La rivalutazione delle pensioni: di quanto e a chi?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-05-13

Le ipotesi di rivalutazione allo studio da parte del governo e il computo totale dei rimborsi

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Libero pubblica oggi a corredo di un articolo di Franco Bechis un’ipotesi di rivalutazione delle pensioni dopo la sentenza della Corte Costituzionale sulla perequazione. Secondo l’infografica la piena rivalutazione delle pensioni arriverà per una sola fascia, quella fino ai 1500 euro. Per questi la rivalutazione sarà piena, ovvero il 100% dell’indicizzazione dovuta. Per la fascia tra i 1500 e i 2000 euro si parla di 50% dell’indicizzazione dovuta, per la fascia da duemila a 2500 si va a un terzo, da 2500 a 3000 al 20% e da 3000 a 3516 euro al 10%.
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Qualche giorno fa il Corriere della Sera aveva pubblicato un’infografica che calcolava gli importi teoricamente dovuti (quindi, quelli al 100% dai quali deve essere detratta la quota parte).

Pensioni, il calcolo della rivalutazione secondo il Corriere della Sera (7 maggio 2015)
Pensioni, il calcolo della rivalutazione secondo il Corriere della Sera (7 maggio 2015)

Spiega Bechis nell’articolo:

La commissione lascia all’Italia sul deficit una flessibilità sul 2015 pari a 0,25 punti di Pil (valgono 4 miliardi di euro).Ma avverte che se la sentenza della Consulta dovesse impattare sul debito pubblico italiano o a ritroso o sui conti dell’anno in corso, verrebbe avviata nelle prossime settimane una procedura di richiamo prevista dal trattato sul fiscal compact, e la questione potrebbe diventare seria.Per questo i margini sembrano assai rigidi. Per pagare gli arretrati sulle pensioni ci sarebbero dunque quei 4 miliardi di euro più il famoso 1,6 miliardi di tesoretto. In tutto circa quei 5,5miliardi di euro a cui si è fatto riferimento. Secondo i calcoli della ragioneria considerando la maggiore tassazione Irpef che tornerebbe indietro allo Stato con l’aumento degli assegni pensionistici,ogni 1,6 miliardi netti spesi pagherebbe circa 2,5 miliardi di arretrati lordi previsti dalla sentenza. Con 5,5 miliardi si pagherebbero quindi 8,8 miliardi lordi. Il ministero dell’Economia sta valutando anche l’ipotesi di utilizzare a copertura del provvedimento eventuali altre entrate fiscali al momento non contabilizzate nei saldi di finanza pubblica, come quelle che potrebbero venire dalla voluntary disclosure (il rientro dei capitali versione Renzi). In quel modo si potrebbe utilizzare o ricorrere parzialmente alla flessibilità sul deficit concessa dalla Ue.

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