La Giunta Raggi, il no alle Olimpiadi e il rischio di danno erariale

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-09-14

Il consiglio comunale potrebbe rischiare un danno erariale in caso di no alla candidatura alle Olimpiadi, per la spesa di venti milioni di euro già effettuata dal comitato promotore per la candidatura:

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Ernesto Menicucci sul Corriere Roma oggi racconta che il consiglio comunale potrebbe rischiare un danno erariale in caso di no alla candidatura alle Olimpiadi, per la spesa di venti milioni di euro già effettuata dal comitato promotore per la candidatura:

Perché, come sanno perfettamente al Coni, un’amministrazione «parla» per atti ufficiali e non certo per comunicati stampa o messaggi sui social. E non basta che i principali esponenti del Movimento Cinque Stelle abbiano nei giorni scorsi ribadito il «no ai Giochi del 2024». Lo dice anche Luca di Montezemolo, presidente del Comitato promotore: «Grillo dice no? Ma le elezioni le ha vinte Virginia Raggi…». E qui sorgono le difficoltà. Perché, per tornare indietro rispetto a quanto venne deliberato dall’Assemblea Capitolina il 25 giugno del 2015, cioè il sì alla candidatura olimpica, serve un’altra delibera che annulli la precedente.
Ma il passo indietro deve essere anche motivato. Altrimenti, è il ragionamento che viene fatto negli ambienti sportivi, l’amministrazione Raggi potrebbe incorrere in un ricorso al Tar, o anche in un esposto alla Corte dei Conti per danno erariale, rispetto ai soldi (circa 20 milioni di euro) già spesi per la candidatura.

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Olimpiadi a Roma: le tappe della candidatura (Corriere della Sera, 28 agosto 2016)

Il Comitato «Roma 2024» è infatti incardinato nel Coni, che a sua volta è strumento del Ministero economia e finanze. E, dunque, gli euro spesi sono soldi pubblici. D’altro canto avevamo già parlato di come la Giunta e il Consiglio rischino – in questo caso molto di più – anche per la faccenda dello stadio della Roma.

Fantapolitica? Mica tanto. C’è poi la questione della Città Metropolitana, finora ignorata. Lì la maggioranza (in attesa del voto del 9 ottobre) è ancora a trazione piddina e un eventuale atto del consiglio metropolitano «impegnerebbe» la sindaca Raggi ad ottemperare l’indirizzo politico di Palazzo Valentini. Scenari che si «reggono» su un fatto: ad oggi, non c’è in vista nessuna delibera di Assemblea Capitolina per modificare quella del 2015.
Il consiglio non si riunirà prima del 20 settembre e, dicono dal Campidoglio, «per ora la questione Olimpiadi non è all’orizzonte». In realtà nei corridoi di Palazzo Senatorio circola una voce: che il vicesindaco Daniele Frongia stia avviando dei riservatissimi contatti per esplorare la possibilità di una «maggioranza alternativa» pro-Olimpiadi, con una parte dei Cinque Stelle e un pezzo delle opposizioni. Credibile? Chissà.

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