La maternità surrogata è una sfida non un problema

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2016-03-03

Quanto si paga negli USA per avere un figlio e quanto si risparmia in India? Quanto costa adottare un bambino e come garantire a tutti gli stessi diritti? Sul perché lo Stato deve dare una risposta alla sfida posta dalla Gpa

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Dobbiamo parlare di maternità surrogata o gestazione per altri (Gpa) a dir si voglia? Facciamolo, ma smettiamo da subito di parlare di bambini comprati. Credete che il termine utero in affitto risponda di più di più alla vostra sensibilità di fieri oppositori del capitalismo e dello sfruttamento/mercificazione del corpo femminile? D’accordo, però sappiate che quando si parla solo di sfruttamento si esclude una grande parte della questione. Ad esempio il fatto, non irrilevante, della libera scelta di libere donne. oppure la possibilità di combatterlo regolamentando l’accesso a questa tecnica medica. Vogliamo parlare del fatto che la Gpa è una cosa per ricchi e quindi fondamentalmente sbagliata? Facciamolo, ma teniamo a mente che lo è anche perché qui in Italia non è possibile farvi ricorso, e che non è l’unica pratica medica costosa.

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Un frame tratto dal documentario Google Baby sulla maternità surrogata in India

Come funziona la maternità surrogata?

Diverse articoli di giornale (ad esempio questa di Internazionale) mettono in luce l’esistenza di un sordido business nei paesi come India e Nepal della pratica delle gravidanze per conto terzi. Si parla di cliniche dove le gestanti vivono in attesa di dare alla luce i figli degli altri. Un problema evidenziato anche dal documentario Google Baby della regista israeliana Zippi Brand Frank. Non c’è dubbio che questi centri per la Gpa “economica” (in termini relativi) esistano e che siano resi possibili dal fatto che esiste nei paesi ricchi una crescente domanda per interventi di questo genere. E senza dubbio si deve riflettere sulle modalità con le quali l’Occidente democratico va a depredare ulteriormente i paesi poveri (o in “via di sviluppo”) delle loro risorse. Succede per la produzione di merci e servizi e la Gpa non fa purtroppo eccezione. Ma con questo non voglio dire che dal momento che “è così che va il mondo” da quelle parti allora dobbiamo accettare anche questo, non è così. La domanda a questo punto è, renderla un reato universale come vorrebbero alcuni cosa potrebbe comportare? Sappiamo che il divieto in Italia non impedisce alle coppie (prevalentemente etero c’è da dire) di sfruttare le possibilità offerte dai paesi dove è legale. A mio avviso l’utopistica moratoria universale contro la Gpa avrebbe solo un effetto, spingere il mercato verso quei paesi meno proni a sottoscrivere queste moratorie, guarda caso i paesi dove ci sono deficit a livello di controlli o di democrazia, incidentalmente sono paesi i più poveri. Nei paesi ricchi, come ad esempio gli USA cosa pagano i futuri genitori? Stando a questo listino prezzi di una clinica californiana non si paga solo la gravidanza, si paga l’assicurazione sanitaria per la gestante (ovviamente) ma anche le spese legali per la madre surrogata, e il controllo della fedina penale della famiglia della madre surrogata. Ma la parte principale delle spese sono i benefit per la madre surrogata che vanno dal compenso vero e proprio per la gestazione ai rimborsi spese per i mancati guadagni per quelle madri che devono prendere un permesso a causa della gravidanza fino ai rimborsi per i mancati guadagni del partner e il rimborso per l’operazione di parto cesareo.
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In totale, in questa clinica si arriva a 150mila dollari di spese complessive, e se i benefit fossero veri difficilmente si potrebbe parlare di sfruttamento di una donna povera. Però non sta a me quantificare il valore in termini economici di una gravidanza. Senza dubbio non si può parlare di un atto di generosità, anche se a quanto pare esiste (ma non ci sono dati a riguardo) la possibilità di Gpa “non commerciali” ovvero su base volontaria. Ma a mio avviso la gratuità della gestazione per altri non è la soluzione. La soluzione è, come scrive Chiara Lalli, controllare che non vengano compiuti degli abusi sulle donne incinte che devono essere tutelate dal legislatore così come vengono tutelati altri lavoratori. Non credo che il nostro paese sia pronto per legalizzare la maternità surrogata, di qualsiasi tipo, ma cacciare con una moratoria la Gpa nell’illegalità avrebbe senza dubbio l’effetto di ridurre notevolmente i diritti delle madri surrogate, almeno in quei paesi dove quei diritti sono già precari.
 

Perché l’eterologa sì e la gestazione per altri no?

