La macchina del fango contro Vasco Errani

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2016-08-30

Il futuro commissario straordinario alla ricostruzione viene definito “disoccupato”, “assolto, ma indagato” e ovviamente politico di professione senza alcuna esperienza. Eppure Errani ha guidato, proprio in qualità di commissario, le prime fasi della ricostruzione dopo il terremoto del 2012. Come è andata? I numeri dicono che…

article-post

IL Fatto Quotidiano ha messo in moto la macchina del fango contro Vasco Errani, designato dal Governo commissario straordinario per la ricostruzione delle zone colpite dal terremoto del 24 agosto. L’idea che l’ex Presidente della Regione Emilia Romagna, nonché commissario alla ricostruzione proprio in seguito al terremoto del 2012 in Emilia, possa essere incaricato di gestire anche quella nelle Marche in Lazio e in Umbria ha suscitato lo scontento di tutte le forze politiche d’opposizione dalla Lega ai Cinque Stelle.

fatto quotidiano vasco errani - 1
Il sobrio lancio social del Fatto Quotidiano, con grafica a misura di manettaro

Vasco Errani “colpevole” di essere stato indagato

Ma è il Fatto Quotidiano a fare il capolavoro della giornata, pubblicato su Facebook un lancio dove si legge “Vasco Errani commissario alla ricostruzione. È stato assolto, ma è proprio il caso di nominare un ex governatore che finanziò la coop di suo fratello?”. Il riferimento ovviamente è al processo Terremerse, la cooperativa guidata dal fratello, che ha visto coinvolto Errani il quale però è stato assolto in maniera definitiva (Errani era stato assolto in primo grado, condannato in appello nel 2014 si dimise dalla presidenza della Regione, ed infine assolto il 21 giugno scorso al termine del processo d’appello bis). La sentenza d’assoluzione ha determinato che il fatto non costituisce reato, ma questo per i manettari del Fatto Quotidiano è solo un dettaglio. Al Fatto sanno bene che una volta che sei stato indagato sei per sempre colpevole, anche se viene provata la tua innocenza. Sull’edizione di oggi del giornale di Marco Travaglio David Marceddu rincara la dose e ricostruisce la vicenda giudiziaria (curiosamente dimenticando l’assoluzione in primo grado) definendola “non edificante”, e del resto come potrebbe esserlo secondo il metro di giudizio del quotidiano.

PER L’EX GOVERNATORE l’eventuale nomina sarebbe un ritorno alla politica dopo le dimissioni nel 2014 da governatore, seguite alla condanna per falso nel processo Terremerse, poi nel 2016 ribaltata nell’appello bis con un’assoluzione. La vicenda, non edificante, è quella del finanziamento da un milione concesso dalla Regione guidata da Errani alla coop del fratello Giovanni.

Della stessa opinione anche il deputato portavoce pentastellato Michele Dall’Orco che su Twitter ci fa sapere che la ricostruzione in Emilia del disoccupato Errrani è “sfociata nell’inchiesta per mafia Aemilia”. Lasciando intendere che è proprio a causa dell’operato di Errani che sono state rilevate infiltrazioni mafiose nel processo di ricostruzione.
vasco errani michele dell'orco - 1
 
Concetto ribadito anche su Facebook dove la responsabilità della “sottovalutazione del problema da parte delle pubbliche amministrazioni” viene ascritta proprio a Vasco Errani.
vasco errani michele dell'orco - 3
Uno si immagina che Errani sia stato indagato (e magari condannato) nell’inchiesta Aemilia. E invece no, Vasco Errani non risulta nemmeno nell’elenco degli indagati. Davvero difficile quindi parlare di una sua responsabilità visto che la magistratura non ha ritenuto ne avesse. Dell’Orco è costretto ad ammetterlo su Twitter dopo uno scambio con alcuni utenti.
vasco errani michele dell'orco - 2
 
Non si capisce poi cosa significhi il fatto che Errani sia un “disoccupato”, prima di essere miracolato da Grillo e finire in Parlamento non è che Dell’Orco potesse vantare (oltre ad una fallimentare carriera universitaria) grandi esperienze lavorative. Eppure nonostante i molti stage e lavoretti estivi Dell’Orco è riuscito a diventare collaboratore del gruppo consiliare del Movimento, forse l’esperienza lavorativa più rilevante della sua carriera. Il curriculum di Michele Dall’Orco è questo

