Josephine Witt: chi è l'ex Femen che ha aggredito Draghi

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-04-15

Due anni fa era saltata sull’altare della cattedrale di Colonia a seno nudo. A dicembre aveva fatto irruzione in uno studio televisivo tedesco durante un dibattito con Trapattoni. Stavolta è toccato alla “dick.-tatorship” della Banca Centrale

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Sarebbe Josephine Witt l’ex attivista delle Femen che ha interrotto a colpi di coriandoli la conferenza stampa del presidente della Bce Mario Draghi oggi a Francoforte Lo scrive il tabloid tedesco Bild, che ricorda come la stessa 21enne nel 2013 aveva interrotto la messa di Natale nel duomo di Colonia mostrando il seno nudo. L’identità e l’appartenenza politica della giovane – che indossava una maglietta nera con la scritta «End the ECB Dick-Tatorship» – non è stata confermata ufficialmente. Ma la polizia ha reso noto che si tratta di una 21enne attivista politica di Amburgo. E lei su Twitter ha spiegato di essere un’attivista freelance, senza più contatti con le Femen.

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Una foto dal profilo twitter di Josephine Witt

JOSEPHINE WITT: END THE ECB DICK-TATORSHIP

Secondo quanto riportato dalla stessa Bild in un video risalente alla fine del 2014, il vero nome della giovane sarebbe Josephine Markmann. Witt sarebbe invece solo un cognome fittizio, che l’attivista si è data per proteggere la sua vera identità. Per aver interrotto a seno nudo e con la scritta “Io sono Dio” la messa di Natale a Colonia, celebrata dal cardinale e arcivescovo Joachim Meisner, la donna era stata condannata a una multa di 1200 euro dalla corte della stessa città tedesca. Secondo i racconti, la Witt era entrata nella cattedrale di Colonia con un lungo cappotto nero, fino all’omelia quando si è tolta il cappotto ed è saltata nuda sull’altare con il seno coperto dalla scritta “I am God” (sono Dio), gridando farsi come “Credo nella libera autodeterminazione della donna”. Il cardinale – che il giorno di Natale festeggiava anche il suo 80esimo compleanno – è rimasto impassibile finchè gli addetti alla sicurezza non hanno portato via la donna. Poi ha ripreso le celebrazioni con queste parole: “Ognuno merita una benedizione, anche questa signora confusa, alla quale concedo la mia benedizione, poichè ne ha più bisogno di tutti”. La donna è stata denunciata per disturbo di funzione religiosa e rilasciata dopo un breve fermo della polizia.


«Le vite sono nostre: ma alla luce dello straripante potere della Bce, a volte è difficile ricordarlo», dice il volantino lanciato dalla Witt saltata sulla scrivania del Presidente Mario Draghi, durante la conferenza stampa di oggi. Il volantino prosegue così: «Le vite sono nostre: non sono le fiches nel gioco d’azzardo della Bce, non bisogna giocarci, non vanno vendute, non vanno devastate». Nel volantino la Bce viene apostrofata come “padrone dell’universo” e le viene “ricordato” che “non c’è un Dio” ma “solo persone dietro quelle vite”. E “se governerai invece di servire, le nostre proteste diventeranno sempre più forti e per te non ci sarà pace”, è la minaccia più forte del volantino, in cui si sottolinea che “non accetteremo la folle narrativa che la Bce vuole imporre a tutti i popoli” e che “non è sufficiente una conferenza stampa per chiamare il sistema democrazia”.

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Il volantino che racconta la protesta delle Femen alla Banca Centrale Europea

LE ALTRE PROTESTE DI JOSEPHINE CON LE FEMEN
«E’ stata una protesta delle Femen», aveva spiegato allora criticando l’atteggiamento maschilista della chiesa in generale e del cardinale Meisner in particolare, ma ”non lo rifarei”, aveva anche detto. L’11 dicembre scorso la Witt ha fatto irruzione in uno studio Tv durante il talk show “Markus Lanz” con Giovanni Trapattoni e l’ex calciatore Thomas Strunz: si è presentata seminuda e con due palloni da calcio insanguinati disegnati sul seno per denunciare lo sfruttamento dei lavoratori immigrati che stanno costruendo gli impianti per i mondiali del 2022. A giugno invece aveva protestato con altre quattro Femen contro l’arresto di una collega tunisina, un’iniziativa che le costò 29 giorni di carcere.

Il 2 settembre 2013 Josephine Witt era stata intervistata da Youdem:

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