Partiamo dalla situazione italiana, in Italia è attualmente consentito alle coppie eterosessuali di poter avere un figlio tramite la fecondazione eterologa. Questo significa che alla donna può essere impiantato un embrione fecondato in vitro con un seme od un ovocita donato da un estraneo o un’estranea. Nel nostro Paese è consentita anche la doppia fecondazione eterologa, ovvero anche alle coppie nelle quali entrambi i partner siano sterili. La moglie porterà a termine la gravidanza di un figlio che nel migliore dei casi è “a metà” di un donatore sconosciuto ma che potrebbe essere anche completamente altro rispetto al patrimonio genetico della coppia. E non crediate che sia facile, meno problematica o meno costosa. Perché se possiamo immaginare abbastanza bene come avvenga la donazione di sperma e la relativa facilità della raccolta nel caso degli ovociti la situazione è decisamente diversa dal momento che le donne donatrici devono sottoporsi ad un intervento per la “raccolta” degli ovociti. Non prima di aver preso una dose di gondotropina corionica per indurre la maturazione degli ovuli, mica crederete che ve ne aspirino uno alla volta vero? Riguardo ai costi non sono esorbitanti come per la Gpa in USA o in Canada, però nelle cliniche private si parla sempre di settemila euro per un intervento del genere. Ma stiamo parlando sempre di cifre importanti che ovviamente non tutti si possono permettere. Eppure per l’eterologa in pochi hanno parlato di bambini comprati e resi orfani o del corpo delle donne sfruttato e mercificato. Eppure chi nasce con la “doppia” eterologa è sostanzialmente un bambino orfano di entrambi i genitori biologici (oppure di uno solo). Con la Gpa nel caso delle coppie eterosessuali può accadere che il figlio portato in grembo dalla madre surrogata sia figlio biologico di entrambi i genitori che poi lo cresceranno e se ne prenderanno cura. Siamo davvero pronti a dire che rendere orfano un bambino è un crimine orribile? Allora cosa dire di tutte quelle madri (biologiche) che scelgono di non riconoscere il figlio alla nascita? Se non si compra un bambino con l’eterologa o con la fecondazione assistita (e non lo si fa perché è una pratica medica che serve per aiutare le coppie sterili ad avere figli) è davvero difficile sostenere che lo si faccia con la Gpa. Nessuno compra bambini, non stiamo assistendo alla nascita di un nuovo mercato della carne e di una nuova forma di schiavitù. Quei bambini non sono di proprietà di qualcuno, saranno persone libere che figlie di qualcuno, che avranno gli stessi diritti dei figli degli altri esattamente come noi. Già sento una vocina che dice, ma perché non adottano uno dei tanti bambini che sono orfani? A costoro vorrei fare una domanda, parliamo delle coppie omosessuali o di quelle eterosessuali? Perché le prime in Italia non possono adottare. Ma il marito di Vendola è Canadese e lui può adottare perché in Canada è consentito. Congratuliamoci con il Canada allora, ma non tutti gli omosessuali hanno un marito canadese. Poi credete che adottare un bambino, magari “dall’Africa o da qualche paese povero perché lì c’è tanto bisogno” sia gratuito? Benvenuti nel mondo delle adozioni internazionali, dove bisogna pagare il biglietto dei voli (magari intercontinentali quindi niente RyanAir), le spese per l’avvocato, il traduttore e per l’ente che si occuperà della gestione delle pratiche burocratiche, il soggiorno (anzi i soggiorni visto che dovrete tornare più volte) nel paese dove andrete ad adottare ed i corsi di formazione per i neogenitori. Il prezzo? Secondo un’inchiesta di Repubblica arriva fino a 40mila euro, secondo AIBI si va dagli 11mila ai 30mila euro. Stando a questo articolo in uno dei paesi più economici per la Gpa (ovvero l’India) avere un figlio da una madre surrogata costa più o meno 20mila euro (dei quali appena un quarto andrà alla madre) indovinate quanto va alle madri dei bambini orfani degli orfanatrofi di tutta questa transazione economica? Ma nessuno in quei casi parla di comprare bambini, chissà perché. Come sono in pochi di quelli che hanno a cuore i diritti dei bambini a preoccuparsi del business intorno alle case famiglia o delle difficoltà degli affidi famigliari. Scommetto però che non appena lo farà un omosessuale ecco che qualcuno li accuserà di comprare i bambini dei paesi poveri sfruttando il bisogno di quelle nazioni di “liberarsi” del fardello del mantenimento degli orfani.

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Maternità surrogata, dove e come (La Stampa, 14 febbraio 2016)

