La mozione di sfiducia del M5S al ministro Martina per il caso Xylella (non ha molto senso)

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2015-12-23

Il MoVimento 5 Stelle ha presentato al Senato una mozione di sfiducia basata su ipotesi di complotto le cui prove sono state raccolte su Internet. Potenza della Democrazia in Rete

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È Natale, regala anche tu una mozione di sfiducia al MoVimento Cinque Stelle. I nostri valorosi cittadini-portavoce-onorevoli-antikasta visto il grande successo della mozione di sfiducia individuale alla Ministro Boschi devono aver pensato che la nuova arma finale contro il Governo Renzi  – e soprattutto per far vedere agli elettori che stanno davvero rompendo i maroni alla Direzione (cit.) – sia quello di sfiancarlo facendogli perdere i pezzi uno ad uno. Ecco quindi che la cittadina-portavoce-senatrice Daniela Donno ha deciso di presentare una mozione di sfiducia al Ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina in seguito alla gestione dell’epidemia di Xylella che sta causando il disseccamento degli olivi in Puglia.

xylella fastidiosa
L’infografica della Stampa sulla Xylella fastidiosa

Agli investigatori del MoVimento 5 Stelle non la si fa

Ieri avevamo dato la notizia delle ipotesi di complotto dei PM di Bari, che dopo un anno di attente indagini su Internet sono riusciti a dire che gli scienziati pugliesi che hanno scoperto che il disseccamento degli ulivi è causato dal batterio della Xylella Fastidiosa sono in realtà gli untori e i principali responsabili. Niente di nuovo in realtà, perché dei suoi sospetti il sostituto procuratore di Lecce Elsa Valeria Mignone ne aveva già parlato a inizio anno a Famiglia Cristiana quando aveva raccontato che gli inquirenti stavano indagando su una serie di workshop sulla Xylella tenuti tra il 2010 e il 2013 dallo Iam. A poco erano valse le spiegazioni degli studiosi dell’Università di Bari, dell’Istituto agronomico del Mediterraneo (Iam) di Valenzano e del Centro di Ricerca, Sperimentazione e Formazione in Agricoltura Basile Caramia che hanno ricostruito che il ceppo a cui appartiene il batterio che sta colpendo gli ulivi pugliesi è di provenienza diversa da quello utilizzato durante il corso del 2010. A poco è anche servito ricordare che il Roundup, il diserbante erbicida della Monsanto che secondo i PM la multinazionale vuole piazzare sul mercato pugliese non ha possibilità di debellare un batterio. A niente è valso fare presente che la Allelyx, la famosa azienda brasiliana acquista da Monsanto il cui nome “è Xylella al contrario” (e da bravi indagatori dell’occulto sappiamo quanto siano pericolosi i nomi scritti al contrario) è solo la ditta che ha sequenziato il DNA del batterio Xylella. A questo punto pensate serva a qualcosa dire che Monsanto non ha in commercio ulivi OGM con i quali sostituire quelli abbattuti per prevenire il dilagare dell’epidemia, e che in ogni caso, stando alle leggi vigenti in Italia che vietano di coltivare prodotti OGM non sarebbe nemmeno possibile piantarli. Queste sono le argomentazioni dei magistrati che, come dice la stessa Daniela Donno sono le stesse del MoVimento. Le stesse (coincidenze? noi di etc) presentate da un’altra esperta della materia, Sabina Guzzanti.

‪#‎M5S‬‪#‎MartinaDimettiti‬
Oggi ho presentato una MOZIONE di SFIDUCIA per il Ministro Martina. La sua gestione della cosiddetta “Emergenza Xylella” è stata, ed è tuttora, vergognosa.
Tutti ci davano dei complottisti, perché stavamo provando a salvare il nostro patrimonio di ulivi da un piano di abbattimenti che, a nostro parere, non aveva nessuna relazione con il contrasto al fenomeno di essiccamento degli ulivi.
Abbatterli per noi non avrebbe risolto il problema Xylella. Ebbene la Procura di Lecce con un decreto di sequestro preventivo del 19.12.15 ha bloccato le eradicazioni degli ulivi mettendo sotto inchiesta anche Giuseppe Silletti, commissario per l’emergenza Xylella.
Le argomentazioni sostenute dai magistrati sono esattamente le stesse del M5S. Questo ci fa capire che il M5S era ed è sulla strada giusta.
Ma non è abbastanza.
Errori di valutazione, controlli omessi e, in ultimo, la lettera di messa in mora da parte della Commissione europea per la gestione disastrosa della questione, mostrano non solo gravi responsabilità amministrative e politiche, ma anche la sua totale inadeguatezza a svolgere i compiti del dicastero che gli è stato assegnato.
Martina, dimettiti!

