La ristrutturazione del debito greco: Tsakalotos ce l'ha fatta?

di Faber Fabbris

Pubblicato il 2016-04-07

Forse Tsakalotos ce l’ha fatta. Come annunciavamo da queste pagine qualche giorno fa, le rivelazioni sulla tattica ricattatoria auspicata da Thomsen e Velculescu (direttore Europa e capo missione per la Grecia del FMI) hanno giocato a favore di Atene. Le conseguenze delle rivelazioni sui metodi di Washington  –mai smentite dalla direttrice del fondo Lagarde- avrebbero …

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Forse Tsakalotos ce l’ha fatta. Come annunciavamo da queste pagine qualche giorno fa, le rivelazioni sulla tattica ricattatoria auspicata da Thomsen e Velculescu (direttore Europa e capo missione per la Grecia del FMI) hanno giocato a favore di Atene. Le conseguenze delle rivelazioni sui metodi di Washington  –mai smentite dalla direttrice del fondo Lagarde- avrebbero costretto i creditori ad abbanonare le intenibili posizioni oltranziste contro il governo Tsipras.
Secondo quando filtra stamane da fonti governative greche, il governo e i creditori del ‘quartetto’ (BCE, Commissione, il fondo ESM, ai quali si aggiunge in veste di consigliere il FMI) sarebbero arrivati ieri sera ad un accordo globale, che copre tutti i fronti della trattativa in corso, compresa una clausola sulla ristrutturaizone del debito.
Si aprirebbe così la strada alla conclusione della tanto rimandata ‘prima valutazione’ del programma greco.
EUCLID TSAKALOTOS
 
Sulla base di fonti greche, Tsakalotos prevede di chiudere entro sabato 9 aprile l’accordo globale sui temi ancora aperti: riforma delle pensioni, riforma del sistema fiscale e crediti inesigibili (cioè il destino dei mutui che i clienti non riescono a rimborsare alle banche). Il ministro greco delle finanze prevede quindi per domenica 10 aprile la firma di due testi: il primo, con gli interlocutori europei (di fatto rivolto all’ESM, che eroga materialmente i fondi); il secondo con il FMI, che prevede una clausola aggiuntiva sulla ristrutturazione del debito. La presenza esplicita di questo punto decide, di fatto, la partecipazione del FMI al programma: le conseguenze sono tutte da valutare, ma Tsakalotos sarebbe così riuscito operare con successo sulle divergenze tra creditori. Da una parte avrebbe messo un punto fermo sulle riforme da fare (“non un millimetro di più dell’accordo di luglio” aveva dichiarato il 5 aprile Tsipras); d’all’altro avrebbe contemporaneamente imposto l’apertura del fronte debito: la Germania in particolare non accetta di erogare i fondi dell’ESM senza il ‘coinvolgimento’ dell’FMI, che a sua volta reclama una riduzione nominale (o in forme equivalenti) del debito greco.
Il seguito degli eventi potrebbe maturare molto rapidamente: il 15 e 17 aprile è prevista la ‘conferenza primaverile’ del FMI, durante la quale dovrebbe essere avviato il negoziato sul debito pubblico greco. La settimana seguente (22 aprile) avrà luogo l’Eurogruppo, che potrebbe sancire l’approvazione definitiva del finanziamento di 5,7 miliardi concordato il 12 luglio scorso.
 
Se queste previsioni fossero confermate nelle prossime ore, saremmo infine ad una svolta, che porrebbe fine –almeno momentaneamente- all’assedio assurdo e tutto ideologico delle truppe del liberismo contro il governo di Alexis Tsipras. Lunedì 11 è prevista ad Atene la visita di Antonio Costa, premier dell’unico governo veramente ‘amico’ della Grecia, che ha reintrodotto le 35 ore, aumentato il salario minimo, ri-nazionalizzato la compagnia aerea di bandiera portoghese (ovviamente non se ne sente parlare sui media mainstream). Un alleato piccolo, ma politicamente molto importante per Atene, che può portare ad esempio ciò che può fare un paese non più gravato dai programmi di ‘assistenza’ della Troika.
Speriamo che questa visita sia più che un simbolo.

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