La Cassa Depositi e Prestiti diventa renziana

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2015-06-06

Via Bassanini e Gorno Temprini, entrano Costamagna e Gallia. L’avvicendamento un anno prima del previsto

article-post

Federico Della Rosa sul Corriere della Sera ci racconta che la Cassa Depositi e Prestiti sta per svoltare: al posto di Franco Bassanini e Giovanni Gorno Temprini, rispettivamente presidente e amministratore delegato, andranno Claudio Costamagna e Fabio Gallia. Costamagna, 20 anni in Goldman Sachs, è attualmente presidente di Salini Impregilo mentre Fabio Gallia, dopo una lunga esperienza in Banca di Roma, è oggi ai vertici di Bnp-Paribas:

Per la Cdp si tratta di una svolta importante. Il ricambio è un segnale forte da parte del governo che, come ha detto di recente il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ritiene che una strategia di riforme vada accompagnata anche da una discontinuità nelle aziende partecipate dal Tesoro. Quasi un percorso naturale, quindi. Che per Cdp si conclude in anticipo rispetto ai tempi statutari. Il mandato di Bassanini e Gorno Tempini scade infatti l’anno prossimo. Al presidente e all’amministratore delegato va dato atto di aver fatto un grande lavoro da quando hanno preso in mano la Cassa. In particolare Gorno Tempini, a cui fa capo la guida operativa, è riuscito in questi anni ad ampliare notevolmente il raggio d’azione della Cdp e anche il perimetro di attività sia attraverso i finanziamenti diretti all’economia sia, per esempio, tramite la creazione del fondo infrastrutturale F2i e il Fondo strategico per accompagnare la crescita delle imprese.

cassa depositi prestiti
Le partecipazioni di Cassa Depositi e Prestiti (Corriere della Sera, 6 giugno 2015)

Bassanini era presidente di CdP dal 2008, nominato da Silvio Berlusconi; Costamagna in un’intervista rilasciata a In 1/2 Ora nel 2014 tesseva le lodi di Renzi, che a suo parere piaceva ai mercati anche se gli chiedeva un esecutivo con più sostanza:

Sempre facendo grande attenzione al bilancio (in un’azienda pubblica non è scontato), chiuso quest’anno con 2,2 miliardi di euro di utile netto che ha portato 853 milioni di euro di dividendi nelle casse del Tesoro e della fondazioni azioniste. Gorno Tempini ha creato insomma quelle condizioni che ora possono consentire al governo di pensare a una nuova missione per la Cassa con un’ottica di lungo periodo, 5-10 anni.Da investitore paziente la Cdp sarebbe destinata, nelle intenzioni, ad assumere un ruolo di promozione e sostegno di nuove imprese e di settoriindustriali. Un percorso forzato visto che gli attuali vertici di Cdp non sono in scadenza,ma il governo avrebbe deciso di accelerare il ricambio proprio per la necessità di dare un ruolo diverso alla Cassa ora che la stretta della crisi si è allentata. I dettagli ancora non si conoscono. Bisognerà vedere come Palazzo Chigi intende declinare il ruolo della Cdp nei piani per le infrastrutture e più in generale per il rilancio dell’industria e dell’economia. Bisognerà vedere, insomma, al di là delle nomine, i contenuti che entreranno nella «nuova»Cdp.

Potrebbe interessarti anche