La storia del dossier su Delrio e i mafiosi

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2016-04-08

 Il 29 gennaio 2015 Gianluca Gemelli parla con un consulente allo Sviluppo economico, che dice: «Hai visto il caso di Reggio Emilia? Finito ‘sto casino usciranno le foto di Delrio a Cutro con i mafiosi». Ma la vicenda si rivelò un mezzo buco nell’acqua

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Nel caso del petrolio in Basilicata spunta anche un dossier contro il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, ex sindaco di Reggio Emilia.  Il 29 gennaio 2015 Gianluca Gemelli parla con un uomo, prima funzionario della Ragioneria e poi consulente allo Sviluppo economico, che dice: «Hai visto il caso di Reggio Emilia? Finito ‘sto casino usciranno le foto di Delrio a Cutro con i mafiosi».

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Una delle foto della festa con l’allora sindaco Graziano Delrio (Libero, 8 aprile 2016)

Il dossier su Delrio e i mafiosi

Il dossier sul ministro delle infrastrutture Graziano Delrio viene annunciato a Gianluca Gemelli in una conversazione del 29 gennaio 2015. Glielo annuncia un consulente allo Sviluppo Economico e collaboratore della Guidi dopo essere stato funzionario della Ragioneria dello Stato. Dopo aver parlato della nomina di Mattarella e della possibilità di epurare quelli che non sono sottomessi a Renzi nel governo. Infine la conversazione si sposta su Delrio:

Gemelli: Io vengo mercoledì e sto fino a venerdì, giovedì, venerdì, quindi problemi non ce n’è però dobbiamo organizzare in fretta quella cosa!
Consulente: allora ci organizziamo…intanto la andiamo a trovare… io ti devo parlare da vicino, molto da vicino… addirittura ti puoi togliere pure qualche sfizio… ma serio ti puoi togliere qualche sfizio..eh? tieni conto che i Carabinieri prima che tu venissi là, sono venuti a portarmi il regalo in ufficio, perché tu non stai attento. Hai visto il caso di Reggio Emilia? Finito sto casino usciranno le foto di Delrio Cutro con i mafiosi… Tu non ti ricordi quello che io ti dissi, che c’era un’indagine, quelli che hanno arrestato a Mantova, a Reggio Emilia, i Cutresi, quelli della ‘ndrangheta no, te l’ho detto, perché chi ha fatto le indagine è il mio migliore amico, e adesso ci stanno le foto di Delrio con questi.

La vicenda continua nel racconto di Fiorenza Sarzanini oggi sul Corriere: a maggio 2015 il «clan» si muove per far rinnovare al vertice del Porto di Augusta Alberto Cozzo. E chiede al vicepresidente di Confindustria Ivan Lo Bello di intercedere con il ministro Delrio.

Annotano gli investigatori: «È di rilevante contenuto una conversazione tra Nicola Colicchi e il Capo di Stato Maggiore della Marina Giuseppe De Giorgi proprio in merito all’intervento di Lo Bello, ai rapporti esistenti tra quest’ultimo ed il ministro Delrio (che su invito del primo avrebbe addirittura dato indicazioni al Vice Capo di Gabinetto di strappare un decreto già predisposto, lo stesso decreto, probabilmente, cui facevano cenno Cozzo e Gemelli e che avrebbe previsto la nomina di Macauda a capo dell’Autorità Portuale, in attesa che si attuasse la riforma definitiva) ed alla possibilità di far divenire “operativo” quel medesimo rapporto a proprio vantaggio».

