La storia del morbillo che cura il cancro

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2015-10-09

Gli antivaccinisti e la scienza, un amore tormentato che non conosce limiti e confini

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Ieri su Protesi di Complotto abbiamo apprese di un’altra mirabolante leggenda complottista, quella del morbillo in grado di curare il cancro. Ecco quindi che i vaccini non solo sono dannosi per la salute perché rischiano di farvi ammalare d’autismo ma anche sono un modo per impedirci di contrarre il morbillo e guarire dal cancro. Eh sì, perché secondo autorevoli scienziati dell’Interwebs il morbillo non è una malattia mortale ma un prezioso farmaco capace di distruggere «il 70% dei tipi di cancro oggi possibili»

Allora ricapitoliamo: i vaccini bloccano il virus del morbillo che cura il cancro, però inoculano un microcippe che…
Posted by Protesi di complotto on Thursday, 8 October 2015

La miracolosa guarigione di Stacy Erholtz

Per capire da dove viene questa storia bisogna parlare della vicenda di Stacy Erholtz che secondo molti giornali sarebbe riuscita a sconfiggere un mieloma multiplo che si era diffuso in tutto l’organismo grazie all’iniezione da parte dei medici di una dose super-concentrata di morbillo. Il virus avrebbe contribuito in modo decisivo a far regredire il cancro di Stacy. L’equipe di medici della Mayo Clinic guidati dal Dr. Stephen Russell dopo l’infusione del virus ha constatato un’effettiva riduzione delle metastasi. La situazione della donna era disperata e Stacy ha quindi dato l’assenso a fare da cavia a alla terapia sperimentale sviluppata alla Mayo Clinic. Come spiega il Cancer Research Institute britannico in questo articolo ci sono delle precisazioni da fare: in primo luogo il virus del morbillo che è stato inoculato nella paziente non è lo stesso virus che possono contrarre le persone non vaccinate. Si tratta di una versione appositamente ingegnerizzata (ah, Big Pharma quante ne sa) per poter svolgere quel preciso compito. Si tratta di una forma sperimentale di terapia chiamata viroterapia oncolitica. Il virus viene utilizzato per attaccare le cellule tumorali e distruggerle, una volta inoculato teoricamente il virus dovrebbe “cercare” le cellule malate, infettarle e distruggere. Il virus del morbillo “di partenza” utilizzato alla Mayo Clinic è, ma questo gli anti-vaccinisti non lo sanno, la stessa versione depotenziata utilizzata per la produzione dei vaccini. Negli stessi trial clinici è stato inoculato il virus modificato anche ad un altro paziente ma i suoi risultati sono stati meno incoraggianti. Inoltre, come spiega in questo video il Dr Russell, dopo nove mesi dal trattamento il tumore di Stacy si è ripresentato ed è stato curato con la radioterapia. Insomma i risultati di questo tipo di terapia oncologica ci sono e sono incoraggianti ma è davvero ancora presto per poter parlare di una cura. Ma soprattutto il virus del morbillo non è in grado di guarire o far regredire tutti i tipi di cancro (il 70% per quel che vale un commento su Facebook):

It’s also important to note that the measles virus approach won’t work for all cancers. Myeloma was chosen for this trial as the measles virus specifically targets the bone marrow. It would need significant genetic modifications before it could be persuaded to attack other types of cancer cells, and other oncolytic viruses are being designed to target different types of cancer.

Insomma gli anti-vaccinisti con la loro ansia di trovare una prova che il morbillo “fa bene” non si rendono conto che stanno facendo molta pubblicità alla ricerca sui vaccini stessi e, ovviamente, alle case farmaceutiche che produrranno l’eventuale viroterapia oncolitica a base di morbillo.
 

La mappa delle epidemie scatenate dalla mancanza di vaccinazioni nel mondo
La mappa delle epidemie scatenate dalla mancanza di vaccinazioni nel mondo

Quando gli anti-vaxxer finanziano la ricerca sbagliata

L’incapacità di coloro che credono che i vaccini causino l’autismo di leggere una ricerca scientifica è una cosa nota. In fondo continuano a credere alla truffa di Wakefield oppure, ai peggio ignoranti che si improvvisano medici ed infettivologi dopo aver visto un video su YouTube. Ma la storia che ci racconta Newsweek oggi è ancora più incredibile e divertente di quelli che pensano che Big Pharma metta un microchip nelle dosi di vaccino. Safe Minds, un’associazione che vuole fermare “l’epidemia di autismo” avrebbe donato tra il 2003 e il 2013 250.000 dollari ad una serie di istituti di ricerca al fine di ottenere la prova scientifica che i vaccini causano l’autismo. Ora una di quelle ricerche è stata pubblicata e il titolo è abbastanza indicativo: Administration of thimerosal-containing vaccines to infant rhesus macaques does not result in autism-likebehavior or neuropathology. Insomma i test condotti sui primati ai quali erano stati inoculati i vaccini “incriminati” tra il 2008 e il 2014 mostrerebbe che non vi è alcuna correlazione tra autismo e vaccini. Nei ringraziamenti gli autori ringraziano, tra gli altri proprio Safe Minds per il suo generoso contributo finanziario: «We thank the following for their generous financial support: The Ted Lindsay Foundation, SafeMinds, National Autism Association, and the Johnson and Vernick families».  Manco a dirlo la notizia non è andata giù agli anti-vaccinisti che si sono affrettati ad incolpare “i media” per l’ennesima manipolazione della verità.

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