La RAI condannata per l'assunzione di Gianluca Semprini

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2016-09-21

Un altro grande successo per la rete di Daria Bignardi dopo le critiche dell’Anticorruzione e i tragici risultati nello share

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La RAI è stata condannata dal tribunale del lavoro per l’assunzione di Gianluca Semprini, il conduttore di Politics portato a viale Mazzini da Daria Bignardi che sta riscuotendo meritati insuccessi per la trasmissione che ha sostituito Ballarò di Massimo Giannini grazie a un’ideona della direttrice di Raitre. La RAI, in relazione al metodo di assunzione, era stata denunciata per comportamento antisindacale al Tribunale Civile, Sezione Lavoro, di Roma dall’Associazione Stampa Romana, su richiesta dell’Usigrai insieme all’Fnsi.

La RAI condannata per l’assunzione di Gianluca Semprini

C’è da segnalare che la settimana scorsa l’assunzione di Daria Bignardi e quella di Gianluca Semprini erano state criticate anche dall’Autorità Anticorruzione, che aveva segnalato irregolarità rispetto al regolamento anti-corruzione, in particolare per la mancanza del job posting, cioè l’annuncio della posizione vacante per effettuare una verifica tra le risorse già presenti in azienda. La notizia arriva dopo i risultati dello share: ieri proprio Semprini è andato sotto il 3% di share, per l’esattezza ha registrato il 2,92% con 727mila spettatori. Il programma competitor, diMartedì condotto da Giovanni Floris su La7, ha invece avuto 1 milione 60mila spettatori con share del 5,93%. In una settimana Semprini è riuscito nell’impresa di perdere ben centomila spettatori rispetto alla puntata precedente: se continua così, lo share dell’ultima puntata verrà calcolato con i numeri negativi. A influenzare i risultati forse l’assoluta incapacità con cui Semprini ha dimostrato, a dispetto dei roboanti spot in cui sognava di mettere in difficoltà gli intervistati, di (non) saper condurre le interviste. L’Usigrai aveva denunciato che l’assunzione di Semprini era avvenuta senza che fosse stato seguito l’iter previsto dal contratto di lavoro dei giornalisti. In particolare veniva lamentata la violazione dell’articolo 6 che attribuisce al direttore di testata la facoltà e il potere di proposta di assunzione e nomina, mentre nel caso di Semprini era stata direttamente la direttrice di Rai3, Daria Bignardi, a farsene carico e non il direttore di Rai News 24 Antonio Di Bella. Inoltre l’Usigrai denunciava la violazione dell’articolo 34 dello stesso contratto nazionale, articolo che fa riferimento alle prerogative della rappresentanza sindacale.

Cosa dicono gli avvocati

“La Rai non ha rispettato le regole in materia di informativa al sindacato. Se noi facciamo passare il principio che le regole poste a tutela del sindacato possono essere violate dal datore di lavoro, viene meno il principio fondamentale della trasparenza delle informazioni nei luoghi di lavoro, con la conseguente tutela dei lavoratori stessi”, dice l’avvocato Bruno Del Vecchio che ha assistito il sindacato nella denuncia al Tribunale del Lavoro di Roma. “L’azione per comportamento antisindacale è prevista dallo Statuto dei Lavoratori e il potere di promuovere questa azione è del sindacato territoriale”, spiega all’AdnKronos. “Per quanto riguarda il metodo seguito dalla Rai per l’assunzione di Semprini a RaiNews24 – entra in dettaglio l’avvocato Del Vecchio – il sindacato ha constatato la violazione di alcune norme del contratto collettivo poste proprio a tutela delle prerogative sindacali, in particolare, tra le altre, l’articolo 34 e l’articolo 6 del contratto nazionale di lavoro giornalistico”.  “L’articolo 34 del contratto nazionale di lavoro giornalistico – specifica l’avvocato Del Vecchio – prevede per il sindacato un diritto di informativa anche per quanto riguarda le assunzioni mentre il Cdr di RaiNews è stato informato in maniera non veritiera perché non gli erano state date tutte le informazioni sulla procedura”. “L’articolo 6 del contratto nazionale di lavoro giornalistico – prosegue – prevede che sia il direttore di testata a proporre l’assunzione. Doveva, quindi, essere il direttore Di Bella a proporre l’assunzione di Semprini, cosa che non è avvenuta”. “Il Tribunale del Lavoro – fa notare l’avvocato Del Vecchio – non ha detto che l’assunzione di Semprini non è legittima, né poteva dirlo. Noi, infatti, abbiamo chiesto al Tribunale di valutare il metodo seguito dalla Rai per l’assunzione di Semprini perché ritenevamo che avesse violato alcune norme”. Funambolico, invece, il comunicato di Viale Mazzini:

Rai precisa che, come riportato nelle motivazioni del giudice, “il ricorso alla deroga riguardo la normale procedura selettiva per l’assunzione del giornalista è stato legittimo e dunque “alcuna censura può muoversi alla Rai in ordine alla scelta di non promuovere un job posting per il ruolo di conduttore televisivo””. Rai si riserva “di dare mandato ai propri legali per impugnare i capi del provvedimento relativi alla lamentata natura antisindacale della condotta aziendale”.

Rai dimentica che il job posting è stato criticato anche dall’Anticorruzione. Ma soprattutto: in tutto il comunicato RAI non riesce a scrivere che in effetti ha perso in tribunale. Vi pare normale per un ente pubblico comportarsi come Fonzie in Happy Days che non riesce a dire “Ho sbagliato”?.

#iocimettolafaccia

Nei mesi scorsi l’immotivata assunzione di Semprini in RAI era stata anche la causa di uno sciopero delle firme dei giornalisti RAI: l’arrivo di Semprini non era stato accolto bene dai giornalisti dell’azienda pubblica e le scuse della direttrice di Rai 3 che in tre mesi e mezzo non sarebbe riuscita a trovare un candidato interno in effetti stridono un po’ con la situazione generale della RAI dove molti giornalisti sono precari da diversi anni. La Bignardi, bontà sua, aveva invece dichiarato di «non essere stupita» dello scarso successo di Semprini.
gianluca semprini
Daria Bignardi, reduce dall’insuccesso di Le Invasioni Barbariche prima che Antonio Campo Dall’Orto avesse l’ideona di chiamarla a fare la responsabile di programmi altrui, guadagna la miseria di 280mila euro l’anno. Una cifra ben superiore al tetto dei 240mila euro per i dipendenti pubblici, limite aggirato grazie ad una clausola che esenta dal tetto agli stipendi le aziende controllate dallo Stato che emettono titoli di debito quotati.

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