La lettera del killer dei disabili a un parlamentare

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-07-26

«Sogno un mondo in cui i disabili possano morire in pace – aveva scritto Uematsu – Porterò a termine un piano, senza colpire lo staff, e mi consegnerò dopo aver ucciso i disabili». «Le persone disabili possono solo creare disagi – continua il messaggio – Credo che sia tempo di attuare una rivoluzione e prendere inevitabili ma gravi decisioni per la salvezza dell’umanità»

article-post

Un uomo con evidenti turbe psichiche e un manifesto disprezzo nei confronti delle persone disabili: è questo il profilo dell’uomo che la scorsa notte a Tokyo ha ucciso a coltellate 19 disabili, che emerge dai media nipponici. Satoshi Uematsu avrebbe annunciato il suo gesto in una lettera scritta il febbraio scorso ad un parlamentare. La motivazione dell’attacco andrebbe cercata in un profondo disprezzo per le persone con handicap.

La lettera del killer dei disabili a un parlamentare

La polizia di Sagamihara ha rivelato che il giovane, nel febbraio scorso, nel periodo in cui aveva lasciato il centro “per ragioni personali” aveva scritto a mano una lettera, che aveva consegnato alla residenza ufficiale del presidente della Camera, nella quale sosteneva di voler uccidere i disabili del Tsukui Yamayuri En, entrando di notte, quando c’è meno personale. «Sogno un mondo in cui i disabili possano morire in pace – aveva scritto Uematsu – Porterò a termine un piano, senza colpire lo staff, e mi consegnerò dopo aver ucciso i disabili». «Le persone disabili possono solo creare disagi – continua il messaggio, secondo Il Sole 24 Ore, – Credo che sia tempo di attuare una rivoluzione e prender ere inevitabili ma gravi decisioni per la salvezza dell’umanità». Un piano molto simile a quello che ha effettivamente condotto nella notte, quando ha fatto irruzione nel centro, dopo aver rotto il vetro di una finestra. Dopo quella lettera, il giovane era stato ricoverato in ospedale e dimesso dopo un paio di settimane: nelle sue urine erano state rinvenute tracce di marijuana. Tra le vittime della strage ci sono 10 donne e nove uomini di età compresa tra i 19 ed i 70 anni.

«Sogno un mondo in cui i disabili possano morire in pace»

Il 19 febbraio, la data in cui rassegnò le dimissioni dal centro disabili, aveva annunciato su Twitter “Potrei essere arrestato”. L’ultimo messaggio su Twitter, alle 2:50 di notte, pochi minuti dopo la carneficina e prima di consegnarsi alla polizia, recitava “Ci possa essere pace nel mondo”, aggiungendo in inglese ‘Beautiful Japan’. Armato di diversi coltelli, Satoshi Uematsu, 26 anni, ha rotto una finestra per entrare nell’edificio quindi, secondo il canale televisivo NTV, ha legato gli operatori sanitari per poter agire indisturbato. L’uomo si è poi recato dalla polizia, dove avrebbe dichiarato: “I disabili dovrebbero scomparire”. “Aveva coltelli da cucina e altri tipi di lame sporche di sangue”, ha detto in conferenza stampa Shinya Sakuma, un funzionario della prefettura di Kanagawa. Le vittime sono nove uomini e 10 donne di età compresa tra 18 e 70 anni; i 25 feriti, tra cui 20 in gravi condizioni, sono stati ricoverati in sei ospedali.

Leggi sull’argomento: Satoshi Uematsu: l’uomo che uccide 19 persone in un centro disabili a Sagramihara

Potrebbe interessarti anche