La grande vittoria del M5S in preparazione con l'Italicum

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-07-06

Il sondaggio di Pagnoncelli: al secondo turno «nazionale» 13 punti di scarto. E sarebbero 9 in caso di unione a sinistra

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Il sondaggio di Nando Pagnoncelli pubblicato oggi dal Corriere della Sera racconta la possibile grande vittoria del MoVimento 5 Stelle con l’Italicum voluto dal presidente del Consiglio Matteo Renzi. L’Italicum prevede un proporzionale a doppio turno a correzione maggioritaria, con premio di maggioranza, soglia di sbarramento e 100 collegi plurinominali con capilista bloccati.

Un anno fa solo un quarto circa degli italiani pensava che i pentastellati sarebbero stati in grado di prendere in mano le redini della nazione, mentre oltre i due terzi li reputava inadatti. Oggi le opinioni si dividono quasi a metà: oltre il 40% scommette sull’affidabilità dei 5stelle, poco meno del 50% ne dubita ancora. Non si tratta quindi solo della vittoria alle amministrative, ma di un progressivo accreditamento presso l’elettorato della classe dirigente e del ruolo nazionale del Movimento. In sofferenza le altre principali forze: il Pd in primo luogo, che perde più di un punto rispetto ad aprile e si trova ora ad inseguire il Movimento 5 stelle, ma anche le due forze principali del centrodestra: Forza Italia al 12,2%, in calo di circa un punto, la Lega al 12,4% in calo dello 0,7%. Fratelli d’Italia segnala una crescita, attestandosi al 4,7% (+0,8% rispetto ad aprile). I tre partiti insieme valgono il 29,3%. Area popolare si consolida al 4,4% (+0,2%).

italicum movimento 5 stelle
Il sondaggio di Pagnoncelli sul Corriere (6 luglio 2016)

La vittoria dei 5 Stelle sarebbe schiacciante contro entrambi gli schieramenti:

In questo contesto i risultati dei diversi possibili ballottaggi considerati nel nostro sondaggio premiano il Movimento 5 Stelle. Nel primo confronto, Pd e M5S, quest’ultima formazione vincerebbe con il 56,5% e un distacco di 13 punti, guadagnando quasi 8 punti rispetto alla precedente simulazione quando invece prevaleva, sia pur di poco, il Pd. È l’effetto Torino: sui pentastellati convergono in misura più rilevante di quanto accadeva precedentemente i voti del centrodestra, mentre meno convinti di votare Pd sono gli elettori di sinistra e di centro. Nella seconda simulazione, contro la lista unica di centrodestra, il Movimento 5 Stelle vincerebbe di quasi 20 punti, raddoppiando il distacco evidenziato dalla precedente simulazione. In questo caso emerge una crescita dell’astensione a detrimento del centrodestra, e la netta riduzione degli elettori Pd che voterebbero centrodestra pur di non far vincere i pentastellati.
Le due nuove simulazioni ipotizzano la presenza di una lista unica di centrosinistra comprendente Pd, Sel, Sinistra Italiana, Verdi, Psi e Partito radicale. Nel confronto con il Movimento 5stelle i risultati non cambierebbero molto: vincerebbe il M5S con uno scarto di 9 punti, di poco inferiori ai 13 fatti registrare nel confronto con il Pd. Il centrosinistra in questo caso guadagnerebbe i voti degli elettori di sinistra che nella prima simulazione avrebbero votato M5S contro il Pd. Infine, nel confronto diretto tra centrodestra e centrosinistra coalizzati, vincerebbe quest’ultimo ma con uno scarto ridotto, di meno di tre punti. In questo caso gli elettori pentastellati per metà circa si asterrebbero, mentre la restante metà si dividerebbe tra le due coalizioni con una lieve prevalenza del centrodestra. Viceversa gli elettori centristi (Nuovo centrodestra + Udc) voterebbero massicciamente per la lista di centrodestra, in una sorta di ritorno al bacino di provenienza.

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