Sono Michele Dell’Orco, nato a Pavullo nel Frignano (MO), il 07/09/1985, residente a Casinalbo di Formigine;
TITOLO DI STUDIO: diploma di perito chimico (ord. Tecnico , perito industriale , capotecnico , indirizzo: chimico); Iscritto dall’anno 2006 al 2008 alla facoltà di scienze Matematiche Fisiche e Naturali dell’università di Modena e Reggio Emilia, nel corso di laurea “Scienze Naturali” .
ESPERIENZE LAVORATIVE: Anno 2001, Luglio-Agosto, lavoro presso azienda agricola con qualifica di operaio addetto alla raccolta di frutta ; Anno 2002, Agosto, lavoro presso azienda agricola con qualifica di operaio addetto alla raccolta di frutta; Anno 2003, Giugno-Luglio, lavoro estivo guidato presso azienda di automazioni per ceramiche, con qualifica di addetto all’inventario del magazzino; Anno 2004, Giugno-Luglio, lavoro estivo guidato presso ceramica con qualifica di addetto al controllo campioni ceramica; Ottobre, stage presso colorifico all’interno del laboratorio; Anno 2005, Ottobre, stage presso azienda chimica; Anno 2008, Maggio – Ottobre 2009, lavoro presso azienda per produzione malte e collanti per l’edilizia, in laboratorio controllo qualità: controllo sui prodotti e sulle materie prime; Anno 2010, Settembre – Ottobre 2010, corso di formazione di lingua inglese, livello base + livello intermedio, durata dei due corsi: 160 ore; Novembre 2010 – Marzo 2011, censimento generale della popolazione e delle abitazioni per il Comune di residenza; Anno 2011, Giugno- Luglio, lavoro presso laboratorio chimico di analisi alimentari, in reparto vitamine; Anno 2012, Febbraio-ad oggi, collaboratore gruppo consiliare Movimento 5 stelle Emilia-Romagna.

Un account Twitter della Lega Nord Veneta riprende invece un episodio che nulla ha a che vedere con la competenza di Errani e che è già stato oggetto di strumentalizzazioni in passato. Per la serie, quando non si ha più fango da gettare.


 

A che punto è la ricostruzione in Emilia?

Sul cursus honorum di Errani insiste anche il Vicepresidente della Camera Luigi Di Maio (un altro che forse farebbe meglio a riflettere sulle competenze derivate dall’essere “fuori corso a giurisprudenza”) che rileva come Errani sia in politica dal 1983 e come sia stato eletto tre volte di seguito alla presidenza regionale (elezione che però la Corte di Appello di Bologna ha giudicato legittima)

Vasco Errani non può essere il commissario al terremoto del Centro Italia. È in politica dal 1983, è stato governatore dell’Emilia Romagna per ben 3 volte (nonostante la legge ponesse un limite di due mandati) ed è già stato commissario per il terremoto in Emilia nel 2012.
Ora serve un profilo al di fuori del sistema dei partiti. Una persona scelta per competenze, non per appartenenza politica.

Per Di Maio il problema è che la scelta di Errani sarebbe una decisione politica e non basata sulle competenze. Peccato che la riga prima lo stesso Di Maio ricordasse come l’ex-Presidente dell’Emilia Romagna sia stato commissario per il terremoto in Emilia nel 2012. Il che, vista la naturale carenza di figure professionali del genere, dovrebbe quantomeno far pensare che Errani abbia l’esperienza necessaria per svolgere tal compito.

vasco errani ricostruzione emilia 2012 - 1
I dati sui lavori di ricostruzione in Emilia

Non c’è dubbio che, nonostante i problemi relativi all’infiltrazione della criminalità organizzata nella ricostruzione, il lavoro avviato da Errani (e continuato dal suo successore Stefano Bonaccini) stia avendo successo nel riportare alla normalità la situazione del “cratere” creato dal sisma del 2012. A quattro anni dal terremoto la maggior parte delle famiglie è ritornata nelle sue abitazioni ma i lavori per la ricostruzione degli edifici non sono ancora terminati. Diciannovemila persone sfollate sono tornate nelle proprie abitazioni (sono state messe in sicurezza oltre diecimila abitazioni) ed è stata evitata la costruzione delle cosiddette New Town, ma ci sono ancora 445 persone (135 famiglie) che vivono all’interno dei moduli abitativi provvisori. Per quanto riguarda i lavori di ricostruzione delle opere pubbliche si può monitorare lo stato di avanzamento qui. C’è ancora molto da fare, soprattutto nelle zone più colpite della provincia di Modena ma non si può dire che il modello Emilia non possa essere preso ad esempio (migliorandolo, naturalmente, perché le cose si possono sempre migliorare) per la ricostruzione nelle regioni colpite dal terremoto della settimana scorsa.
 

Potrebbe interessarti anche