La mazzata di Bankitalia all'ottimismo renziano

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2016-10-04

Le stime del governo: troppo alto l’obiettivo di rialzo del PIL all’1% nel 2017 stimato dal ministro Pier Carlo Padoan. E l’UPB spiega che non può validare le previsioni senza i dettagli del documento. Mentre Palazzo Koch torna a chiedere investimenti pubblici e privati

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Banca d’Italia, Corte dei Conti e Ufficio parlamentare di bilancio, chiamati dalle Camere a esprimersi sulla nota di aggiornamento al DEF appena varata dall’esecutivo, fanno a pezzi le stime del governo: troppo alto l’obiettivo di rialzo del PIL all’1% nel 2017 stimato dal ministro Pier Carlo Padoan. E l’UPB spiega che non può validare le previsioni senza i dettagli del documento, destinati ad arrivare il 15 ottobre.

La mazzata di Bankitalia all’ottimismo renziano

Palazzo Koch punta il dito sull’eliminazione dell’IVA, che non farebbe da volano alla crescita nella misura immaginata dall’esecutivo; l’Ufficio Parlamentare di Bilancio invece non crede alla possibilità di aumentare l’indebitamento dello 0,4% per una stima pari a 7,7 miliardi per coprire l’emergenza immigrazione e i costi della ricostruzione dopo il terremoto nel Centro Italia. Racconta il Corriere:

Parlando in audizione di fronte alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato sulla Nota di aggiornamento del Def, Luigi Federico Signorini, vice direttore generale di Bankitalia, sostiene: «Il Governo prospetta per il 2017 una crescita del Pil dell’1%, nettamente più elevata (0,4% in più) – sostiene – e un’inflazione più bassa (0,8 in meno) rispetto al quadro tendenziale. Quanto agli effetti della manovra, sono obiettivi ambiziosi, non li abbiamo definiti sovrastimati». Quindi «bisognerà creare e costruire gli interventi con grande cura, in particolare privilegiando gli investimenti», proseguendo «con sempre maggiore determinazione» sulla revisione della spesa pubblica. Per Bankitalia l’obiettivo strategico rimane «la riduzione del peso del debito sull’economia», ostacolata quest’anno dalla bassa crescita del Pil e «dalla difficoltà di realizzare le privatizzazioni».
Secondo l’Upb le stime «appaiono contrassegnate da un eccesso di ottimismo» e risultano «significativamente fuori linea». Se il quadro non verrà precisato «noi non lo valideremo». Alla luce delle informazioni disponibili, «le stime di crescita del Pil per il prossimo anno sono non positive», fa notare Pisauro che evidenzia in particolare che nel 2017 la crescita programmatica è superiore dello 0,3% rispetto alla media delle stime del panel Upb e dello 0,2 rispetto al valore massimo rilevato. Qualche dubbio è stato espresso anche dalla Corte dei conti, soprattutto sulla crescita dei prossimi anni. Secondo la magistratura contabile la domanda internazionale rischia di pesare sulle nostre esportazioni e dunque sulla crescita, con conseguenti difficoltà per rispettare gli obiettivi di bilancio.

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Le stime del governo sulla crescita (La Repubblica, 4 ottobre 2016)

«Difficile che sia conseguito, in base a quanto il governo ha scritto nella nota al Def», scandisce chiaro Giuseppe Pisauro, presidente Upb. «Purtroppo non si ha un dettaglio quantitativo delle misure, malgrado la nuova legge di bilancio, come pure le vecchie regole, lo prevedano. Ma in base alle indicazioni che abbiamo, la crescita del 2017 è fuori linea». In particolare, sembrerebbero sovrastimati sia gli investimenti (che nei numeri del governo dovrebbero fare un balzo dall’1,5 al 3,2% solo grazie alla diminuzione dell’Ires, al superammortamento e a Industria 4.0) che i consumi delle famiglie (da 0,4 a 1%).

Bankitalia chiede investimenti pubblici

 
Con riferimento alle misure di sostegno alla crescita, secondo Bankitalia, “sarebbe opportuno concentrare l’attenzione su quelle che possono favorire una rapida ripresa degli investimenti sia privati sia pubblici”. Per questi ultimi, in particolare, “occorre assicurare non solo lo stanziamento di risorse, ma anche presidi per un’efficiente e tempestivo loro utilizzo”. Inoltre, la politica monetaria “eccezionalmente espansiva” di cui beneficia l’economia “non e’ un motivo per non agire, tutt’altro: le altre politiche economiche possono e devono sfruttare lo spazio che essa crea”. I minori oneri per interessi consentono, spiega Bankitalia, “di avviare la riduzione del debito pubblico senza frenare l’economia: una questione essenziale per un paese come l’Italia, dove il peso del debito pubblico ereditato dal passato e’ cosi’ alto”. Lo stimolo congiunturale, prosegue Signorini, permette di “attenuare i costi di breve periodo delle riforme strutturali, creando le condizioni per accelerarne l’attuazione; agevola il rilancio, il completamento delle riforme”. Secondo la Banca d’Italia bisogna riprendere il percorso delle privatizzazioni. “Un’appropriata strategia di privatizzazione non contribuisce solo a ridurre il debito; dovrebbe anche perseguire l’obiettivo di accrescere l’efficienza, in un quadro di adeguate regole e controlli”. Le difficolta’ di realizzare le privatizzazioni previste, a causa delle “condizioni di mercato avverse” hanno influito negativamente sulla riduzione del debito che, sottolinea Bankitalia, “resta un obiettivo strategico”. “E’ fuor di dubbio che le condizioni del mercato rilevino per decidere quali privatizzazioni effettuare e quando”, spiega Signorini.

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