xylella nature italia

Lo strano rapporto dell’Italia con la scienza

Le cose sono andate, cronologicamente parlando, così: nel 2010 viene organizzato un convegno sulla Xylella per studiare delle metodiche per poter debellare il batterio. Convegni scientifici come ne vengono fatti molti, sugli argomenti più disparati, corsi che servono per tenere aggiornati gli studiosi sui progressi scientifici in un dato ambito. Nessuno, tranne ovviamente i complottisti, accuserebbe gli scienziati che hanno scoperto il virus dell’HIV e il suo legame con l’AIDS di aver inventato l’HIV. Nel caso dei ricercatori pugliesi però è successo. Quando hanno iniziato a presentarsi i primi casi quelli dello Iam e dell’Università di Bari, che avevano maturato una certa esperienza sull’argomento hanno riconosciuto subito i segni di una possibile infestazione da Xylella. Per i magistrati – e quindi per i 5 Stelle – questa è una prova a carico della loro colpevolezza. Un po’ come fare una visita specialistica e scoprire di avere un problema ai reni, casualmente (e per fortuna) il nefrologo era stato due anni prima ad un convegno dove si studiava proprio quella particolare patologia che ci affligge. Qualcuno si sognerebbe di dare la colpa al medico accusandolo di averci inoculato il male? Probabilmente i PM di Lecce e i cinquestelle lo farebbero senza pensarci troppo. La vicenda pugliese è talmente paradossale che la rivista scientifica Nature ha dedicato al tema due articoli, uno nel giugno scorso e l’ultimo due giorni fa, proprio dopo la pubblicazione della notizia dell’inchiesta a carico degli studiosi di Iam e Basile Caramia. «Siamo sotto choc, le accuse sono folli», ha dichiarato Donato Boscia nell’articolo di Nature. Lui è uno dei sospettati di aver diffuso il virus della Xylella, oltre che di aver presentato false informazioni riguardo la situazione. I pubblici ministeri, che avevano sequestrato computer e documenti negli istituti scientifici a maggio, non hanno finora reso pubblico alcun dettaglio a supporto dell’accusa, ma confermano che secondo loro il ceppo di Xylella è stato importato dalla California per il famoso workshop. Nonostante le smentite dei partecipanti e l’ipotesi, più che probabile, che la malattia sia arrivata insieme a piante ornamentali importate dal Costa Rica e che ospitano lo stesso ceppo. I 5 Stelle quindi, probabilmente senza aver letto le carte dei PM (visto che sono ancora coperte dal segreto istruttorio) hanno già pronta una mozione di sfiducia nei confronti del Ministro. Mozione evidentemente basata sul “si dice” che corre in Rete. C’è da dire che però il MoVimento non è l’unico a sostenere, a livello istituzionale, le tesi complottarde. Anche il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano (PD) ha rapidamente scaricato i ricercatori indagati dalla Procura di Lecce e ha chiesto di poter vedere le carte e si è detto molto soddisfatto del provvedimento di confisca emanato dalla Procura che di fatto mette uno stop alle eradicazioni. E non si capisce come farà lo stop giudiziario a fermare l’epidemia di un batterio che finora si è dimostrato resistente a qualsiasi forma d’intervento in ambito fitosanitario. Qualcuno però si chiede cosa succederà se, proprio a causa di questo provvedimento, l’epidemia continuerà ad estendersi verso il nord della puglia, contaminando altre coltivazioni. La speranza, in tal caso, è che ad essere chiamati a risponderne saranno i magistrati che hanno preso la decisione.

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