La vicenda si interseca con la vecchia storia della sua visita a Cutro, in Calabria, insieme ad altri sindaci. La vicenda della processione, a cui non avrebbe mai partecipato. Delrio non è mai stato indagato, e sia i pm sia lo stesso dossier di Libera lo riconoscono come “sempre schierato in maniera decisa contro le infiltrazioni mafiose nella sua terra”. Nel 2012 gli inquirenti lo vollero sentire come persona informata sui fatti assieme ad altri amministratori del territorio, anche per capire come la comunità dei cittadini originari di Cutro fosse inserita nel contesto reggiano. In quella occasione era stata rievocata la trasferta dell’allora sindaco nel paese in provincia di Crotone, in occasione della festa religiosa del Santissimo crocifisso nel 2009, quando a Reggio Emilia era in corso la campagna elettorale. Delrio aveva confermato di essersi recato in Calabria, nel nome del gemellaggio tra Reggio Emilia e la cittadina calabrese e senza secondi fini, come quello di procacciarsi voti in vista della consultazione amministrativa. E lui replicò al Fatto Quotidiano e a Libera che lo chiamavano in causa: «Preciso, ancora una volta e una volta per tutte, che la mia partecipazione alla processione settennale a Cutro fu un impegno istituzionale, insieme ad altri primi cittadini, in risposta a specifico invito dell’allora sindaco. Allo stesso modo, preciso che fu un incontro istituzionale quello al quale accompagnai tre consiglieri comunali eletti, di origine cutrese, dal Prefetto De Miro, d’intesa con il prefetto stesso, perché intendevano rappresentare la solidarietà della maggioranza onesta dei cittadini di origine cutrese alla sua iniziativa e la loro preoccupazione. Entrambi gli impegni furono assunti con consapevolezza per dare coraggio ai tanti cittadini reggiani di origine cutresi onesti e perbene. Ho sempre saputo benissimo chi è Grande Aracri e cosa rappresenti. Ho già ricordato che il Comune di Reggio Emilia commissionò una ricerca sulla ‘ndrangheta a Reggio Emilia al professor Enzo Ciconte, quando l’opinione pubblica non ne parlava come oggi. Ritengo ovvio il fatto di non sapere quale sia la sua casa natale».

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Il porto di Augusta

Il carabiniere che prepara dossier falsi

Ma c’è di più. Nella telefonata al fidanzato della Guidi dice: «I Carabinieri sono venuti a portarmi in ufficio un regalo. Usciranno le foto di del Delrio a Cutro con i mafiosi…». E adesso ovviamente è caccia al carabiniere che prepara dossier falsi (o, più probabilmente, alle millanterie del funzionario):  «A questo punto voglio sapere se davvero pezzi dello Stato tramano contro altri pezzi dello Stato. Voglio sapere se davvero un Carabiniere ha preparato dei dossier falsi contro un ministro della Repubblica. Ho deciso di presentare su questo un esposto alla procura di Roma. Voglio la verità», ha detto ieri Delrio a Claudio Tito su Repubblica. E poi c’è anche la storia di Alberto Cozzo, protetto dal lobbista Colicchi che racconta a Gemelli come il presidente di Confindustria Sicilia, Ivan Lo Bello, sarebbe andato proprio da Delrio per sponsorizzarne la conferma a commissario straordinario dell’Autorità portuale di Augusta. «È vero che Lo Bello è venuto un paio di volte da me. Ma mi ha sempre parlato del rinnovamento dell’aeroporto di Catania. Le camere di commercio sono i soci dell’Aeroporto, era normale. Ma non ricordo assolutamente che mi abbia mai parlato di Cozzo. Di certo non lo ha sponsorizzato, me lo ricorderei», risponde Delrio sul punto. E poi: «Solo una persona lo ha fatto. La sindaca di Augusta, del Movimento 5Stelle, me ne ha parlato bene. E le ho detto che non mi sembrava così bravo». Perché? «Insomma, non mi sembra un fulmine di guerra. Li ci sarebbero una marea di investimenti da utilizzare, ma non mi sembra che si dia da fare. Pensi che con questo Cozzo ho un carteggio in cui cerco proprio di stimolarlo a muoversi. Lì ci sarebbe tanto da fare. Gli ho anche affiancato l’Anac (l’Autorità anticorruzione ndr.) per evitare problemi».

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