altro, accanto ai servizi di tutto l’arco del 2015 se ne è aggiunto bensì uno ulteriore e importante come quello del reddito. Ad oggi le domande infatti pervenute sono più di 245, segno evidente che più risposte sul fronte del sociale ci sono e meglio possiamo tutelare i nostri cittadini. Da ultimo, invito il consigliere che ha un ruolo fondamentale – e non devo essere certo io a ricordarlo loro – a fare meno battaglia politica e a scendere in campo e a fare proprio l’impegno finalizzato ad offrire sempre più risposte. Cosa che la giunta comunale assolutamente intende fare e sulla quale previsione – in particolare quella del reddito – si sta muovendo e si auspica che altresì a livello nazionale venga dimostrata da chi fa le leggi una sensibilità particolare e dovuta al fronte sociale che ad oggi si trova invece, così come la sanità, quello ad essere più sofferente di tagli.
Come assessore mi sono sempre impegnata, mi impegno e mi impegnerò affinché ogni singola  risposta concreta che si possa anche creare nel futuro venga colta e attuata all’interno della nostra realtà, perché il senso civico al quale mi sento chiamata è quello di rispondere ai cittadini e di non fare inutili e sterili battaglie politiche”.

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