La Guardia di Finanza negli uffici di Banca Etruria

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-05-04

I finanzieri negli uffici della sede centrale di Arezzo per acquisire una serie di documenti. Il GUP di Arezzo intanto respinge le richieste di costituzione di parte civile

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La Guardia di Finanza è da questa mattina negli uffici della sede centrale di Arezzo di Banca Etruria, dove sta acquisendo una serie di documenti. Il nucleo valutario della Guardia di Finanza ha acquisito una serie di documenti ad Arezzo, negli uffici di Banca Etruria, in relazione all’inchiesta condotta dalla Procura di Civitavecchia per il suicidio di Luigi D’Angelo, il pensionato che il 28 novembre scorso si e’ tolto la vita dopo aver appreso di aver perso oltre 100 mila euro per l’azzeramento delle obbligazioni subordinate della banca. Le acquisizioni sono sia di documentazione che era rivolta a tutta la clientela di questo tipo di sottoscrizioni, che, nello specifico, di D’Angelo. Gli inquirenti ipotizzano che, in piu’ casi, siano state alterate le risposte dei clienti nei questionari allegati alla sottoscrizione delle subordinate come, ad esempio, nella parte relativa alla professione svolta. Oggi intanto il gup del tribunale di Arezzo Annamaria Loprete ha respinto tutte le richieste di costituzione di parte civile avanzate dai risparmiatori di Banca Etruria, e da alcune associazioni, nell’udienza preliminare per il primo filone dell’inchiesta sull’istituto aretino. Ammessa solo Banca d’Italia.

La Guardia di Finanza negli uffici di Banca Etruria

È quanto si apprende durante una pausa dall’udienza in corso stamani ad Arezzo che vede imputati per ostacolo alla vigilanza l’ex presidente Giuseppe Fornasari, l’ex dg Luca Bronchi e il dirigente Davide Canestri. Le richieste presentate erano circa 200. A favore della costituzione si era espresso anche il procuratore di Arezzo Roberto Rossi, titolare delle inchieste su Banca Etruria, mentre parere contrario era stato espresso dal legale di Banca d’Italia Raffaele D’Ambrosio. La difesa dei tre imputati aveva richiesto l’esclusione di tutte le parti civili, così come la Banca d’Italia che si riteneva l’unica parte offesa dal reato. I tre ex vertici della vecchia Banca Etruria sono accusati dalla Procura di Arezzo, diretta dal procuratore Roberto Rossi, di ostacolo alle autorità di vigilanza, avendo fornito dati non veritieri sulla situazione dell’istituto di credito alla Banca d’Italia. Si tratta del primo filone di indagine arrivato a conclusione sul dissesto dell’istituto di credito aretino, commissariato nel febbraio 2015.

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