La coppia gay che ottiene l'affidamento della figlia

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2015-05-06

Cosa succede se la madre surrogata è un’omofoba? Prima si fa mettere incinta per avere un figlio poi nega al padre i suoi diritti di genitore solo perché è gay. E allora il giudice decide…

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Quando si parla di estendere alle coppie omosessuali i diritti delle coppie eterosessuali in genere uno degli argomenti preferiti da chi è contrario è che “prima o poi” i gay vorranno anche dei bambini. Li adotteranno, “se li faranno fare” da madri surrogate oppure probabilmente arriveranno a rubarli (come fanno gli zingheri!1). A parte che non è assolutamente scontato che una coppia omosessuale voglia avere dei figli quindi il nesso causale tra l’estensione dei diritti fondamentali e il desiderio di genitorialità. Per non parlare del concetto di “famiglia naturale” tanto caro ai negazionisti che è molto meno rigido del previsto, a volte può addirittura succedere che sia una madre surrogata a voler “approfittare” di una coppia gay per concepire un figlio e non viceversa.
 

Fonte: freedomtomarry.org
Fonte: freedomtomarry.org

LA MADRE OMOFOBA CHE NEGA I DIRITTI AL PADRE
Una giudice dell’Alta Corte britannica ha deciso a favore di una coppia di genitori omosessuali affidando al padre biologico (che è anche un amico della donna da lungo tempo) e al suo compagno l’affidamento della figlia di quindici mesi concepita con una madre surrogata tramite inseminazione artificiale. La vicenda è finita in tribunale perché la donna avrebbe mentito quando ha preso accordi con la coppia per il solo motivo di rimanere incinta. La sua intenzione non era quella di fare da madre surrogata ma di tenere per sé il nascituro. Il problema è nato dal fatto che l’accordo non era “informale”. Proprio in virtù dell’amicizia tra i due non era venuta a crearsi la necessità di formalizzare la decisione ovvero che la donna avrebbe sì mantenuto un rapporto con la figlia ma che la coppia di uomini sarebbero stati i genitori. Alla nascita della bambina (nel gennaio 2014) la madre però ha cambiato improvvisamente la sua decisione sviluppando al tempo stesso un comportamento ossessivo nei confronti della figlia. La donna, pur di non dare la bambina ai genitori, aveva adottato tutta una serie di strategie per impedire al padre biologico di poter entrare in contatto con la bambina ad esempio sostenendo di doverla allattare per 24 ore ogni giorno (e per diversi anni a venire) solo per negare le visite al padre. Una volta iniziato il processo a suo carico la donna avrebbe anche deciso di battezzare e dare un nome alla bimba anche se il tribunale le aveva già ordinato di non procedere in tal senso. Non contenta avrebbe anche iniziato una campagna d’odio contro i due uomini, inventando la storia della “ricca coppia di omosessuali” che aveva l’intenzione di comprare una bambina per strapparla al seno materno (che ovvove!1). Oltre agli insulti omofobi la madre (che sosteneva che il padre era semplicemente il donatore di sperma) avrebbe anche tentato di screditare la coppia agli occhi della Corte inventando storie basate su evidenti stereotipi omofobi come il fatto (inventato) che partecipassero ad orge o altre amenità. La Giudice Russel ha però deciso che ad essere inadatta a fare da genitore alla bambina era proprio la madre, affidando la piccola alla coppia della quale invece ha riconosciuto la stabilità e la capacità di essere buoni genitori motivando così la sua decisione:

While to move a young child from her mother is a difficult decision and is one which I make with regret as I am aware it will cause the mother distress, I conclude that the father is the parent who is best able to meet the girl’s needs both now and in the future. It is he who has shown that he has the ability to allow her to grow into a happy, balanced and healthy adult and it is he who can help her to reach her greatest potential.

La Corte ha stabilito che la madre avrà diritto a visitare la figlia (diritto che lei negava al padre) anche se inizialmente entro certi limiti. La storia ci fa capire quello che accade quando la legge non è chiara e non garantisce i diritti di tutte le parti coinvolte, in primis del nascituro, quando si tratta di maternità surrogata. Ci sono esempi di legislazione, ad esempio in California, dove la maternità surrogata è ben regolamentata, si potrebbe iniziare a prendere qualche idea anche da lì invece che solo dalla Bibbia. C’è poi il lato comico della faccenda, tempo fa Fratelli d’Italia aveva usato un’immagine di Oliviero Toscani per la sua campagna contro le cosiddette “famiglie arcobaleno” sostenendo che “un figlio non è un capriccio”. Chissà cosa avrà da dire ora Giorgia Meloni
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