Knockout game: il gioco delle aggressioni in strada

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2014-11-24

L’arresto di un giovane di Frascati sospettato di alcune aggressioni accende nuovamente l’attenzione sugli episodi di Knockout game in Italia. In America i media conservatori dicono che è un “gioco per neri”

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Il Messaggero di sabato ci raccontava dell’arresto a Frascati di un ventenne protagonista di diversi episodi di aggressione eseguiti secondo la moda del knockout game. Il giovane aggressore è uno studente di 20 anni, disoccupato, le vittime (almeno 4) erano ignari passanti, ragazzi minorenni incontrati per caso nelle vie del centro cittadino. Pare che questo non sia il primo episodio registrato in Italia di Knockoutgame: il 31 ottobre il Fatto Quotidiano riportava la notizia dell’aggressione ai danni di una ragazza a Milano e la settimana scorsa il Corriere della Sera raccontava di un altro episodio, questa volta a Roma.

IL KNOCKOUT GAME
Come sempre in questi casi il knockout game è una “moda” importata dagli Stati Uniti “via Internet”. In cosa consiste? È molto semplice, lo scopo del gioco è sferrare, di sorpresa, un pugno fortissimo ad uno sconosciuto nel tentativo di “mandarlo al tappeto”. I partecipanti che si sfidano al gioco scommettono di riuscire a mandare KO la propria vittima con un colpo solo. Il tutto ovviamente filmando la scena per poi postarla su YouTube, Facebook, Twitter, blog o il temutissimo darkweb. Ci sono naturalmente alcune varianti: ad esempio invece che l’uno contro uno a volte si preferisce il molti contro uno, ovvero l’aggressione di gruppo ai danni di una persona la cui unica colpa è quella di trovarsi al posto sbagliato nel momento sbagliato. Il knockout game non è altro che un’aggressione premeditata (con l’aggravante dei futili motivi) la cui vittima viene scelta a caso e non ha quindi alcun legame con l’aggressore, una specie di delitto perfetto per il quale può essere difficile risalire al colpevole.

COSA SPINGE A GIOCARE AL KNOCKOUT GAME
Negli Stati Uniti ci sono stati numero attacchi (in alcuni casi le vittime sono morte in seguito alle lesioni) portati a termine dai “partecipanti” al knockout game e i media e le forze di polizia si interrogano su cosa spinga gli adolescenti a questi comportamenti violenti e soprattutto come agire per arginare il fenomeno. Il problema principale è che non c’è una reale motivazione che spinga ad aggredire i passanti se non quella di partecipare al gioco stesso probabilmente per dimostrare di essere “sufficientemente adulti” da colpire un’altra persona in mezzo alla strada, lo scopo non è la rapina o un regolamento di conti. Inoltre non c’è un pattern identificabile al di là del fatto che le vittime sono generalmente da sole anche individuare delle strategie di prevenzione e contrasto alla diffusione del knockout game risulta difficile.

La localizzazione dei più recenti episodi di knockout game negli USA (via YouTube.com)
La localizzazione dei più recenti episodi di knockout game negli USA (via YouTube.com)

NON È UN GIOCO PER BIANCHI?
I media conservatori americani ovviamente tendono a dare la colpa ai cittadini di colore (e quindi a Obama) perché, sostengono alcuni, le vittime sono sempre bianche e gli aggressori sempre neri, e per questo motivo i media tendono a “non parlare” del knockout game. Inoltre, dicono quelli di FoX News, se fossero dei bianchi ad aggredire i neri si urlerebbe al crimine razziale, ma siccome sono i neri allora i bravi cittadini sono costretti a subire le violenze senza che i media si interessino della faccenda. E i bianchi continuano a soffrire!1 Con buona pace delle anime belle dei movimenti dei diritti civili. Well played Fox News.

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