Come va l'economia inglese dopo la Brexit

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2016-07-22

Ad un mese dal referendum sulla Brexit gli analisti hanno iniziato a notare i primi segnali negativi per l’industria britannica. Il timore è che non si tratti di una fase transitoria ma dell’inizio una recessione. La fiducia dei mercati è ai livelli più bassi dal 2009

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Come sta andando l’economia inglese in questa fase di incertezza pre-Brexit? Theresa May ieri era in visita a Parigi dove ha incontrato il Presidente francese Francois Hollande che ha ribadito la necessità che i colloqui e i negoziati per la Brexit inizino il prima possibile. La May però ha risposto che non ha alcuna intenzione di attivare l’articolo 50 del Trattato di Lisbona prima della fine dell’anno.
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La Brexit si farà, ma l’anno prossimo

La Brexit si farà quindi, ma dal momento che spetta agli inglesi iniziare la procedura d’uscita la Premier britannica non sembra avere – per il momento – alcuna fretta. Anche se i negoziati non potranno iniziare prima dell’annuncio ufficiale della Brexit nel frattempo ci possono essere, e ci saranno, numerosi incontri e colloqui. Negoziati informali per preparare il terreno a quelli che si terranno quando il Regno Unito deciderà di uscire dall’Unione Europea. Il Presidente francese ha però fatto capire alla May che le eventuali richieste del governo britannico di far parte del mercato unico europeo dovranno tenere conto che da parte dell’Unione vi sarà la richiesta di garantire la libera circolazione delle persone. Questi due aspetti non possono andare l’uno senza l’altro e la May avrà il suo bel da fare per convincere gli inglesi che il referendum contro l’immigrazione potrebbe non avere l’effetto sperato.
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Le prime avvisaglie della recessione

Ma mentre la May prende tempo (deve trovare un accordo con la Primo Ministro scozzese Nicola Sturgeon e con il primo ministro nordirlandese) continuano a susseguirsi le brutte notizie per l’economia inglese. Dopo l’annuncio del Fondo Monetario Internazionale che ha rivisto al ribasso le prospettive di crescita economica del Paese arriva anche l’analisi dei dati del Markit’s Purchasing Manager’s Index (PMI) secondo i quali il settore manifatturiero e quello dei servizi hanno visto una contrazione della domanda in seguito alla vittoria del Leave al referendum di giugno. Secondo il report sono stati raggiunti i livelli più bassi dal 2009. Bisogna andare cauti nell’esaminare i dati, ad appena un mese dal voto si potrebbe anche trattare di un picco negativo dovuto all’incertezza dei mercati riguardo al futuro dell’economia britannica e non di una vera crisi. Tutto sta quindi nel vedere cosa succederà nei prossimi mesi, se verrà confermato il trend attuale e se in agosto la Bank of England deciderà di tagliare il costo del denaro. Se la situazione dovesse rimanere inalterata, e se il governo non dovesse intervenire per aiutare l’economia interna, allora si potrebbe già iniziare a parlare dell’inizio di un periodo di recessione. In molti temono che questa eventualità sia ormai alle porte e diversi analisti di mercato ritengono che il Regno Unito si stia avviando verso il baratro della recessione. Di fatto però il rapporto del PMI non ci dice quale sarà l’impatto sul medio e lungo periodo della Brexit. E visto che ci vorrà ancora qualche mese solo per poter iniziare a parlare seriamente di Brexit è lecito aspettarsi che la situazione rimanga incerta ancora fino a quel punto.

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