La badante rumena diventata moglie di Licio Gelli

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-12-17

I pochi parenti e i pochissimi amici che hanno portato l’estremo saluto all’ex capo della P2 con la spilla fascista appuntata sul risvolto, l’hanno salutata con calore.

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Virginia Piccolillo ci racconta oggi sul Corriere della Sera un gustoso retroscena a proposito di Licio Gelli, morto l’altro ieri alla venerabile (cit.) età di 96 anni:

A vegliare Licio Gelli nella Camera ardente ieri c’era la sua ex badante rumena, divenuta la seconda moglie, Gabriela Vasile. I pochi parenti e i pochissimi amici che hanno portato l’estremo saluto all’ex capo della P2 con la spilla fascista appuntata sul risvolto, l’hanno salutata con calore.
Salvo poi, all’uscita, sussurrare delle proprietà che il Venerabile le aveva già intestato e interrogarsi sull’eredità. Il sogno di veder riunita la famiglia, ritrovando l’armonia con i suoi figli maschi, Gelli lo ha vagheggiato invano. Le premesse perché si avveri ora non sembrano proprio rosee.

licio gelli segreto
E insomma: uno che tramava per un colpo di stato alla fine ha sposato la sua ex badante. Sic transit gloria mundi. Massimo Teodori, invece, spiega qualcosa che sarebbe necessario ricordare sempre quando si parla di P2:

L’agenzia dei servizi sporchi targata Gelli non avrebbe potuto dominare un’area così variegata se non avesse agito di conserva con una parte tutt’altro che secondaria del ceto dirigente. La genialità del Gran Maestro fu quella di mettere insieme le lobby nere nei diversi settori e farle reagire in un unico disegno di potere di gruppo insieme a Umberto Ortolani, fiduciario della Democrazia cristiana e gentiluomo della Santa Sede, e ad alcune «direzioni strategiche» di settore senza che necessariamente fossero coinvolte tutte le persone iscritte nella famosa lista. L’arma regina di Gelli fu il ricatto ai potenti. Ma i ricatti non hanno effetto se non colpiscono un personale ricattabile come quello che allora occupava i vertici militari e dei servizi, dell’economia e della finanza, dell’informazione e della politica. I referenti nei partiti furono resi noti, a cominciare dall’onorevole Andreotti il cui nome ricorre spesso nella documentazione della commissione d’inchiesta parlamentare.

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