Kickasstorrents torna online

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-07-22

Ieri l’arresto del suo fondatore e la scomparsa del sito accusato di violazione del copyright. Oggi nascono altri due mirror. E una petizione chiede la sua liberazione

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Ieri avevamo parlato dell’arresto del fondatore di Kickasstorrents e della messa offline del sito, accusato di violazione del copyright dagli Stati Uniti. All’identificazione di Artem Vaulin aveva contribuito anche Apple fornendo informazioni sul suo ID Apple. Oggi Kickasstorrents torna on line, come racconta The Verge, attraverso due cloni: quello di Isohunt chiamato Kickasstorrents.website e un altro chiamato Kat.am.

Kickasstorrents torna online

In un comunicato inviato via email a The Verge i creatori di Kat.am spiegano che il nuovo sito è ospitato su più cloud server per prevenire ulteriori tentativi di blocco. Il sito ha ora una versione mobile e l’intero database di torrent è rimasto intatto. Nella denuncia si racconta che gli investigatori hanno comprato pubblicità sul sito per conoscere il conto corrente associato, e che Apple ha consegnato i dati personali di Vaulin dopo un’indagine su un indirizzo IP utilizzato per una transazione di iTunes e poi utilizzato per accedere all’account Facebook di KAT. L’account era registrato a nome di tirm@me.com e ha utilizzato l’indirizzo IP 109.86.226.203. Anche il conto corrente è stato sequestrato. Intanto però l’accusa nei confronti di Vaulin rimane: aver consentito la distribuzione di file sharing illegale di materiale coperto da diritti d’autore per il valore di un miliardo di dollari, come ha messo nero su bianco Leslie R. Caldwell, il procuratore che ha firmato l’atto con la richiesta d’arresto. Ha tentato di eludere la legge spostando i server su siti di paesi del mondo in cui era difficile perseguirlo. Ha guadagnato, scrivono sempre gli USA, 16 milioni di dollari in pubblicità mentre rendeva impossibile, sempre secondo l’accusa, la rimozione di contenuti protetti da copyright da parte dei produttori e delle majors di Hollywood. Su Change.org è stata aperta una petizione per chiedere la sua liberazione.
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