La fine della storia dei giovani che rifiutano il lavoro per l'Expo

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-04-23

Il giorno dopo arrivano le precisazioni sul reclutamento e soprattutto le testimonianze di chi ha rifiutato. A dimostrazione che la realtà è spesso molto più complicata dei titoli dei giornali. E della retorica su bamboccioni e choosy

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Ieri abbiamo parlato dell’articolo del Corriere che raccontava che l’80% dei giovani che aveva rifiutato un lavoro per l’Expo nonostante stipendi da 1300 euro. Il giorno dopo è quello dei chiarimenti e delle precisazioni. Aveva scritto ieri il Corriere:

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L’articolo del Corriere sull’80% dei giovani che aveva rifiutato lavori a Expo

LA FINE DELLA STORIA DEI GIOVANI CHE RIFIUTANO IL LAVORO PER L’EXPO
Stamattina il Corriere della Sera ha ribadito la posizione espressa nell’articolo, senza citare la Manpower, e spiegando in maniera più dettagliata il senso del titolo:

In serata la società ha riepilogato la situazione ricordando che le assunzioni (completate) di giovani con incarichi temporanei sono state divise in tre gruppi: 406 Apprendisti, con una retribuzione netta mensile pari a circa 1.300 euro; 247 Team Leader, con un’età media di 36 anni e con una retribuzione netta mensile di circa 1.700 euro; 82 Stagisti con un rimborso mensile, come da accordo sindacale, di 500 euro. Come scritto dal Corriere, tra i posti disponibili per gli apprendisti si sono registrate le principali defezioni: su 27 mila candidature arrivate, sono stati selezionati i 645 profili migliori e metà di questi non si è presentato alla firma del contratto (molti senza neppure informare, alcuni perché avevano nel frattempo trovato altro). Si è proseguito con un secondo giro di colloqui (e con altre defezioni) e poi con un terzo fino a che si è completata la squadra: nel frattempo, quasi l’80 per cento di chi avrebbe potuto avere quel posto aveva detto di no

Come si nota, la frase “alcuni perché nel frattempo avevano trovato altro” dimostra già di per sé che la retorica dei gggiovani che non hanno voglia di lavorare va a farsi un po’ benedire già da subito: anche se i numeri non vengono forniti, se qualcuno invece di lavorare per l’Expo decide di lavorare in un’altra posizione è difficile dargli del fannullone: è semplicemente qualcuno che, in un regime di libero mercato, ha liberamente scelto di fare altro. E il libero mercato, come è giusto che sia, vale per tutte le parti in causa: si vede che i gggiovani (non fannulloni) hanno trovato qualcuno che ha offerto condizioni migliori per le loro competenze. C’è poi da segnalare che Manpower, l’agenzia che si è occupata della selezione, ieri all’Huffington Post ha detto qualcosa a proposito del famoso 80%:
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L’80 per cento delle persone che avrebbero rifiutato, non ha in effetti rifiutato – spiegano da Manpower – ma si tratta di persone che o non hanno superato i test o che a un certo punto non sono state in grado di andare avanti nelle selezioni. Quindi riassumendo, questo 46% non riguarda tutti i ragazzi under 29 anni che si sono candidati, ma solo due specifiche figure richieste”.

LE STORIE DI CHI HA RIFIUTATO
Il Fatto Quotidiano ha invece pubblicato un articolo nel quale racconta le motivazioni di chi ha detto no, mentre sul quotidiano ha parlato esplicitamente di bufala:

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Titolo dell’articolo sul Fatto di oggi, 23 aprile 2015, pag. 7

“A inizio anno ho passato il colloquio per un 5° livello commercio con uno stipendio di 1460 euro lordi. Il netto attorno ai 1200 euro per un full time di 40 ore settimanali – racconta M. F, 29 anni, laurea triennale – Arrivando dalle Marche con quella retribuzione avrei potuto mantenermi a Milano dove un posto letto costa 550 euro, visto che da subito ci era stato detto che durante i sei mesi vitto e alloggio sarebbero stati a nostre spese, come anche il parcheggio. Dopo mesi di silenzio da parte di Manpower poco fa mi hanno proposto nel padiglione della Thailandia a 28 ore al mese. Sono stata costretta a rinunciare”.

“Sono stata ammessa a due colloqui presso gli uffici milanesi di Manpower: abito in Toscana e ho chiesto se si poteva fare via skype o sostenere entrambi i colloqui lo stesso giorno per accorpare le spese del viaggio, tutte a mio carico. Mi è stato risposto di no e ho accettato solo il colloquio da stagista spendendo 200 euro fra viaggio e albergo. Sono giovane, ho pensato, fa curriculum. E Manpower mi aveva rassicurata: entro febbraio avrai il feedback. Quella telefonata è arrivata solo poche ore fa: ‘Hai superato la selezione di gennaio ma non possiamo ancora darti l’ok definitivo perché Expo Spa non ha ancora dato conferma. Ti faremo sapere presto se inizierai a lavorare a fine settimana’. Mi spiace ma con tre giorni di preavviso, anche volendo, non posso accettare. Fossero stati 1500 euro era un conto, ma 500 con poche ore per trovare un alloggio è infattibile”.

