La storia di "Anakin", il bimbo russo e malato conteso tra due papà

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2016-03-14

Ieri le Iene ci hanno raccontato la vicenda di un bambino, malato di tumore, che secondo la procura di Venezia non può essere adottato dal marito italiano della madre. I punti poco chiari della vicenda

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La Iena Giovanna “Nina” Palmieri ci ha raccontato ieri la storia di Anakin (nome di fantasia) un bambino di origine russa che vive in veneto con Nicola (nome di fantasia) quello che non è il suo papà biologico ma che è stato il compagno e il marito di Olga, la mamma di Anakin. Il bambino è nato da un precedente matrimonio della donna, e ha un padre in Russia, un padre che ha visto pochissime volte. Succede purtroppo che Olga qualche tempo dopo il matrimonio abbia un arresto cardiaco e muoia. Il bambino rimane così con Nicola, che se ne prende cura tra mille difficoltà. Difficoltà dovute non al fatto di essere un padre single ma a quello di non essere – per la legge italiana – il tutore legale di quello che considera a tutti gli effetti suoi figlio.

La storia di Anakin a Le Iene di next-quotidiano

La storia di “Anakin” e la sua malattia

Il problema di Nicola è quello di tanti altri genitori e il suo desiderio – lo dice chiaramente – non è quello di essere l’unico genitore di Anakin ma quello di essere “aggiunto” come secondo papà del bambino per avere la possibilità di firmare le pagelle scolastiche, i permessi per i viaggi d’istruzione e, soprattutto, potersi prendere cura di lui al meglio delle sue possibilità. Perché da tre anni Anakin è affetto da un neuroblastoma, un tumore molto aggressivo che lo costringe a continue cure mediche. Per fortuna di Anakin Nicola ha deciso di combattere la malattia al suo fianco, ha perfino lasciato il lavoro per poter essere in grado di portarlo ogni volta che è necessario da Vicenza a Padova, alla Città della Speranza, il polo sanitario di eccellenza per la cura delle neoplasie in età pediatrica. Il problema è che il genitore biologico del bambino, contattato dalle autorità dopo la morte di Olga, ha fatto sapere di volersi opporre alla possibilità che Anakin venga adottato dal suo secondo papà. Si tratta di uno dei casi speciali di adozione noti anche come adozione coparentale o Stepchild Adoption che per le coppie eterosessuali è prevista dalla legge fin dal 1984. A dicembre 2015 il Tribunale dei minori di Venezia decide a favore di Nicola facendo decadere la patria potestà genitoriale e affidando il bambino al suo secondo papà. La Procura della Repubblica però decide di impugnare la sentenza del Tribunale dei minori facendo ricorso contro l’affidamento di Anakin a Nicola. La sentenza per il caso di Anakin è attesa per il 15 aprile e qualora il giudice accogliesse il ricorso della procura Anakin dovrebbe tornare in Russia, a Orenburg, dal suo papà biologico e non potrebbe più essere seguito dai medici dell’ospedale patavino. Inoltre a quanto pare il centro oncologico più vicino è a milleduecento chilometri di distanza ed il padre, al momento di decidere se seguire le cure del figlio aveva preferito lasciar fare tutto a Nicola. Anakin oggi ha nove anni, la sua famiglia è quella di Nicola, se la procura vincesse l’appello significherebbe strapparlo ai suoi affetti e alle sue relazioni.

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Fonte: il Giornale di Vicenza

I punti poco chiari della vicenda

Ci sono alcune cose che però non si capiscono, Le Iene ad esempio non ci dicono con quali motivazioni la Procura di Venezia ha deciso di fare ricorso, in molti sulla pagina Facebook delle Iene e su quella personale di Nina chiedono il nome del procuratore che sta seguendo il caso ma non hanno ottenuto risposta. in diversi articoli apparsi sul Giornale di Vicenza la vicenda  di Anakin e Nicola viene raccontata facendo riferimento ai nomi veri di Boris (per il bambino) e Carlo (per il padre italiano). Sempre sul Giornale di Vicenza si fa riferimento al fatto che la procura abbia agito di sua spontanea volontà ma si parla anche del coinvolgimento del consolato russo. Della vicenda si sta occupando anche la deputata veneta Daniela Sbrollini che ha fatto sapere nei giorni scorsi che il Ministero degli Esteri e quello di Giustizia si stanno interessando al caso monitorando l’andamento della vicenda giudiziaria:

Ho parlato con il ministero che ormai sento quotidianamente, stanno seguendo da vicino la vicenda giorno per giorno ma, per prassi, il ministero per esprimersi deve aspettare la sentenza di appello che avrà luogo nei primi giorni di aprile. Successivamente, in base all’esito della sentenza, sia il Parlamento che il Governo sono pronti ad intervenire immediatamente affinchè Boris rimanga in Italia con il padre Carlo.

La vicepresidente della Commissione Sanità e Sociale è pronta a sostenere «la proposta di tenere qui il piccolo per garantirgli le cure migliori come prescrive la Costituzione. Il diritto all’assistenza prevalga, il tema dell’adozione viene dopo». Insomma tutti vogliono tutelare l’interesse del bambino ad avere le cure migliori, anche perché in chiusura del servizio Nicola fa capire che la situazione di Anakin è davvero molto grave e delicata.

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