Juncker chiede al popolo greco di votare sì al referendum

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-06-29

Il presidente della Commissione Europea dice no a nuove proposte per la Grecia mentre ribadisce di volere Atene nell’euro e che le istituzioni non hanno mai posto un ultimatum durante le trattative. Infine, dice che la porta è aperta. Mentre gliela chiude in faccia

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Per lui la Grexit non sarà mai un’opzione. Si sente tradito. Il gioco del governo Tsipras che si è messo da solo contro gli altri 18 paesi della moneta unica «non conviene a nessuno, e soprattutto non conviene alla grande nazione greca”: questo dice il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker in conferenza stampa, e già che c’è aggiunge di «avere fatto di tutto per arrivare a un accordo, così come il presidente dell’Eurogruppo, e non meritiamo le critiche che ci piovono addosso».
 
JUNCKER CHIUDE GENTILMENTE LA PORTA A TSIPRAS
“Ho fatto tutto quello che si poteva fare per facilitare un accordo” con la Grecia, ha rivendicato il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker. “Per me l’uscita greca dall’euro non è mai stata e non sarà mai una opzione”, ma negli ultimi giorni “la drammatizzazione” delle trattative “ha preso il sopravvento sugli interesse di tutti”, ha avvertito.  Le istituzioni non hanno mai posto un “ultimatum” alla Grecia e lo spirito è sempre stato europeo, ha aggiunto, qualunque cosa significhi. Con la Grecia “non c’è una partita a poker, dove si bluffa, non c’è uno che vince e uno che perde: o vinciamo tutti o perdiamo tutti”. Con la proposta presentata la scorsa settimana alla Grecia dalle istituzioni “abbiamo mosso montagne”: e questo, ha spiegato il presidente Jean Claude Juncker, è stato fatto “fino all’ultimo momento, quando la Grecia ha chiuso la porta”. Per questa ragione, Juncker ha smentito le indiscrezioni di stampa dicendo che “non c’e’ bisogno di fare nessuna nuova proposta” da parte delle istituzioni. «Le autorità greche hanno lasciato all’improvviso tavolo, nel momento peggiore. Dijsselbloem e io abbiamo spiegato a Tsipras che un’intesa su queste misure poteva aprire l’erogazione dei fondi e che l’Eurogruppo era pronto a discutere misure sul debito già da questo autunno», sostiene infine Juncker. E questo sembra particolarmente curioso, visto che la rottura è arrivata in contemporanea con il respingimento delle ipotesi di discussione del debito. D’altro canto, dice sempre Juncker,  la porta per cercare un’intesa con la Grecia è ancora aperta: «Anche gli altri stati hanno fatto sforzi per andare incontro alla Grecia, pur tenendo conto della sensibilità della propria opinione pubblica nazionale: non è giusto incolpare uno o l’altro personaggio politico nazionale». Ora non bisogna pensare a orgoglio o rigidità, «è il momento di fare l’interesse del popolo greco». Infine, Juncker chiede al popolo greco di votare sì al referendum: «Chiederò ai greci di votare sì alle nostre proposte». E con questa frase conferisce legittimità alla consultazione.
 
LA GERMANIA DISPOSTA A PARLARE ANCORA CON TSIPRAS
La cancelliera tedesca Angela Merkel è “ancora disposta” a riprendere le discussioni con Alexis Tsipras: lo ha detto oggi il suo portavoce. “Ovviamente resta disponibile a riprendere i colloqui con il primo ministro Alexis Tsipras se questi lo vuole”, ha dichiarato Steffen Seibert, portavoce della cancelliera, in un punto stampa settimanale. “Siamo aperti alla discussione se la parte greca ne sente il bisogno”, ha riaffermato. “L’obiettivo del nostro lavoro è una zona euro forte. Abbiamo registrato numerosi successi. La Grecia è un caso particolare”. “Come sapete, il governo federale ha, nei limiti del possibile, veramente sostenuto un accordo fra la Grecia e le tre istituzioni”, ha sottolineato Seibert, che ha aggiunto: “la cancelliera, con il presidente francese François Hollande, si è personalmente impegnata a questo”. In questo contesto, ha sottolineato il portavoce, se il fatto di organizzare un referendum è “una decisione legittima del governo greco”, è anche “il dovere dei partner europei di assumersi le loro responsabilità individualmente e collettivamente”.

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