Before and after science

C’è stato un periodo nella storia dell’umanità nel quale la scienza medica non aveva un limitato potere di intervento sul corpo delle persone. Possiamo discutere se alcune delle nuove tecnologie siano una forma di progresso o di regresso e sono sicuro che tra vent’anni rideranno delle nostre crisi isteriche di fronte all’evento di due omosessuali che hanno un figlio. Così come noi sorridiamo sul fatto che fino a non molto tempo fa le donne che non volevano (o non potevano) allattare ricorressero alle balie. Orrenda figura di mercificazione del corpo femminile, donne disposte a vendere il latte destinato al proprio figlio, ridotte poco più che a vacche da latte per le nobildonne. Eppure fare la nutrice era un lavoro onesto che le donne facevano per libera scelta, nascevano addirittura stabilite delle relazioni “familiari” tra coloro che venivano chiamati fratelli di latte. Poi la nostra società è cambiata ed è stato pure inventato il latte in polvere e improvvisamente delle balie si è sentito meno il bisogno. Io credo che per quanto riguarda la Gpa siamo in una situazione simile, è una tecnica di mezzo che consente di superare i problemi di alcune coppie nell’avere figli (o meglio di portare a termine una gravidanza). Questione che in futuro potrà essere risolta in modo diverso grazie a nuove pratiche mediche. Senza dubbio il contesto di povertà in alcuni paesi dove la Gpa è legale e regolamentata aiuta questa nuova forma di commercio. Ma io non credo che, se vengono garantiti i diritti della gestante, si possa parlare di sfruttamento, soprattutto quando parliamo di una libera scelta di una donna adulta. È sfruttamento perché qualcuno paga? Allora dovremmo essere pronti a mettere in discussione più di qualche dettaglio del nostro modo di vivere. È mercificazione del corpo femminile perché c’è uno scambio di denaro? Allora vi inviterei a riflettere sulla situazione generale del lavoro salariato, in Italia, India o Stati Uniti. Ma se pensate che nel lavoro di un giornalista che sta seduto al computer ci sia poco “corpo” da sfruttare allora parliamo del corpo degli atleti. Un corpo usato, a livello professionistico, per guadagnare denaro, e per farlo guadagnare alle squadre, agli sponsor, alle federazioni. Un corpo sottoposto a privazioni e stress ai quali ben pochi si sottoporrebbero gratis o solo per il puro piacere. Gli sportivi sono troppo pagati? Ci sono mille altri lavori usuranti che sono perfettamente legali e per i quali – se in regola – non si parla di sfruttamento o di mercificazione del corpo. Pensavate che avrei parlato delle prostitute o della donazione volontaria dell’utero vero? E invece.. È possibile regolamentare l’accesso e le modalità con le quali vengono selezionate le madri surrogate? Stando alla pagina di questa clinica che offre la possibilità di diventare madri surrogate sì. Ad esempio le madri devono essere cittadine statunitensi, questo non le mette ovviamente al riparo dall’essere in una condizione di povertà ma ragioniamo un attimo, le madri quindi non saranno rapite dai loro paesi d’origine e importate negli USA (sapete quanto ci vuole per avere la cittadinanza vero?). Inoltre dal punto di vista della clinica che deve garantire ai futuri genitori alcune cosucce come il fatto che il figlio nascerà sano (non importa quanta selezione fate a livello embrionale, se la madre è un’alcolizzata o non può alimentarsi bene il feto non crescerà sano) ha molto più senso rivolgersi a persone non troppo povere. Con il mio tenore di vita e redditto se fossi una donna non potrei mai “affittare” il mio utero.
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È una questione di diritti?

Vogliamo pari diritti per tutti? Allora dobbiamo trovare un modo di affrontare questo problema: le coppiei eterosessuali possono avere figli in un modo o nell’altro. Le coppie di donne omosessuali possono avere figli (in maniera “tradizionale”, con la fecondazione assistita, con l’eterologa). Gli uomini omosessuali non possono avere figli (a meno che non siano figli di una precedente relazione eterosessuale). Se siamo d’accordo sul fatto, e molti di quelli che sono scandalizzati dal figlio “comprato” da Vendola lo sono, che gli omosessuali possano avere figli ed addirittura adottarne di estranei alla coppia ma dicono che i figli non si comprano mi pare di aver mostrato che ci sono molte altre situazioni (tra cui le adozioni) con le quali i figli si comprano. Il vero interrogativo sul quale siamo chiamati a rispondere non è tanto se essere pro o contro la Gpa quanto se e come garantire a tutti (compresi i bambini) gli stessi diritti. Il vuoto normativo italiano al momento ha creato una disparità di diritti che la legge sulle Unioni Civili per come è oggi non è in grado di sanare. Si è preferito rimandare la discussione al futuro, legandola ad una proposta di legge sulle adozioni che non vedrà mai la luce, perché come non ci sono i numeri oggi per l’adozione coparentale non ci saranno i numeri per l’adozione piena domani, figuriamoci quindi per la Gpa. Il progresso tecnologico ci ha messo nuovamente di fronte ad una questione riguardo i limiti di quanto ci è concesso di fare, nascondere la testa sotto la sabbia non ha più senso, perché ormai il genio è uscito dalla bottiglia. La questione dei diritti degli omosessuali potrebbe infine essere sfruttata per intavolare non solo una riflessione su un nuovo concetto di famiglia e nuove forme di genitorialità ma anche per cercare di capire cosa non funziona nelle adozioni internazionali (che sono una scappatoia per evitare le lungaggini delle adozioni in Italia) e come fare in modo che i bambini e i ragazzi orfani in Italia possano trovare il modo di avere anche loro una famiglia adottiva che li ami.

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