Un’altra testimonianza, quella di S. M., è arrivata direttamente nella casella mail di neXtQuotidiano:

Ho una laurea triennale in mediazione linguisica e una laurea magistrale in Interpretariato di conferenza presso l’università IULM di Milano. Come molti ragazzi ho inviato la candidatura per lavorare all’ Expo ma non mi sono mai stati offerti 1500€ NETTI al mese. A dicembre ho inviato 2 cv che mi hanno portato a fare 4 colloqui distribuiti su 5 mesi. Due colloqui presso Adecco e due presso Manpower. Venivano selezionati hostess/steward e guide per i padiglioni con conoscenza dell’inglese e di una seconda lingua tra (spagnolo, arabo, russo e cinese). Superata la selezione da adecco (test di lingua via mail e colloquio di gruppo) mi è stato detto che per loro risultavo idonea, ma i responsabili del padiglione avevano scelto altri candidati. Ero però invitata a seguire due settimane di corso di formazione sulla sicurezza con orario 9-18 a Milano per ricevere “l’accreditamento” per entrare expo. A mia domanda: accreditamento per lavorare dove? Mi viene risposto che potrebbero chiamarmi per fare delle sostituzioni durante questi 6 mesi. Chiedo di poterci pensare, poi rifiuto e successivamente vengo di nuovo contattata telefonicamente da Adecco per propormi di fare richiesta la “dote lavoro” di regione lombardia cosa che mi permetterebbe di seguire il corso gratuitamente (ah, che fortuna!) A questo punto comunico via mail che non sono interessata a seguire il corso per fare la riserva. Per quanto riguarda i termini del contratto in fase di colloquio ci avevano comunicato che in caso di assunzione saremmo risultati dipendenti di Adecco con contratto commerciale, la retribuzione non era stata resa nota. Avremmo firmato prima un contratto di prova di un mese e mezzo e poi se il cliente era soddisfatto si sarebbe firmato un altro contratto. Nessuno ha parlato di 1500€ netti. Solo al candidato che percepiva 1600€ di cassa integrazione è stato detto che non era possibile lavorare e percepire la cassa integrazione e quindi consigliato di valutare attentamente se fosse conveniente rinunciare alla cassa visto che lo stipendio sarebbe stato molto inferiore. Presso manpower invece su richiesta insistente di ragazzi provenienti da Bari, Napoli e alcune regioni del centro-nord ansiosi di sapere se potevano permettersi di affittare una stanza a Milano, la selezionatrice ha indicato una retribuzione di 7€ l’ora, e uno stipendio lordo di 1200€ per una hostess full time. Peccato che poi di fatto venivano offerti turni da 4 o 6 ore, con contratti part-time. All’expo si lavora 5 giorni alla settimana su turni da lunedì alla domenica, 2 giorni di riposo non consecutivi e con orario dalle 09.30-15.30 o dalle 15.30 alle 21.30. So di amici e colleghi di università che il primo maggio inizieranno a lavorare percependo 900€ netti al mese, hanno 25 anni, sono laureati in mediazione linguistica e vivono con mamma e papà a Milano, quindi non devono sostenere spese di affitto. Chi invece doveva affittare una stanza singola a Milano per questi sei mesi ha probabilmente capito che dei 900€ gli sarebbe rimasto ben poco. Chi invece avrebbe dovuto fare il pendolare e spostarsi tutti i giorni con treno e metropolitana da Novara, Pavia e altre città verso Rho ha valutato gli orari e si è reso conto che quando di turno fino alle 21.30 sarebbe arrivato a casa verso mezzanotte. Mi sembrano normali ragionamenti da fare prima di accettare un lavoro. Se siamo conosciuti in tutto il mondo come un popolo che ama i piaceri della vita non possiamo pretendere che i giovani italiani siano stakanovisti robotizzati pronti a macinare km con il trasporto pubblico attraversando la lombardia e disposti a lavorare con salario minimo dormendo sotto i ponti bruciando la laurea per scaldarsi con un falò nel parco.

Un’altra testimonianza interessante è quella di Mario Raz, sempre su Facebook:
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Insomma, ora che si sente anche l’altra campana e si precisa meglio – si fa per dire – riguardo quell’«otto su dieci rifiutano lavoro da 1300 euro» la situazione è molto più chiara e comprensibile. E infatti ieri Aldo Grasso direttamente in video e oggi Vittorio Feltri sul Giornale dimostrano di aver capito tutto:

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Il Giornale, 23 aprile 2015

E… niente, è evidente che in Italia per i giornali la situazione è disperata, ma non seria.

Leggi sull’argomento: La vera storia dei giovani che rifiutano un lavoro da 1300 euro per l’Expo

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